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L’OPINIONE | Carli, l’oblio è finito

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Un centrocampo con Rog, Nainggolan e Nandez. Sarebbe stato difficile ipotizzare tre acquisti così anche giocando al fantacalcio con gli amici, magari dopo una serata di bagordi. Il mondo Cagliari invece è sì in piena sbornia, ma da calciomercato. Strano a dirsi, ma l’attenzione dei tifosi ora si concentra sulla necessità di vendere.
Da sempre adusi al contrario, ossia a veder partire i giocatori migliori aspettando i saldi degli ultimi giorni di mercato – col rischio concreto che al gong finale non arrivasse nessuno –, i sostenitori rossoblù si trovano catapultati in un’altra dimensione, quasi senza aver avuto neppure il tempo di accorgersene. In uno scenario simile, con Giulini vero deus ex machina che fa e disfa in prima linea, ecco nelle retrovie l’ologramma del direttore sportivo Marcello Carli: una figura abituata a lavorare dietro le quinte, chiamata ora a prendere in mano le redini del mercato in questo rush finale di contrattazioni.

Vendere bene è più complicato di acquistare bene e il Cagliari ne ha assoluta necessità per poi poter piazzare gli ultimi colpi alle voci terzino sinistro e seconda punta. Centrocampo e attacco sono super affollati, ma si deve pensare a monetizzare: da vendere “bene” a svendere perché costretti a farlo il passo è molto breve. E qui entra in scena la figura (e l’abilità) del diesse toscano, chiamato dopo settimane di oblio a prendersi il palcoscenico che un Giulini – apparso tiratissimo, nonostante l’entusiasmo che dovrebbe essere generato da grandi acquisti – gli cederà volentieri. D’altronde, la costruzione di una rosa omogenea non si fa solamente con l’accumulo di nomi altisonanti, ma è un lavoro certosino di ricerca di equilibri. È fondamentale avere quel che serve quando e dove serve, il che è banale a dirsi ma molto più complicato a farsi. Il Cagliari del passato recente e non solo ha spesso peccato in tal senso, risultando abbondante in determinati ruoli, nullo o quasi in altri.

Il campionato del salto di qualità, come si potrebbe definire, si basa su questo assunto e su una guida tecnica sapiente, in grado di valorizzare la copiosa qualità messa a sua disposizione. Ci sarà modo, più avanti, di valutare la risposta di Maran, per forza di cose finito sotto la lente d’ingrandimento anche lui, che ora più che mai dovrà dissipare i dubbi che aleggiano sulla sua figura. Ogni cosa a suo tempo, però: ora è il turno di Carli, poi verrà quello del tecnico trentino, entrambi chiamati a dimostrare di essere all’altezza di un Cagliari che fa già sognare.

Mirko Trudu