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Davide Nicola insieme al direttore sportivo del Cagliari Nereo Bonato durante la conferenza stampa di presentazione

L’Editoriale | Realismo e aspettative: Cagliari, caccia all’equilibrio perfetto

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“Abbiamo fatto tutto quello che volevamo sul mercato, con coerenza e pazienza”. Parole di Nereo Bonato, direttore sportivo del Cagliari, che hanno certificato la soddisfazione del club rossoblù per la gestione di un mercato lungo e complicato dagli ormai soliti ostacoli legati all’indice di liquidità, freno alla libertà di investimento di mezza Serie A. Un’estate ricca di attese quella vissuta dal club rossoblù, a cominciare da quella per ufficializzare l’arrivo di Davide Nicola in panchina, dopo una trattativa durata alcune settimane prima del definitivo incastro. Non a caso il dirigente originario di Verona ha parlato di pazienza, virtù esercitata sia dal club in fase di campagna acquisti sia dalla tifoseria rossoblù nei mesi estivi, passati ad attendere giorno dopo giorno novità sul ritorno di Gianluca Gaetano – chi si ricorda le nostre dirette durante il ritiro di Chatillon? –, con il trequartista napoletano arrivato invece proprio sul gong del calciomercato.

Parametri economici

La conferenza stampa di Bonato di ieri, mercoledì 11 settembre, è durata circa mezz’ora: un tempo in cui il diesse rossoblù ha toccato tutti i vari temi del mercato estivo, con alcuni concetti e termini ripetuti più volte. Oltre alle già citate “coerenza e pazienza”, nelle sue parole è riecheggiato più volte l’argomento dei “vincoli e parametri economici da rispettare”. Un fil rouge su cui si è strutturato l’intervento del dirigente rossoblù, che ha spiegato come le cessioni di Dossena e, soprattutto, Sulemana siano state necessarie per poter migliorare la rosa e, soprattutto, la situazione economica del club. Il tutto sottostando ai paletti imposti da “bilancio e indice di liquidità, complicato da rispettare durante il mercato”. Bonato ha insistito tanto su questo tema, ricordando come si sia puntato a ringiovanire il gruppo e abbassare il monte salari (su tutte la risoluzione del contratto di Gaston Pereiro), in un “percorso di crescita” che passa dalla patrimonializzazione – attraverso l’acquisto di calciatori di proprietà e non più in prestito, salvo Piccoli e Adopo – e dalla creazione di uno zoccolo duro “italiano e giovane”, su cui poter costruire il Cagliari del futuro. Parole ricche di pragmatismo e, ancor più, realismo, pronunciate da un dirigente esperto di progetti diventati vincenti a lungo termine: Sassuolo, Udinese, a suo modo Cremonese, dopo gli anni passati dai grigiorossi a vivacchiare in Serie C.

Attacco

Parole però difficilmente in grado di riscaldare il cuore dei tifosi del Cagliari, specialmente quelli che vivono il calcio in maniera più “viscerale”. Perché, riascoltandole a oltre 24 ore di distanza, qualche argomento pronto a lasciare dubbi esiste. A cominciare dalla costituzione del reparto offensivo in dote a Nicola. È arrivato Roberto Piccoli, un elemento chiamato alla definitiva consacrazione sia dal punto di vista caratteriale che, soprattutto, a livello realizzativo. L’ex Lecce nelle ultime stagioni non ha mai avuto continuità, dato che da nessuna parte è riuscito a conquistarsi una maglia da titolare. Possibilità che invece il Cagliari gli ha dato fin dal primo giorno, finora con buoni risultati. Ma non è un mistero che sin da inizio mercato il club rossoblù abbia cercato di rinforzare l’attacco anche con altri profili (Kevin Carlos, Cheddira, Okereke, Dessers), a condizione che partisse Gianluca Lapadula. L’italoperuviano però non ha accettato le offerte giuntegli durante gli ultimi mesi, così come il Cagliari non era disposto a privarsene a titolo gratuito. Due aspetti che hanno fatto sì che il matrimonio con il Bambino delle Ande continuasse, anche se le prime prestazioni stagionali del 9 rossoblù sono state al di sotto delle attese della piazza. “Gli attaccanti sono in condizioni migliori rispetto alla scorsa annata”, ha detto Bonato riferendosi ai vari problemi fisici che avevano contraddistinto l’inizio di stagione 2023-24, soprattutto per quanto riguarda Lapadula. La domanda, a pochi giorni dalla ripresa della Serie A, resta la stessa posta a fine mercato: basterà l’all-in su Piccoli e Luvumbo, in assenza di un bomber da 20 reti, definito dallo stesso diesse “un privilegio per pochi”? Presto, prestissimo per dare una risposta, ma qualche dubbio c’è.

Cortocircuito Wieteska

Un altro tema che ha creato dibattito è certamente la gestione degli esuberi in difesa, ovvero Mateusz Wieteska e Pantelis Hatzidiakos. Durante l’estate Nicola ha provato a “recuperarli” alla causa rossoblù inserendoli a turno nella difesa a 3 in posizione centrale, come backup di Yerry Mina, all’epoca impegnato in Copa America con la Colombia. Il greco ha fatto benissimo nella parte sarda del ritiro, il polacco in quella valdostana e, soprattutto, nelle prime due gare ufficiali contro Carrarese e Roma. Nonostante due prestazioni di sostanza, con il ritorno a pieno ritmo del colombiano e, soprattutto, l’ingaggio dello svincolato Palomino, l’ex Legia è finito nuovamente sul mercato. Da imprescindibile a sacrificabile, dall’oggi al domani. Prima il no al Palermo, poi la trattativa con l’Udinese sfumata nelle ultime ore di mercato: una situazione particolare, dato che per questo Wieteska non era stato inserito nell’elenco dei convocati per la trasferta di Lecce. Chiusa il 30 agosto la sessione di trattative italiana, per il 27enne di Varsavia restavano alcune possibilità all’estero. Il Paok Salonicco cercava un centrale di esperienza internazionale e non a caso aveva messo nel mirino sia lui che il sodale Hatzidiakos, entrambi in uscita. Giorni di fitte trattative sull’asse Grecia-Sardegna (come confermato dallo stesso diesse a microfoni spenti), senza però che si trovasse l’accordo definitivo. Così nel frattempo l’ex Az è finito in Danimarca al Copenaghen, capace di fare l’offerta giusta al Cagliari, mentre il polacco è rimasto in rossoblù. Non si sa quanto in maniera convinta, però: a Nicola il non facile compito di tornare a farlo sentire pienamente utile alla causa del Cagliari.

Nicola e le aspettative del club

Infine, un altro elemento che è invece emerso in maniera chiara dalle parole di Bonato in conferenza è la fiducia pressoché totale nei confronti del tecnico piemontese, chiamato a ricostruire un nuovo progetto dopo il ciclo targato Ranieri. Il diesse rossoblù lo ha sottolineato spesso nelle sue parole, quasi a mettere in chiaro le aspettative del club. Nicola ha dato le sue indicazioni sul mercato, con un potere decisionale di rilievo sia in entrata – specie su Luperto e Marin, da lui avuti a Empoli – che in uscita. “Volevamo seguire il credo dell’allenatore: un calcio fatto di intensità e proposta, di aggressione, di coraggio”, ha detto Bonato. E lo dimostrano l’arrivo di Palomino e la conferma di Mina, necessari per dare cattiveria al reparto arretrato (caratteristica evidentemente non in dote ai già citati Wieteska e Hatzidiakos, non ritenuti all’altezza delle aspettative del tecnico), hanno certamente influenzato le scelte generali. Come sul fronte relativo ai giovani: li ha valutati in ritiro e ha deciso di tenerne soltanto alcuni. Luvumbo, Obert e Prati, più Kingstone e Ciocci, ovvero coloro che avevano maggiore esperienza in Serie A. Per tutti gli altri, tolto Sulemana partito per finanziare il mercato in entrata, è arrivata la cessione per continuare altrove la maturazione: in prestito per Veroli, Kourfalidis e Catena, mentre per Delpupo è stata scelta la partenza a titolo definitivo. Scelte necessarie dal punto di vista numerico (che senso ha una rosa di 35 elementi?), ma che solo il tempo dirà se le più giuste anche sul campo.

Ripartenza

Quel che è certo, infine, è come la partenza in campionato non abbia soddisfatto del tutto la dirigenza: “Meritavamo qualcosa in più a livello di punti, speriamo almeno di aver imparato da queste prime partite”, ha detto Bonato. Il riferimento è soprattutto all’inopinata sconfitta di Lecce, con un Cagliari capace di dominare il match ma incapace di superare Falcone, nonostante almeno sei occasioni nitide tra cui due traverse. Errori di cui fare tesoro in vista della ripresa del campionato, domenica 15 all’Unipol Domus contro il Napoli. Ovvero la stessa società da cui è arrivato Gaetano, dopo una trattativa “paziente e coerente con i parametri economici imposti dal club”, mutuando le parole del diesse rossoblù. “Siamo all’inizio di un percorso nuovo, c’è grande curiosità di scoprirsi e farsi scoprire. Penso ci siano tutti gli ingredienti per fare bene”. Un auspicio, quello di Bonato, in linea con la metafora da lui usata in conferenza: la semina è stata fatta, ma il raccolto dipende da diversi fattori. La speranza dell’intero ambiente rossoblù è quella che tutte la variabili vadano nella direzione voluta dal club. “La nostra gioia passa dalla sofferenza”: un’altra espressione densa di realismo che trae origine dalle ultime stagioni vissute dal Cagliari da Palermo a Bari, fino a Reggio Emilia –, ma che potrà essere digerita dalla piazza soltanto se il sacrificio sarà una condizione temporanea, in vista di un futuro migliore. Servirà trovare il giusto equilibrio, una parola molto cara sia a Bonato che a Nicola. Al tecnico rossoblù e ai suoi ragazzi il compito di trasformare in realtà auspici e aspettative, a cominciare dalla gara contro il Napoli, in cui servirà una squadra versione Carrarese e Roma, non certo quella arruffona e confusionaria vista a Lecce.

Francesco Aresu

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