Marco Sanna ritorna sulla panchina della Nuorese. Questa mattina, alla presenza della dirigenza verdeazzurra e del patron Maurizio Soddu, è stato presentato come nuovo tecnico dei barbaricini. Per l’ex centrocampista sassarese, che in carriera ha vestito le maglie di Cagliari, Torino e Sampdoria, si tratta di un doppio ritorno. Infatti Sanna ha vestito la maglia dei barbaricini sia da giocatore (dal 2006 al 2008) che da allenatore nella stagione 2010-2011. Lo abbiamo contattato per parlare di questa scelta e degli obiettivi stagionali che cercherà di raggiungere con la sua Nuorese.
Mister, riparte da Nuoro con una nuova avventura. Cosa l’ha convinta del progetto?
“Innanzitutto mi ha convinto l’entusiasmo dei dirigenti, perché hanno un progetto che coincide con il mio: volevo fare un campionato di vertice. Come la dirigenza, anch’io ho entusiasmo e voglia da vendere. Dopo quello che ho passato, era giusto che per rilanciarmi dovessi anche scendere di categoria. Quest’anno ho rifiutato tre squadre ma dietro c’era una motivazione precisa: negli ultimi dieci anni infatti ho sempre sostituito i miei colleghi. È vero che fa parte del nostro mestiere, ma subentrare in corsa non è mai semplice: puoi avere tutte le capacità, tutti i patentini possibili o essere entusiasta al massimo, ma rimane comunque sempre molto difficile. E poi è una cosa che non ho mai fatto, se non il primo anno a Valledoria, in quell’occasione però, oltre che allenare, giocavo, quindi la escludo. Iniziare dalla preparazione era un sogno e ringrazio la Nuorese per questa opportunità importante”.
L’obiettivo è quindi vincere il campionato?
“Vincere è una parola grossa, vogliamo sicuramente fare un campionato di vertice. Siamo ancora agli inizi e ci sono ancora da contattare tanti giocatori, perché alcuni andranno via e altri verranno contattati. Adesso con la situazione legata al Covid ci sono molti aspetti da valutare. Sicuramente c’è da lavorare tanto”.
Ha già in mente dei giocatori, di esperienza o di prospettiva, che porterà con se a Nuoro?
“Abbiamo in mente tanti giocatori, il problema è che qualcuno ancora sta giocando, quindi non può avere le idee chiare se verrà riconfermato o meno, mentre è normale che qualcun altro dovrà andare a contrattare con la società sullo stipendio”.
Che tipo di Eccellenza si aspetta? Chi possono essere le squadre più temibili?
“Sarà sicuramente un gran campionato. Le società devono ancora comporre le rose, quindi mi sembra prematuro esprimere dei giudizi. Se dovessero essere confermati i verdetti relativi alla Serie D, sicuramente ci sarà il Budoni. Come ogni anno ci sarà il Castiadas e penso anche l’Ilva Maddalena: per sentito dire so che faranno una buona squadra. Diciamo che la presenza di molte squadre forti sarà stimolante per tutte le squadre che puntano a fare un buon campionato”.
La Serie D non si è conclusa sul campo. Come giudica, a prescindere da questo, il campionato delle sarde.
“Mi sembra che le due sassaresi abbiano fatto molto bene, sia la Torres che il Latte Dolce, avendo entrambe due ottime formazioni. Quest’anno il Lanusei ha fatto un po’ di fatica – mancandogli la punta di diamante che nella stagione 2018-19 era Bernardotto – ma comunque era in corsa per salvarsi benissimo e Gardini ha fatto un ottimo lavoro. Probabilmente il Budoni verrà retrocesso, ma non aveva una squadra al livello delle altre sassaresi, mentre l’Arzachena ha fatto invece un discreto campionato fino ad un certo punto, poi non so cosa sia successo e ha mollato un pochino, ma dovrebbe comunque essere salvo. Nel complesso ritengo che si è fatto un ottimo campionato con due squadre che lottavano per salire mentre un’altra verrà probabilmente retrocessa. Quest’ultimo aspetto da un po’ fastidio perché mancavano ancora tante partite da giocare. Non mi vorrei però mai nei panni di chi deve decidere sui campionati”.
Le ha fatto qualche effetto il passaggio di Gardini sulla panchina della Torres?
“No, perché Gardini è un ottimo allenatore, oltre che un’ottima persona e ha fatto veramente bene in questi due anni al Lanusei. Potrebbe fare benissimo anche a Sassari”.
Infine una battuta sul Cagliari che riparte da Verona: che finale di stagione prevede?
“In questo finale di stagione ci sono troppe cose delicate che possono condizionare una partita. Dalla condizione fisica dei giocatori alle motivazioni del momento, senza scordarci il cambio di allenatore. Bisogna anche considerare la condizione del Verona che prima della sosta stava facendo benissimo dal momento che ha un ottima squadra e un allenatore molto bravo: adesso chissà perché è passato diverso tempo. Al Cagliari mancheranno due giocatori fondamentali che sono Joao Pedro e Nainggolan. Ci sono tante varianti: spero naturalmente che possano giovare alla partita del Cagliari”.
Matteo Piano