Il 2 giugno a Olbia la sfida tra Sardegna e Corsica, importante dal punto di vista tecnico e non solo. Mercoledì 18 aprile la presentazione: cosa è emerso e a che punto è il progetto Natzionale sarda de bocia?
Un incontro partecipato (dalla stampa e non), un’altra tappa fondamentale che troverà compimento tra poco più di un mese al “Bruno Nespoli”. Finalmente due territori fratelli si incontrano: Sardegna e Corsica, da sempre a guardarsi da molto vicino ma in realtà distanti in modo quantomeno anacronistico. Il match calcistico è la migliore occasione per iniziare un vero percorso di unione nelle rispettive battaglie, nel modo di intendere le istanze indipendentiste e di valorizzazione delle proprie peculiarità incontrovertibili. Sardegna contro Corsica sul prato verde calcistico vuol dire popoli, politica (almeno una parte di essa), cultura che entrano in contatto, si spera in modo produttivo per il futuro più e meno lontano.
Tante volte, negli anni, si è parlato delle due squadre che sarebbero potute nascere, sfidandosi in un bellissimo derby, evitando che il tutto si fermasse alla chiacchiera da bar o al refrain social di chi ricorda solo risse tra stupidi (tifosi e calciatori) in occasione di partite tra i club sardi e corsi. In merito ha ben parlato il presidente e allenatore della Corsica, Andrè Di Sala, ai nostri microfoni (guarda qui).
Ma nello specifico, l’evento olbiese cosa ci ha detto sul momento della neonata Natzionale sarda e il confronto con la Corsica? A che punto è la macchina organizzativa e l’approccio ai prossimi appuntamenti? Hanno detto la loro le autorità preposte (clicca qui per approfondire) ma è possibile fare alcune riflessioni.
Molto rilevante il passaggio sul no secco della Corsica alla Conifa, l’organizzazione che si prefigge di riunire le rappresentative delle Nazioni senza Stato dando vita a manifestazioni internazionali. “Non possiamo aderire vedendo che le colonie francesi fanno parte di FIFA e confederazioni continentali”, hanno spiegato i corsi presenti al tavolo gallurese. Una frase emblematica della sagacia di chi gestisce il movimento a vari livelli, alla quale si è accodato anche il direttore generale della Natzionale Sarda, Vittorio Sanna. Ovviamente la Sardegna non può fare lo stesso discorso legato alle colonie, ma si è capito che dalla Conifa si potrebbe anche uscire, facendo magari una marcia indietro rispetto allo slancio iniziale contestuale alla nascita della rappresentativa nostrana.
Chissà se dietro possano esserci le problematiche relative all’organizzazione degli imminenti Europei. L’amichevole del 2 giugno si sovrappone con la manifestazione prevista dall’1 al 9 giugno, e ancora non ci sono certezze in merito, per stessa ammissione degli interessati. Avere i big a Olbia contro la Corsica e i dilettanti in Artasakh? Potrebbe essere una soluzione, ma allo stato attuale è prematuro sbilanciarsi e tutto resta avvolto dal punto di domanda, che verrà risolto non appena il presidente Gabrielli Cossu e soci avranno trovato la difficile quadra. O anche i noti problemi di sicurezza inerenti il dover andare a giocare in zone calde come Artsakh (Europei) e Somaliland (Mondiali). Ma, magari, dietro una marcia indietro potrebbe esserci meramente una importante vicinanza alla Corsica, con cui si è iniziato ad andare a braccetto e dalla quale si può solo prendere esempio. Chi vivrà (e lotterà) vedrà…
Qualche mese fa scrivevamo su queste pagine quanto fosse importante, per la valorizzazione di un progetto tanto meritorio e affascinante, l’aspetto calcistico, inteso come giocare “partite vere” e non “partite del cuore”. Una considerazione ripresa dai vertici sardi e ribadita con forza dallo stesso Di Sala: servono i calciatori professionisti, i più forti; vogliamo giocare una sfida con tutti i crismi. Niente di più condivisibile, pur sapendo quanto sia difficile in Italia ed in Sardegna ottenere le autorizzazioni dei club andando a costruire una mentalità identitaria purtroppo del tutto assente in molte componenti.
Stefano Lecca