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L’editoriale | Sport sardo: 2023 da ricordare, ma serve guardare al futuro

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Cinque anni di Centotrentuno. Incredibile, ma vero. Chi l’avrebbe mai detto, nel dicembre 2018, che questa piccola famiglia di giornalisti, lettori, tecnici e semplici appassionati di sport sardo sarebbe arrivata fin qui? In pochi, probabilmente. A maggior ragione dopo aver attraversato una pandemia, i cui effetti nefasti si sentono ancora oggi. Eppure, grazie all’affetto e alla forza di volontà di tutti, da piccola creatura il nostro progetto continua a crescere e rafforzarsi.

Pian piano, senza cure miracolose per mettere su muscoli e massa, con il lavoro di ogni giorno fatto di tanti, tantissimi sacrifici da parte di tutti gli attori principali per poter continuare a offrire ai lettori un servizio il più possibile puntuale e preciso. Raccontare lo sport sardo è un’impresa non semplice, ma il nostro obiettivo è quello di riuscire a farlo sempre meglio, mettendo in luce ciò che va bene e pure quello che non va bene, sempre con il nostro stile serio ma scanzonato allo stesso tempo. Perché è sempre giusto ricordare di cosa si sta parlano, ovvero di un tema che riguarda la dimensione ludica delle nostre vite, già appesantite da problemi ben più stringenti. Il 2023 è stato un anno molto intenso, ricco di avvenimenti degni di nota nell’orizzonte sportivo isolano, ma non soltanto. Come di consueto, nell’ultimo editoriale dell’anno, andiamo a ripercorrere i principali fatti sportivi dei dodici mesi trascorsi con uno sguardo all’anno che verrà.

Calcio

È stato un 2023 nel segno di Claudio Ranieri. Il suo ritorno a Cagliari è stato certamente il fatto più importante dell’anno, in particolare a livello di impatto mediatico. La promozione in Serie A attraverso le forche caudine dei playoff, con l’epilogo della finale dell’11 giugno in un San Nicola di Bari già pronto per festeggiare, è stata l’apoteosi. Il nuovo capitolo di una storia che dura da 35 anni e che continua a emozionare i tifosi rossoblù. Le lacrime dei sostenitori alla Fiera di Cagliari al gol di Pavoletti al 94’, quando ormai tutto sembrava finito, resteranno negli annali del club che fu di Gigi Riva e Zola. Così come le migliaia di persone che popolarono le piazze del capoluogo sardo e, soprattutto, la zona arrivi dell’aeroporto di Elmas, con una festa conclusa intorno alle 6 del mattino, con il bus del Cagliari scortato fino all’uscita. Istantanee che dureranno nel tempo, immortali come il credito di Ranieri nell’ambiente rossoblù. Anche perché la seconda parte dell’anno non è stata ricca di soddisfazioni – eufemismo – con la squadra che ha ritrovato qualche sgradito fantasma del passato, con l’ultimo posto in classifica toccato con mano per un mese. Eppure, nonostante un rendimento negativo, l’animo del Cagliari di Ranieri è saldo come hanno dimostrato le tre vittorie contro Frosinone, Genoa e Sassuolo, ma pure alcune buone prestazioni contro le big della Serie A. E anche la piazza attende il cambio di rotta, con una pazienza mai avuta in passato: “Risorgeremo, l’ha detto Claudio Ranieri”, cantava la curva nel periodo più caldo della corsa playoff. Ecco, il 2024 dovrà tornare a essere sulla stessa linea dei primi sei mesi del 2023: i tifosi si aspettano un Cagliari solido, in grado di risalire la china di una classifica che per ora lo vedrebbe retrocesso, sfruttando le possibilità di un mercato invernale in cui non servirà fare una rivoluzione ma soltanto qualche correttivo, purché sia di peso e non tanto per fare.

Il 2023 resterà anche un anno da ricordare per la Torres: prima la salvezza all’ultima giornata, poi un girone d’andata al limite della perfezione a braccetto con la corazzata Cesena, favorita d’obbligo per il salto in Serie B. Una “risurrezione” che si riflette su due volti sul terreno di gioco: capitan Gigi Scotto e mister Alfonso Greco. Pilastri della salvezza prima, colonne della cavalcata al vertice poi. Un drastico cambio di rotta dovuto soprattutto grazie a loro, insieme alla sapiente opera di tessitura sul mercato di Andrea Colombino, messo sul banco degli imputati nella scorsa stagione – con troppa leggerezza da parte dell’ambiente, specie con risultati e bilanci finanziari alla mano – e ora giustamente applaudito, ancora di più dopo la pubblicazione delle cifre relative al monte ingaggi del Girone B di Serie C. La ben nota e calda passione della tifoseria sassarese sta accompagnando Scotto e compagni in un campionato fuori dalle previsioni, con l’obiettivo per il 2024 di continuare a mettere pepe al girone e, soprattutto, pressione alla capolista Cesena, dopo aver già messo una distanza di sicurezza rispetto alle inseguitrici. Diverso l’umore in casa Olbia: all’ottima salvezza centrata con Occhiuzzi in panchina e Ragatzu a inventare in campo non è seguita una seconda parte di annata in linea con le ambizioni societarie. L’ingresso nel cda degli svizzeri di Swiss Pro Promotion è ancora tutto da valutare e fin qui non ha sortito alcun effetto, né cambiato umori o aspettative della piazza, profondamente delusa dalla crisi in cui è entrata la squadra di Leandro Greco, a rischio esonero dopo un buon inizio di stagione.

In Serie D la parte del leone nel 2023 è andata alla Costa Orientale Sarda di Francesco Loi, prima con la salvezza nello scorso campionato e poi con un girone d’andata da vicecapolista del Girone G alle spalle della schiacciasassi Cavese. Un progetto ambizioso che continua a crescere, con la sfida di ottenere risultati di prestigio in un campionato nazionale attraverso la valorizzazione dei giovani sardi e del territorio del Sarrabus-Ogliastra. Fin qui il cammino è stato positivo, parallelamente alla nascita del settore giovanile guidato dagli ex gialloblù Davide Moi e Claudio Pani che fin qui sta dando risultati più che soddisfacenti alla società con base a Tertenia. Una crescita che si affianca a quella dell’Atletico Uri, alla terza stagione in quarta serie con Massimiliano Paba in tolda di comando ancora una volta con l’obiettivo della salvezza da raggiungere puntando su giovani talenti isolani, da affiancare allo zoccolo duro protagonista della cavalcata dalle serie minori del calcio sardo. Il ritorno in Serie D di Latte Dolce e Budoni, entrambe società abituate a calcare i campi della categoria regina del calcio dilettantistico italiano, ha lenito in parte la caduta dell’Arzachena, passata dalla finale playoff sfiorata alla Prima categoria, dopo il discusso (e discutibile per modalità) disimpegno del gruppo Volpi. Il 2024 delle Quattro Sorelle sarde sarà per tutte improntato innanzitutto a salvare la categoria, poi si vedrà cosa dirà il campo.

Pallacanestro

Per la Dinamo Sassari è stato un 2023 da montagne russe emozionali. Per gli uomini prima la semifinale scudetto contro l’Olimpia Milano, dopo una serie di risultati di prestigio, poi le difficoltà riscontrate nella stagione in corso. Una sfilza di inopinati infortuni che hanno reso molto complicato il lavoro di Piero Bucchi, capace comunque di barcamenarsi in acque pericolose come quelle della lotta salvezza, cui la Dinamo degli ultimi anni non era abituata. La speranza è che il cambio di playmaker Whittaker-Jefferson porti i risultati sperati, insieme alla definitiva esplosione di Tyree e alla consacrazione di Diop come uno dei centri più importanti della lega. Un po’ quello che è accaduto alle altre due realtà del mondo biancoblù, a cominciare dalla squadra femminile guidata da Antonello Restivo, per cui l’anno appena trascorso ha rappresentato l’ennesima tappa di una crescita importante sia a livello di risultati sul parquet che di autorevolezza, sia in Italia che in Europa. Un percorso simile a quello vissuto dalla Dinamo Lab, che non ha risentito affatto del cambio di leadership in panchina (da Massimo Bisin all’inglese Matthew Foden), con i biancoblù imbattuti in campionato e protagonisti in Europa. In Serie A2 femminile il San Salvatore Selargius continua a veleggiare nelle zone alte del campionato, così come l’Esperia Olimpia Cagliari nella B interregionale maschile, che ha saputo recuperare un inizio non perfetto. Per tutti il 2024 sarà un anno interlocutorio, utile a capire le vere ambizioni di ogni società.

Altri sport

Ma il 2024 sarà soprattutto un anno olimpico: dall’atletica leggera con Patta, Tortu e Kaddari alla ginnastica artistica con Nicola Bartolini, fino al canottaggio con Stefano Oppo e il windsurf con Marta Maggetti, la Sardegna sarà rappresentata a dovere. Un orgoglio per l’Isola, che nel 2023 ha potuto festeggiare diversi titoli in vari sport, ultima in ordine di tempo la Supercoppa italiana conquistata dalla Raimond Sassari qualche settimana fa, dopo aver sfiorato lo scudetto a maggio nella bella contro Fasano. Da segnalare l’argento mondiale e il titolo italiano di Sergio Massidda nel sollevamento pesi, il bronzo della figlia d’arte Martina Zola ai mondiali di jiu-jitsu a Las Vegas, la Supercoppa italiana di hockey su prato dell’Amsicora Cagliari, l’oro di Freddy Pilloni nel campionato europeo giovanile Iq Foil di windsurf, fino al titolo italiano di Michela Demontis nei campionati nazionali di Muay Thai a Jesolo. Nella boxe i titoli di Matteo Lecca, Cristian Zara e Patrick Cappai, nel volley Sarroch e Cus Cagliari hanno guadagnato la promozione nella Serie A3 nazionale, mentre nel Beach Soccer le ragazze del Cagliari hanno portato a casa una storica Coppa Italia e il terzo posto nel Mondiale per Club di Alghero. E tante altre soddisfazioni in altri sport, a testimonianza del buon stato di salute del movimento isolano che Centotrentuno continuerà a raccontare nel nuovo anno, ma pure a premiare con la terza edizione degli “Oscar di Centotrentuno” già in cantiere.

Auspici

Come sempre, chiudiamo il nostro editoriale “guardando in casa nostra”. Entriamo in un 2024 con tante aspettative e al nuovo anno vorremmo fare alcune richieste. A cominciare da un po’ più di educazione e decoro sul fronte commenti, sia sui social che sul sito. Nonostante i nostri continui appelli, la situazione non è migliorata di troppo. Insulti tra utenti, altre volte nei nostri confronti, spesso con banalità e stereotipi di matrice territoriale che con sano sfottò e campanilismo non hanno nulla a che fare. Le critiche ci stanno, anzi: sono ben accette perché alimentano il dialogo e il dibattito, due cardini di Centotrentuno. L’interazione con la community è uno dei valori fondanti del nostro modo di fare questo mestiere, ma non è bello dover leggere e quindi cancellare commenti razzisti, insulti etc. Per qualcuno sarà anche una lotta contro i mulini a vento, ma noi non ci vogliamo arrendere e chiediamo a tutti uno sforzo in più in questa direzione. Da parte nostra ci impegniamo a cercare di offrirvi un servizio di sempre maggiore qualità, per continuare a crescere insieme alla nostra community fatta di persone reali, di nomi e cognomi da associare a un volto, spesso e volentieri di amicizie vere nate grazie a scambi di opinioni sullo sport. Cresce l’interazione, crescono i rapporti personali, crescono i numeri e parallelamente anche la voglia di fare ancora meglio. Articoli, rubriche, dirette, foto e gallery, meme: il menù del nuovo anno in casa Centotrentuno continuerà a essere ricco, con tante cose sfiziose a fare da contorno ai piatti forti della nostra “tradizione giornalistica”. Speriamo di raccontarvi tante vittorie, perché gioie ed emozioni sono la parte più bella del nostro lavoro. Insomma, che il 2024 sia un anno ricco di soddisfazioni per tutta la famiglia di Centotrentuno: da vivere, come al solito, “a voce alta”.

Francesco Aresu

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