Suggestione di mercato, uomo pregiato nella trattativa di mercato, uruguaiano dal legame stretto a doppio nodo con Cagliari. Diego Godin è il nome per la difesa rossoblù che sta facendo discutere i tifosi nelle ultime ore sul tema calciomercato.
Oggetto del desiderio – Trentaquattro anni, un curriculum che non ha bisogno di particolari presentazioni, una stagione all’Inter non semplice dopo il regno in casa Atletico Madrid. Godin e la Serie A non hanno avuto un impatto positivo ma negli ultimi mesi la condizione e le prestazioni del caudillo uruguaiano sono cresciute a dismisura. Tanto che è diventato un titolare anche per Antonio Conte. L’ex tecnico della Juventus che per gran parte della stagione lo ha regalato in panchina. Ragioniamo però nel campo delle supposizioni e delle chiacchiere da ombrellone, visto il periodo. Godin è un acquisto che servirebbe davvero al Cagliari?
Perché No – La carta d’identità non mente per nessuno. Godin ha faticato ad abituarsi alla fisicità e al tatticismo della Serie A. E lo ha fatto in un reparto arretrato che contava già Skriniar e De Vrij. Compagni che in teoria possono rendere più semplice l’ambientamento rispetto a Pisacane o Ceppitelli. Il Cagliari ha bisogno di una rifondazione in difesa, lo ha detto lo stesso Di Francesco il giorno della sua presentazione. Ripartire da un 34enne, anche se parliamo di un top player assoluto nel ruolo, sarebbe un po’ ricalcare il calciomercato del passato giuliniano. Fatto di colpi dal nome importante (vi ricordate Srna?) ma poi risultati estranei o poco utili alla crescita del progetto. Non c’è poi da dimenticare il doppio bilancio in rosso che aspetta il Cagliari in stagione. I rossoblù hanno già più di 10 giocatori sopra il milione annuo di stipendio. Ci sarebbe spazio per un ulteriore ingaggio monstre? L’impressione è che il sacrificio possa essere sostenibile solo con un’unica eccezione, che al momento porta al nome di Radja Nainggolan
Perché sì – L’esperienza ad alti livelli può essere garanzia di crescita per la squadra, da difensore centrale gli anni contano meno che per altri ruoli più di corsa e meno di posizione e intelligenza tattica. Giovani come Walukiewicz e Carboni – se resterà – potrebbero apprendere i trucchi del mestiere, soprattutto il primo che in marcatura crescerebbe di fianco a un maestro del livello di Godin. La tradizione degli uruguaiani a Cagliari più il romanticismo del suocero dal nome Pepe Herrera sarebbero una garanzia per l’approccio mettendo così da parte il dubbio di un campione che verrebbe a svernare. La stagione negativa con l’Inter permetterebbe un ingaggio inferiore a quello attuale, magari con un contratto più lungo di quello con i nerazzurri. Infine la voglia di riscatto sarebbe tanta dopo un’annata in cui la difesa a tre lo ha penalizzato oltremodo, lui abituato a comandare la linea a quattro sia a Madrid che in nazionale e non a fare il terzo come a Milano.
Roberto Pinna – Matteo Zizola