Una sfida importante quella che attende la Torres di Alfonso Greco, con i sassaresi che domenica 10 marzo alle ore 14.00 ospiteranno al Vanni Sanna la Virtus Entella. Da un lato tre punti importanti per rinsaldare il secondo posto dall’altro l’opportunità di sfatare un ulteriore tabù e battere per la prima volta dopo il ritorno tra i professionisti la formazione ligure. In vista di questa sfida abbiamo intervistato il collega de “Il Secolo XIX” Domenico Marchigiani che ci ha raccontato il momento vissuto dai prossimi avversari di Scotto e compagni.
Marchigiani, domenica a Sassari arriverà la Virtus Entella bestia nera della Torres e reduce dal successo per 5-0 rifilato al Perugia. Di contro i rossoblù che sul campo della Spal hanno conquistato il 5° successo di fila. Che gara si aspetta?
“Sarà una gara estremamente importante per entrambe con obiettivi assolutamente diversi. La Torres ha un barlume di speranza per rimanere in lotta con il Cesena, ma allo stesso tempo è focalizzata sul conservare il secondo posto. Di contro la Virtus Entella ha l’obiettivo di conquistare i punti necessari per assicurarsi la salvezza per puntare poi a qualcosa di più ambizioso nelle ultime gare. Sarà una sfida molto tirata, ma allo stesso tempo mi aspetto un match divertente perché sono due squadre che a tratti giocano un bel calcio”.
Un successo che mancava dal 7 gennaio in occasione del 2-0 casalingo contro l’Ancona. Come arrivano i biancoazzurri al match contro la Torres?
“Mentalmente arrivano benissimo i ragazzi di Gallo, dal punto di vista fisico hanno spinto parecchio anche se fisicamente non hanno mai avuto grossi problemi. La Virtus Entella ha tanta gamba grazie ai tanti giovani presenti in rosa. Credo che il problema principale per la formazione ligure, in quest’ultimo periodo, sia dovuto a un blocco mentale derivato dalla mancanza della vittoria. Contro il Perugia l’Entella ha raccolto tutto ciò che era mancato nelle precedenti partite”.
Un rendimento al di sotto delle aspettative quello della squadra ligure, nonostante i tanti giocatori di qualità presenti in rosa. Si aspettava un cambiamento così drastico di ambizioni rispetto alla precedente stagione?
“L’Entella è partita per fare un campionato completamente diverso rispetto a quello che sta facendo. A gennaio sono state fatte delle operazioni che hanno indirizzato la stagione in un altro senso, c’è stato un evidente ridimensionamento tecnico, ma in particolare sotto l’aspetto economico. Questa è una squadra la cui età media è stata drasticamente abbassata dalla seconda parte della stagione, è una squadra che gioca sistematicamente con 4-5 giocatori under. È stata fatta un’opera di svecchiamento. Queste sono scelte che a volte funzionano e altre no. Quando si cambia tanto e si inseriscono tanti giovani si può incappare in una serie di alti e bassi. Sostanzialmente è una squadra che sta valorizzando dei giovani e dei ragazzi del proprio vivaio, quest’ultima è una cosa molto importante”.
Quale sarà il pericolo numero uno per i rossoblù in vista del match di domenica?
“Non vedo un indiziato principale da tenere d’occhio, credo sia più il collettivo il pericolo maggiore per la Torres di Greco. Nel passato c’erano grandissime eccellenze, come Merkaj o Ramirez. Quest’anno è più una questione di gruppo. La Virtus Entella è una squadra che difende molto bene e che prende pochi gol. Ha delle difficoltà in fase offensiva, al di là dell’exploit di martedì sera contro il Perugia. Ci sono tanti giovani che stanno venendo fuori, come Bonini: difensore centrale classe 2001 destinato a fare un salto in avanti nella prossima stagione. Ma anche giocatori storici come Parodi e Petermann o Corbari. Ci sono parecchi giovani ma anche anziani di buon livello”.
Quali possono essere considerati i punti di forza della Virtus Entella?
“L’entusiasmo, l’Entella era una squadra in difficoltà ma dopo il successo contro il Perugia per 5-0 l’ha aiutata a voltare pagina. Contro la Torres i liguri andranno in cerca di conferme, fermo restando che affronteranno una gara su un campo non facile e contro un’avversaria ostica come la Torres”.
Andrea Olmeo