Il centrocampista del Lecce Marco Mancosu è stato nostro ospite insieme ai fratelli Matteo e Marcello del nostro appuntamento quotidiano con Linea 131: ecco alcune delle sua dichiarazioni.
Sull’esperienza a Lecce: “Non mi aspettavo tutto questo, prima della pausa forzata possiamo dire che era una bella stagione, stavamo lottando per una salvezza che sapevamo era difficile conquistare e anche a livello personale sta andando molto bene. Qui a Lecce c’è una grande passione, per le partite di cartello c’erano trentamila persone. Il Salento assomiglia un po’ alla Sardegna, è una penisola e dicono che non faccia parte della Puglia: si sta bene. Il gol più bello? Col Napoli di punizione, penso sia stato il migliore. Il rigore lasciato a Babacar? glielo ho lasciato io, era un periodo dove non giocava con continuità e vorrei che lo avesse segnato, ma per sfortuna non è andata così. Però lo rifarei mille volte”. Insieme a Deiola e Vigorito e diversi ex Cagliari, a Lecce c’è una colonia di ex rossoblù: “Con gli altri sardi facciamo un po’ di cricca, anche se Vigorito non dice una parola in sardo”.
Indiscutibile il forte rapporto col tecnico Fabio Liverani: “Assomiglia tanto a Conte, mette pressione psicologica per avere il massimo da ognuno di noi. Questo è importante in un mondo dove se i risultati non arrivano ti mandano via subito. In questi giorni in cui siamo fermi, l’idea di fare allenatore mi frulla un po’ in testa. Allenatore modello? Ho preso le cose migliori da Giampaolo, Allegri e Liverani, vorrei ispirarmi a loro una volta che deciderò di fare l’allenatore.Giocatore più forte con cui ho giocato? Radja, mi è bastato un mese di ritiro per capirlo. Una forza della natura che sollevava tutti i compagni”.
Mancosu rimane un uomo mercato, anche per un ritorno a Cagliari: “Ogni tanto si parla di questo, ma senza vere trattative: il fatto che io sia cresciuto del Cagliari può essere un vantaggio anche per questioni di lista, ma un’offerta vera non c’era mai stata. Sto troppo bene a Lecce in questo momento. Parlato con Giulini? Mai, da dicembre dello scorso anno si parla di me vicino al Cagliari e questo un anno fa mi aveva deconcentrato moltissimo nel periodo di gennaio. Nelle altre finestre le ho lasciate scorrere. Sogno? Per me la continuità è già un grosso traguardo, quello che viene viene. I discorsi li lascio al mio procuratore, mi distrarrei e voglio rimanere concentrato sul campo. Ho preso anche io l’ultimo treno per arrivare in Serie A. Penso sia una metafora della vita, mai mollare perché la vita ti può sorprendere”.