Niente è per sempre, soprattutto nel calcio. A maggior ragione quando il racconto ha un finale noto e la storia si dipana a ritroso, dalla conclusione attesa fino all’inizio. In mezzo una storia fatta di saliscendi, di amore e difficoltà, malintesi e cuciture.
In rapida discesa
Due anni dovevano essere e due anni sono stati. Questa la durata del matrimonio tra Nahitan Nández e il Cagliari. Sembrano lontanissimi i tempi della telenovela durata oltre un mese, quando il León sembrava in procinto di vestire il rossoblù un giorno sì e l’altro pure. E un mese e oltre è durata la trattativa tra Inter e Cagliari per il passaggio di Nández in nerazzurro. La fumata bianca ancora non è arrivata, ma non dovrebbe ormai mancare molto. I numeri sono stati messi in fila, la quadra trovata, il giocatore con in mano un accordo di 4 anni a tre milioni netti a stagione, con soprattutto la vista sulla Champions League e sull’alta classifica.
Perché Milano?
La domanda ricorrente delle ultime settimane è perché l’Inter. Un quesito che risuona nell’ambiente rossoblù, a maggior ragione visti i depistaggi facenti capo al Leeds. I trentasei milioni della clausola come prezzo da raggiungere, ma che non significano obbligo assoluto. Le cifre le fa il mercato e il mercato ha detto che nessuno è stato disposto a pagare moneta per vedere cammello. Né i famosi 36 milioni né tantomeno qualcosa in meno. Gli inglesi sì erano interessati, soprattutto l’anno passato, ma mai si sono avvicinati alla quota clausola che, non si può dimenticare, è un prezzo pre-covid, un altro mercato, altre quotazioni. Inoltre, per quanto il Loco Bielsa possa essere un obiettivo da raggiungere per tantissimi giocatori sudamericani, il Leeds non sarebbe stato quel deciso salto di qualità sportivo cercato da Nández. Economico sì, ma anche da quel punto di vista difficilmente i bianchi dello Yorkshire avrebbero messo sul piatto i tre milioni messi dall’Inter, favoriti anche dal decreto crescita assente in Inghilterra. In sostanza, però, il Leeds non ha mai di fatto inviato al Cagliari alcuna proposta e questo ha inciso parecchio sulle scelte.
Rette parallele
La vicenda si è sviluppata su due binari. Quello dell’entourage del giocatore che avrebbe preferito la soluzione della Premier League, per prestigio, per caratteristiche di Nández e per l’aspetto economico. Parallelamente il binario del Cagliari che guardava con maggior favore all’Inter. Non tanto per una questione di legami, ma piuttosto per la possibilità di unire alla parte cash delle contropartite gradite. In queste settimane si è attesa un’offerta da Leeds, ma una volta capito che dallo Yorkshire non c’era la volontà di lanciare l’assalto, ecco che il Cagliari ha puntato dritto verso la sponda nerazzurra. Un ulteriore aspetto che non va dimenticato è quello della percentuale sulla futura rivendita che va calcolata non sul prezzo della cessione, ma sulla plusvalenza tra i 17 pagati dal Cagliari al momento dell’acquisto e quelli che riceverà con la cessione ai nerazzurri. Il Boca Juniors e il Peñarol (che detiene il premio di valorizzazione) rimarrebbero così con il classico pugno di mosche o comunque con una cifra nettamente inferiore alle attese.
Dettagli
Prestito con diritto di riscatto che diventa obbligo a condizioni facili, una piccola parte subito e il resto a giugno 2022 per una cifra che non dovrebbe andare oltre i 20 milioni di euro. Percorso inverso per Andrea Pinamonti, prestito con ingaggio pagato dai nerazzurri, per Dalbert – anche per lui un prestito con diritto di riscatto che diventa obbligo a 7 milioni – e infine la soluzione del caso Nainggolan con un ulteriore aiuto da parte dell’Inter. Considerando che Nández è a bilancio per una cifra tra i 10 e i 12 milioni grazie agli ammortamenti, il Cagliari mette in cassa una buona plusvalenza che, pur se inferiore alle attese e con liquidità ridotta, resta un buon colpo dal punto di vista finanziario. Anche perché il giocatore aveva in mano la promessa della cessione a un top club e, per quanto non si sia mai messo di traverso, andare allo scontro sarebbe stato controproducente. Dopo aver detto no a West Ham e Leeds l’anno passato, fare altrettanto di fronte all’Inter sarebbe stato difficile se non impossibile.
Matteo Zizola