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L’Editoriale | Il 2024 dello sport sardo: un anno intenso di gioie e dolori

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Addio 2024, benvenuto 2025. Va definitivamente agli archivi un anno estremamente intenso per lo sport in Sardegna, tra le gioie arrivate in estate alle Olimpiadi di Parigi con tre medaglie e i dolori come la morte, quasi improvvisa, di Gigi Riva lo scorso 22 gennaio. Nel nostro consueto editoriale di fine anno proveremo a rivivere insieme tutte le emozioni del 2024, con uno sguardo anche alle attività di Centotrentuno. 

Al top
Tre medaglie olimpiche a Parigi, di cui due d’oro al femminile grazie alle imprese di Marta Maggetti e Alessia Orro, più una d’argento, con la conferma di Stefano Oppo dopo Tokyo 2020. Nel calcio la salvezza quasi miracolosa del Cagliari di Claudio Ranieri e la cavalcata playoff della Torres, a pochi passi dalla clamorosa promozione in Serie B. Sono queste le principali cinque istantanee positive degli ultimi dodici mesi dello sport sardo, che non a caso abbiamo scelto anche di immortalare nel nostro ultimo post sui social del 2024. La doppia medaglia d’oro delle due portacolori dei Quattro mori rappresenta il punto più alto del momento recente dello sport sardo: il trionfo della velista cagliaritana nel windsurf (IQ Foil) lo scorso 3 agosto ha riportato il capoluogo sardo sul tetto olimpico dopo l’oro di Paolo Angioni nel 1964 a Tokyo nel concorso completo a squadre di equitazione. Un altro successo per Marta dopo l’impresa di Brest 2022, in cui vinse il titolo mondiale. Di pari livello il contributo di Orro alla causa del volley femminile italiano, che prima di Parigi non aveva mai centrato il traguardo del podio olimpico. Con una cavalcata ai limiti della perfezione, l’Italvolley di Julio Velasco ha saputo dare continuità alla Nations League vinta qualche mese prima a Bangkok, entrando ufficialmente nella storia anche grazie alla palleggiatrice di Narbolia. Provincia di Oristano protagonista dell’estate olimpica sarda anche grazie alla seconda medaglia centrata da Stefano Oppo che, dopo il bronzo centrato a Tokyo ha saputo scalare un altro gradino del podio portando a casa un argento preziosissimo insieme al compagno Gabriel Soares, aggiungendo un altro trofeo a una carriera già ricca di soddisfazioni tra Mondiali ed Europei. Da segnalare anche la partecipazione alle Olimpiadi per Sergio Massidda (Sollevamento pesi), Nicola Bartolini (Ginnastica artistica) e il trio dell’atletica formato da Dalia Kaddari, Lorenzo Patta e Filippo Tortu e del trio paralimopico Sara Desini (Sitting volley), Nanni Achenza (Triathlon) e Luca Arca (Tennis in carrozzina). Nessun podio per loro, ma una nuova soddisfazione per lo sport isolano. Infine, non è una medaglia olimpica ma è da segnalare anche il la vittoria di Federico “Freddy” Pilloni del titolo mondiale giovanile di windsurf, nella stessa categoria IQ Foil che ha visto il trionfo di Marta Maggetti. Per il giovane velista cagliaritano la conferma in una prima parte di carriera già ricca di successi, che sembra destinata a ulteriori allori in futuro. 

Asso pigliatutto
Il 2024 è stato anche l’anno d’oro di Angelo Binaghi, presidente della Federazione italiana tennis-padel. La clamorosa stagione di Jannik Sinner – primo italiano numero 1 al mondo, vittoria di 2 Slam (Australian Open e Us Open), ATP Final e la seconda Coppa Davis consecutiva con l’Italia – e Jasmine Paolini (oro olimpico a Parigi nel doppio con Sara Errani, 2 finali Slam e la vittoria della Billie Jean King Cup con l’Italia) ha reso merito al gran lavoro fatto negli ultimi vent’anni dal dirigente cagliaritano, diventato nel tempo tra le figure più influenti e potenti dello sport italiano. Il 2025 sarà un anno di nuove sfide per Binaghi e l’Italtennis, chiamati a difendere i titoli conquistati e, se possibile, conquistarne di nuovi. Sempre con la Sardegna nel cuore, come dimostra l’attenzione per l’Open di Cagliari che, ormai da anni, è diventato un appuntamento di livello nella strada di preparazione agli Internazionali di Roma. 

Cagliari
Sul fronte calcistico, invece, Cagliari e Torres si sono divise il proscenio con una prima parte di anno da ricordare. Per quanto riguarda il Capo di Sotto l’analisi sul 2024 va divisa in due. Nella prima parte resterà agli annali l’ennesimo capitolo della perfetta storia scritta in rossoblù da Claudio Ranieri: l’unico in grado di compattare l’esigente piazza cagliaritana intorno alla sua figura autorevole di leader buono ed esperto, intoccabile e indiscutibile anche nei momenti più difficili. Le famose “libecciate” erano state previste fin dal ritiro estivo e, puntualmente, si sono verificate. La barca del Cagliari ha ballato tanto in mezzo alle onde, ha pure rischiato di affondare in alcuni frangenti, ma il tecnico romano non ha mai abbandonato i suoi. Ci arrivò vicino nel postpartita di Cagliari-Lazio, per dare “l’elettrochoc” a una squadra incapace di avere continuità e a serio rischio ricaduta in Serie B: Pavoletti e compagni fecero però fronte comune con Sir Claudio, dando il via a una risalita in classifica culminata, il 19 maggio a Reggio Emilia contro il Sassuolo, nella matematica salvezza arrivata con un turno di anticipo. “Vado, faccio l’impresa e torno”: in un anno e mezzo Ranieri è riuscito a riportare in Serie A un Cagliari depresso e sull’orlo del tracollo, conquistando poi una clamorosa salvezza con una rosa probabilmente incompleta ma formata da un gruppo sano, che ha sempre remato nella stessa direzione data dal tecnico. Cui la piazza cagliaritana dovrà essere sempre e soltanto riconoscente, senza rischiare di cadere nell’errore di cancellare i bei ricordi per via di polemiche sterili – pratica molto in voga soprattutto nelle aule del tribunale social in cui si è trasformato Facebook – per il suo “sì” a una Roma disperata, proprio come lo era il Cagliari nel dicembre 2022. 

Al suo posto è arrivato Davide Nicola: un tecnico di ben altre caratteristiche rispetto a Ranieri, sotto tutti i punti di vista. L’ex Empoli ha raccolto – con coraggio, va detto – un’eredità tutt’altro che semplice, provando a imporre il suo modo di fare calcio fatto di intensità, ritmi alti e sfacciataggine (“a faci manna”, come piace ripetere al tecnico di Vigone). A distanza di quasi sei mesi dal suo arrivo in Sardegna il bilancio è “asimmetrico”: sul campo il Cagliari di Nicola prova a giocarsela alla pari contro tutti gli avversari, ma i risultati non gli stanno dando ragione. Così, a una giornata dalla fine del girone d’andata, i rossoblù hanno gli stessi identici numeri rispetto alla stagione scorsa. Terzultimo posto, ma a 6 punti dal decimo posto: con una classifica cortissima è ancora molto, molto presto in casa Cagliari per fasciarsi la testa. Però non bisogna nemmeno sottovalutare i pericoli di un campionato estremamente livellato nella seconda metà della classifica, imparando dalle lezioni delle ultime stagioni. Ora arriva il mercato di gennaio, che dovrà essere l’ancora di salvezza per una squadra, come quella di Nicola, che costruisce, produce ma non riesce a concretizzare. E che, in difesa, spesso concede gol evitabili – eufemismo – ad avversari che, a differenza di Mina e compagni, sono ben più concreti e spietati. Personalità, cattiveria sottoporta e coraggio: nel 2025 il Cagliari, in tutte le sue componenti, non potrà permettersi di sbagliare alcuna mossa, perché non è sano correre sempre in equilibrio su un filo che ogni anno si fa più sottile. La scelta di Nicola in estate ha seguito una logica condivisibile, nell’ottica di avviare un nuovo progetto di crescita della squadra e del club su base triennale. Sul mercato estivo sono state fatte operazioni intelligenti, come il puntare su elementi di sicura affidabilità (Luperto e Marin), insieme ad altri futuribili come Piccoli, Zortea, Adopo e lo stesso Gaetano che, dei quattro, è l’unico ad aver deluso nel girone d’andata. Proprio il giocatore più inseguito dal direttore sportivo Nereo Bonato, che tante fiches aveva puntato su di lui per far fare il salto di qualità al Cagliari, anche a costo di rinunciare a Oristanio (troppi 4 milioni per il riscatto dall’Inter). Quel che non ha convinto della gestione del mercato è lo stesso tema ora al centro della discussione in casa Cagliari, ovvero la mancanza di un altro attaccante da affiancare a Piccoli. E chi scrive lo ha detto a mercato chiuso: scripta manent (“Manca un Lapadula più giovane e un braccetto di destra di peso. A Nicola il compito di gestire una rosa ampia e con qualche punto interrogativo in ogni reparto”, 31 agosto 2024). La fondata speranza di Bonato e Nicola era quella che Gaetano si confermasse sui livelli realizzativi dello scorso campionato, quando mise a segno 4 reti in 11 presenze con la maglia rossoblù. Il fatto che il classe 2000 arrivato dal Napoli sia rimasto a secco nelle 14 gare giocate in questa stagione è evidentemente uno dei fattori che hanno bloccato gli ingranaggi del gioco di Nicola. Le famose “staffette” in avanti tra Piccoli e la coppia formata da Pavoletti e Lapadula – auspicate da Bonato nel postpartita di Lazio-Cagliari – non si sono mai viste, anche perché quando l’italoperuviano è stato impiegato raramente è stato in grado di fare la differenza. Nel mercato di gennaio servirà qualcosa di più e di diverso, per completare una rosa certamente valida nei nomi quanto e più delle concorrenti, tra nazionali e giocatori di prospettiva. Insieme a una presa di coscienza da parte del club, con in testa la proprietà, per capire quanto sia fondamentale dare continuità alla Serie A con i giusti investimenti per evitare nuovamente l’incubo cadetteria. Specialmente in un anno, come il 2025, che potrebbe essere davvero cruciale sul fronte nuovo stadio e che potrebbe dare, finalmente, nuova linfa al futuro del Cagliari. In estate Bonato parlò di consolidamento, ma senza risultati è difficile dare forza ai propositi. Chiudere al più presto la trattativa per portare Caprile a Cagliari e trovare i giusti profili in attacco, in grado di garantire gol e concretezza: questi i compiti che attendono Bonato sul mercato. Recuperare il talento di Prati alla causa rossoblù, trovare la giusta collocazione tattica per Marin (sempre che l’ex Ajax resti a Cagliari) e ritrovare Viola e Gaetano: queste, invece, le sfide per Nicola, che a gennaio si giocherà molto delle sue chances di futuro in rossoblù. Il 2025 darà le prime risposte a cominciare dal primo match dell’anno a Monza: uno spareggio da non fallire a nessun costo, per evitare di sprofondare in acque scomode e pericolose, buttando al vento – ancora una volta – il lavoro fatto. 

Torres
Sul fronte Torres, invece, la stagione 2023-24 ha fatto capire a tutti le reali potenzialità della proprietà targata Abinsula. Un mercato importante, con il ritorno in Sardegna di calciatori sardi e sassaresi in primis, che ha permesso ai rossoblù allenati da Alfonso Greco di vivere un testa a testa con la corazzata Cesena per tre quarti di stagione: in Serie B sono saliti i romagnoli, ma la stagione vissuta da Scotto e compagni è entrata nella storia del club sassarese. Un campionato esaltante, con pochissimi passaggi a vuoto, con i sassaresi che hanno dimostrato di potersela giocare fino alla fine contro una squadra costruita, a differenza dei rossoblù, per vincere il girone B senza rischiare la lotteria dei playoff. E pazienza se la Torres non ha superato lo scoglio dei quarti di finale nazionali: l’eliminazione dopo la doppia sfida contro il Benevento ha creato delusione nella piazza. È vero, spesso il tifoso vuole tutto e subito e, quando questo non avviene, in breve tempo perde entusiasmo e tende a dare più spazio ai difetti (pochi, nel caso specifico) che ai pregi (tanti). Però il cammino virtuoso compiuto dalla Torres negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti e, soprattutto, indiscutibile numeri alla mano. Affinché la Torres faccia il salto definitivo nel calcio che conta servirà pazienza, tempo e lungimiranza. Ma soprattutto unità di intenti tra proprietà, squadra e tifoseria. Per centrare un obiettivo che sarebbe storico servirà uno sforzo in più da parte di tutti gli attori in causa. Il 2024 ha visto i rossoblù chiudere al quarto posto a 36 punti, a meno cinque dal trio di testa formato da Ternana, Pescara e Virtus Entella. Un rendimento di assoluto rispetto, pur con qualche innegabile passaggio a vuoto specialmente in casa. Eppure l’aria che da settimane si respira a Sassari è di quelle pesanti. La domanda è una: cui prodest? Ha senso avere una piazza divisa proprio mentre il traguardo Serie B è, paradossalmente, più a portata di mano rispetto alla scorsa stagione? Chissà, ma se il 2024 è stato un grande anno per i colori rossoblù – 67 punti, con 19 vittorie e 10 pareggi e altrettante sconfitte, migliore squadra del girone B – il 2025 potrà essere ancora più soddisfacente. Il mercato invernale potrà essere una carta in più da giocare nella seconda parte di stagione, anche per risistemare gli equilibri all’interno del gruppo guidato da Greco, chiamato a risollevare il morale di una tifoseria assetata di successi e di gloria, vogliosa di rifarsi dopo i playoff persi contro il Benevento nel maggio 2024. Possibilità e potenzialità ci sono, ma per inseguire il sogno Serie B servirà una piazza unita e pronta a remare in un’unica direzione verso l’obiettivo.  

Addio, Rombo di Tuono
Il 2024 doveva essere anche l’anno in cui Gigi Riva avrebbe compiuto 80 anni. Invece il Mito se n’è andato, a modo suo, la sera del 22 gennaio: ricoverato all’ospedale Brotzu di Cagliari, Riva ha scelto di evitare un’operazione che da una parte gli avrebbe allungato la vita, ma dopo avergliela stravolta nelle sue abitudini e riti. E così ha deciso, per l’ultima volta nella sua esistenza da Hombre vertical, di seguire la sua indole di uomo libero. Il capoluogo sardo è stato invaso da quasi 40mila persone il giorno dei funerali nella basilica di Bonaria: il doveroso atto d’amore di un popolo grato per le tante decisioni controcorrente prese da Riva durante la sua carriera da calciatore e, più in generale, la sua vita. La manifestazione di ricordo per i suoi 80 anni, la “Gigi Riva Football Week” ha portato a Cagliari tanti personaggi legati a Rombo di Tuono per una settimana di eventi toccanti ma sempre con uno sguardo positivo. Come se Gigi non se ne fosse mai andato, come detto dal figlio Nicola ai nostri microfoni. Nel 2024, oltre a Riva, ci hanno lasciato anche altri due alfieri di quello scudetto irripetibile: a luglio è morto Comunardo Niccolai, a settembre Cesare Poli. Altri due lutti che hanno colpito quella mitica squadra e che hanno addolorato la tifoseria rossoblù, che continua a guardare alla stagione 1969-70 come al momento più alto – e probabilmente irraggiungibile – della storia del Cagliari Calcio. 

Luci e ombre
Non tutto però è andato per il meglio nel 2024 dello sport sardo. Nel calcio è arrivata la clamorosa retrocessione dell’Olbia in Serie D, dopo una stagione da incubo che ha certificato il ritorno dei galluresi tra i dilettanti dopo otto campionati in Lega Pro. In Serie D il Budoni non è riuscito a mantenere la categoria, tornando in Eccellenza dopo una sola annata, mentre il girone d’andata della stagione in corso ha visto le squadre sarde in difficoltà: tolto il Latte Dolce, con 23 punti al giro di boa, le altre (Olbia, Ilvamaddalena, Atletico Uri e Costa Orientale Sarda) hanno chiuso nelle ultime quattro posizioni del girone G. Nel 2025 servirà un cambio di passo deciso e immediato, per evitare pericolose derive “fratricide” in quella caldissima parte di campionato rappresentato dalle ultime giornate, in cui ogni punto pesa il doppio o anche il triplo. Nel campionato Primavera 1 il Cagliari di Fabio Pisacane continua nel suo percorso di crescita e valorizzazione di talenti da lanciare nel calcio professionistico. Diversi protagonisti dell’annata 2023-24 sono andati a farsi le ossa tra i grandi: Ryad Idrissi al Modena in Serie B, mentre in C sono finiti Michele Carboni (Ternana) ed Etienne Catena (Virtus Verona), mentre Ismael Konate è passato a titolo definitivo all’Empoli, dove si divide tra Prima squadra (già 2 presenze in Serie A) e Primavera. 
Nella pallacanestro in casa Dinamo Sassari il 2024 ha rappresentato il cambio in panchina nella squadra maschile tra Piero Bucchi e Nenad Markovic, chiamato a gennaio in biancoblù per risollevare una stagione partita con il piede sbagliato con l’infortunio patito da Bendzius, rimasto ai box per tutta l’annata. Alla fine è arrivata una salvezza più o meno tranquilla, con la sempre maggiore consapevolezza che il livello della Serie A di basket sta salendo sempre di più: impressione decisamente confermata nella stagione in corso, in cui i sassaresi stanno provando a rilanciarsi in chiave Final Eight di Coppa Italia dopo un inizio balbettante. Sul fronte femminile la Dinamo Women di Antonello Restivo continua nel suo percorso di consolidamento in Serie A1 e in Europa, così come la Dinamo Lab di Matthew Foden. In Serie B interregionale l’Esperia Olimpia Cagliari di Federico Manca sta provando a ritagliarsi un ruolo da protagonista in un girone complicato e combattuto, così come Virtus Cagliari e San Salvatore Selargius nella Serie A2 femminile. Nel volley maschile Cus Cagliari e Sarroch hanno saputo mantenere la Serie A3, regalando agli appassionati sardi un derby anche nella stagione in corso, così come in quello femminile la Hermaea Olbia continua a essere l’unica squadra sarda in Serie A2, con ottimi risultati per coach Dino Guadalupi. Infine, per quanto riguarda i motori, il movimento sardo è in salute con tante gare, su cui spicca la tappa del Mondiale Rally che festeggerà la 22esima edizione nel 2025 nell’Isola, ma anche svariate corse con validità nazionale. Senza dimenticare il percorso di crescita di alcuni giovani piloti che si stanno sempre più affermando a livello internazionale e nazionale: i rallysti Valentino Ledda, Mattia Ricciu, il giovanissimo Bernardo Bitti nell’europeo autocross, e il pistaiolo Lorenzo Cossu. 

Il nostro 2024
In conclusione, l’editoriale di fine anno è anche tradizionalmente l’occasione per fare un bilancio degli ultimi dodici mesi vissuti dalla famiglia di Centotrentuno. A livello personale qualcuno di noi ha allargato la famiglia, altri hanno raggiunto traguardi importanti come lauree e simili, altri ancora hanno trovato la propria dimensione all’interno della redazione. Ma è stato sicuramente un 2024 ricco di sfide anche per noi, a cominciare dal racconto della morte di Gigi Riva: abbiamo provato a vivere insieme a voi un momento forte e certamente complicato per la Sardegna, cercando di essere da tramite con i tanti nostri corregionali che, tra emigrati e non, erano impossibilitati a poter partecipare al lungo saluto a Rombo di Tuono. Vi abbiamo raccontato – in casa e in trasferta – la lotta salvezza del Cagliari di Claudio Ranieri, con le ultime due giornate ricche di emozioni tra Reggio Emilia e l’ultimo atto del Sir da allenatore rossoblù alla Sardegna Arena. Abbiamo accompagnato la cavalcata della Torres verso il sogno chiamato Serie B: siamo stati l’unica testata sarda presente a Benevento nella gara d’andata dei playoff nazionali, ma vi abbiamo raccontato tutti i passi di avvicinamento di Scotto e compagni fin dal ritiro estivo. Abbiamo cercato di essere protagonisti nei difficili mesi di calciomercato, dalla Serie A all’Eccellenza, passando ovviamente per Serie C e D, con un occhio di riguardo per i trasferimenti dei calciatori sardi. Non solo calcio, però: tanto spazio anche alla pallacanestro, tra gli approfondimenti sul mondo Dinamo Sassari e le altre realtà isolane, fino alla Serie C. Sicuramente abbiamo commesso i nostri errori e di questo, come di consueto, chiediamo scusa: la perfezione non è di questo mondo, ma è sacrosanto provare ad avvicinarla sempre di più e questo percorso non finisce mai. Il 2024 resterà però per noi indimenticabile grazie anche al riconoscimento che ci ha tributato l’Ussi Sardegna: essere premiati dai colleghi giornalisti è stato davvero un grande privilegio, che rende merito al grande lavoro fatto dalla squadra che, indegnamente, mi onoro di coordinare. Ma non è un punto d’arrivo, casomai di partenza: vogliamo continuare a crescere insieme a voi e, soprattutto, grazie a voi. Visualizzazioni, commenti, interventi, interazioni continuano a essere in crescita, nonostante una pluralità di alternative nell’offerta informativa offerta dalla realtà sarda. C’è sempre qualcosa da migliorare, sia chiaro: ancora troppe volte assistiamo a siparietti poco edificanti sia sul sito che sui social, sempre più spesso – purtroppo – tra gli utenti stessi. In particolare su Facebook, diventato negli ultimi anni sempre più un inaccettabile sfogatoio di frustrazioni personali. E questo per noi non può che essere un dispiacere, per quanto faccia parte del gioco. Ma non ci arrendiamo, anzi: abbiamo provato a dare una nuova veste ad alcuni contenuti video, come per esempio Cagliari Social Arena, coinvolgendo alcune realtà dell’etere sardo e cagliaritano nello specifico. Alla rete già in piedi con YouTg, TeleregioneLive e Radio Kalaritana si sono aggiunte realtà in crescita come Salotto Rossoblù, Cronache di Casteddu e il giovane youtuber Federico Cogoni. Crediamo tanto nel gioco di squadra e, numeri alla mano, sembra che la proposta sia stata ben accettata anche dal nostro pubblico. Insomma, il 2025 sarà importante anche per noi di Centotrentuno: sarà il nostro settimo anno di vita, ma non intendiamo certamente farci colpire dalla “crisi del settimo anno”. Certo, non è semplice continuare a mantenere questo livello con poche risorse: negli anni abbiamo coinvolto nuove realtà in grado di sposare il nostro progetto e sostenerlo, vogliamo farlo anche nel 2025. Per continuare a far crescere la famiglia di Centotrentuno e cercare di avere un futuro sempre più radioso. Insieme a tutti voi, a voce alta. 

Atrus annus!

Francesco Aresu

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