Oggi, 12 aprile 2024, si festeggia il 54º anniversario dello Scudetto vinto dal Cagliari nel 1970: una data mitica, restata nel cuore degli sportivi sardi. Sarà la prima volta che questa ricorrenza verrà celebrata senza Gigi Riva, scomparso lo scorso 22 gennaio a 79 anni. Abbiamo chiesto al nostro Nando Mura di scrivere qualche riga per l’occasione.
La prima festa senza l’ospite d’onore aggiunge un pizzico di malinconia al giorno dei giorni del calcio sardo: 12 aprile 1970, ormai 54 anni fa, il Cagliari è campione d’Italia, ma stavolta non c’è Gigi Riva con il quale ricordare quei momenti. Uno in particolare: non ci fosse stato Lui(gi), quel trionfo non ci sarebbe mai stato. Riva era rimasto in Sardegna dicendo no a chi gli offriva il quadruplo di quel che prendeva a Cagliari (che non era poco…) non soltanto perché amava questa terra e la sua gente, ma perché voleva vincere quello scudetto, voleva regalarlo ai suoi amici pastori e pecorai, contadini e agricoltori, forse anche qualche bandito e qualche latitante. È stata una linea di confine tra la Sardegna di ieri e quella di oggi e a farlo è stato un ragazzo sbarcato nell’isola quando ancora era minorenne e che, anni dopo, avrebbe detto due frasi bellissime entrate nella letteratura di questa isola: “Ero sardo e non lo sapevo e anche chi come me nasce a pochi chilometri dal confine con la Svizzera è già un meridionale”. Il più meridionale di tutti, il più sardo di tutti i sardi, nonostante abbia conservato con fierezza quell’accento varesotto. L’ultimo regalo che ci ha fatto Gigi, 54 anni dopo quel trionfo, è stato aver chiesto di essere sepolto in questa terra. Tanti “continentali” che in Sardegna hanno vissuto, lavorato, messo su famiglia, al momento dell’addio hanno voluto tornare a casa: Gigi no, è voluto restare qui, ed è stato proprio questo il segnale più forte che, come cantava il grande Woody Guthrie, questa terra è la sua terra. Per sempre.
Nando Mura
