Partiamo subito da una premessa semplicissima: soltanto una legge elettorale obbrobriosa come quella attuale (che nessuno ha voluto cambiare, chissà come mai) poteva generare una situazione paradossale come quella che abbiamo vissuto nelle scorse ore nella nostra amata Isola.
Il dato
Ormai lo sanno anche i sassi: Alessandra Todde è la nuova Presidente della Regione Sardegna, grazie ai circa tremila voti di scarto (3mila, non 30mila) su Paolo Truzzu, il grande sconfitto delle Elezioni regionali 2024. È bastato lo 0,4 per cento in più ad attribuire alla candidata del centrosinistra il 60 per cento dei seggi in Consiglio Regionale, lasciando fuori dalla rappresentanza l’altro grande sconfitto di questa tornata elettorale, ovvero Renato Soru. Cui non è bastato raggiungere l’8,6 per cento (63.100 voti per la precisione) per far entrare almeno un esponente delle sue cinque liste nel Transatlantico di via Roma. Si potrebbero fare mille analisi politiche di questo esito elettorale, che certifica per l’ennesima volta l’alternanza al governo della Regione, con il “Campo Largo” che prende il potere di una manciata di voti rispetto a un centrodestra che ha puntato sul cavallo sbagliato (N.B. lo dicono i numeri, non chi scrive), quel Paolo Truzzu rinnegato dalla sua stessa Cagliari – eclatante il +19% della Todde nelle 173 sezioni del capoluogo – ma, più in generale, non premiato dal voto nei grandi centri a eccezione di Olbia e Oristano. Certo, se il fronte anti-Truzzu si fosse presentato compatto, con tutta probabilità il risultato sarebbe stato differente e il popolo sardo non avrebbe assistito al testa a testa tra i due principali candidati durato fino a notte inoltrata. Ma così non è stato e, di fatto, la bistrattata legge elettorale ha trasformato in vittoria quello che in altri tempi (e con altre normative elettorali) avrebbe rappresentato un sostanziale pareggio. Fatta questa premessa da semplici osservatori e non da esperti notisti politici, un dato è certo: toccherà ad Alessandra Todde prendere il posto di Christian Solinas alla guida della Regione. Un compito non semplice per l’ex viceministra allo Sviluppo economico, che però fin dalle prime dichiarazioni ha dettato la sua linea d’azione: “Oggi – ha detto Todde nella conferenza stampa di ieri, martedì 27 febbraio – si inizia a lavorare per la Sardegna. Partire dalla sanità, dall’assalto eolico, dai giovani costretti a emigrare. Vorremmo un’isola moderna, pulita, meta per chi vuole vivere in un contesto del terzo millennio. Su questo ci impegneremo perché l’isola rinasca e cambi faccia”. Parole impegnative, che ovviamente saranno valutate e pesate soltanto con l’andare avanti della legislatura che prenderà il via nelle prossime settimane e con le attività della nuova giunta.
Le prime parole
Se qualcuno è rimasto ancora su questo articolo, nonostante non ci sia stato il benché minimo riferimento allo sport sardo, si starà chiedendo: “Ma da quando in qua su Centotrentuno si parla di politica?”. La risposta è semplice, in realtà. L’inizio di una nuova legislatura regionale non può non interessare anche la principale testata sportiva online dell’Isola, proprio per cercare di capire come verrà trattato il tema dello sport dalla prossima Giunta Todde. E il primo sentore si è avuto già ieri, quando alla domanda del collega Mario Frongia sul nuovo stadio di Cagliari, la governatrice in pectore ha risposto: “Credo che bisogna prendere in considerazione la sua collocazione, dove sarà il nuovo stadio, ovvero il quartiere di Sant’Elia. È importante pensare a una grande struttura che renda Cagliari una città internazionale, una città che possa ospitare eventi all’altezza, ma anche che questa diventi un contesto di riscatto per un quartiere che ha sofferto per troppo tempo”. Parole che ricalcano quelle pronunciate negli anni dalle varie istituzioni che si sono confrontate sul tema: serve una struttura di livello internazionale, ma pure “ridare dignità” – per usare le parole di Todde – agli abitanti del quartiere.
La gestione Biancareddu
È facile pensare che il tema dell’impiantistica sportiva faccia parte del programma della nuova Giunta: non riguarda soltanto il nuovo stadio di Cagliari, che comunque rappresenta la punta dell’iceberg, ma pure il restyling di strutture dei principali centri sardi. Anche perché l’assessore uscente allo Sport, Andrea Biancareddu, non più tardi di tre mesi fa a margine della firma sul decreto di trasferimento dei famosi 50 milioni di euro dalla Regione al Comune di Cagliari destinati al nuovo impianto del capoluogo, aveva detto ai nostri microfoni: “Lo stadio di Cagliari è lo stadio di tutta la Sardegna però apre il via ad una stagione di restyling dell’impiantistica sportiva mai eseguito nella storia della Regione. Noi desideriamo che tutta la Sardegna possa godere di un intervento di più ampio respiro. Iniziamo a farlo adesso, poi probabilmente gli altri continueranno a mettere in esecuzione quello che noi abbiamo deliberato”. Si vedrà, ma è praticamente certo che per via delle elezioni – ora quelle regionali, a giugno quelle comunali per il nuovo sindaco di Cagliari – si allungheranno i tempi sull’iter per la realizzazione del nuovo “Gigi Riva”.“Quando sono diventato assessore si finanziavano solo il calcio, la pallacanestro, il tennis, la pallavolo. Ora qualsiasi tipo di sport, qualsiasi tipo di categoria, fino a quella più bassa, riceve dei contributi che servono sempre, perché anche solo per pagarsi la luce della sede”, disse Biancareddu nel maggio 2023 a margine dell’ottava Conferenza regionale dello Sport, organizzata nella sua Tempio. Sono lontanissimi i tempi in cui “Mamma Regione” irrorava le casse delle società sportive sarde di contributi sotto forma di sponsor di maglia (le scritte “FOS” o “Pecorino Sardo” sulle divise del Cagliari hanno fatto la storia), ma i finanziamenti regionali sono rimasti una costante. Dai quasi 15 milioni del 2018 ai 37 del 2023, l’assessorato guidato da Biancareddu ha innalzato la quota destinata allo sviluppo dell’attività sportiva nell’Isola, tra stanziamenti ordinari, straordinari e a quelli relativi all’impiantistica.
L’interventismo di Gianni Chessa
Vedremo solo con il tempo la direzione che prenderà la nuova Giunta Todde, che dovrà fare i conti con un’eredità pesante, se si guarda al numero degli eventi organizzati e realizzati nella legislatura appena conclusa. Parliamo ovviamente di Gianni Chessa, tra i pochi membri della giunta uscente riconfermati alle urne nonostante la sconfitta della coalizione di centrodestra. Il suo mandato “interventista” da assessore al Turismo non è certamente passato inosservato: centinaia di eventi patrocinati e finanziati dai suoi uffici, con lo sport scelto all’interno dell’elenco di strumenti per diffondere a livello mondiale il brand Sardegna. Una politica del “fare e fare ancora”, che ha portato ben 43 nel solo 2023: per citarne alcuni, dall’Open 175 di tennis al Fip Platinum di padel, passando per l’Extreme E di Teulada e il Rally Italia Sardegna, più tanti altri. Un numero certamente esorbitante, con il mantra “destagionalizzare” da tanti associato – spesso ironicamente – al politico cagliaritano. Tanti eventi, forse anche troppi: sarebbe interessante misurare con dati reali e incontrovertibili l’effettiva utilità e i benefici di alcune manifestazioni “minori” per la Regione Sardegna, sia in termini economici che di ricadute sportive (ossia nuovi praticanti).
Futuro
Insomma, da buoni cittadini sardi ci aspettano cinque anni importanti. Come Centotrentuno continueremo a tenere alta l’attenzione sullo sport sardo anche sul fronte politico. Non sappiamo se i temi già citati legati alla vita sportiva isolana saranno al centro dell’agenda Todde, ma noi speriamo di sì. Sport significa sviluppo e crescita, sotto tutti i punti di vista: la classe politica sarda (non soltanto la nuova maggioranza, sia chiaro) è chiamata, oggi come forse mai in passato, ad andare oltre eventi spot e dichiarazioni di circostanza. La questione dell’impiantistica è centrale, a partire dal nuovo “Gigi Riva” di Cagliari per stare al passo con gli stadi più recenti di Serie A (Frosinone, Udine, Bergamo etc). A Sassari sarà fondamentale dare una nuova e più accogliente casa a una Torres sempre più ambiziosa, per poter accompagnare la crescita del club rossoblù verso il sogno Serie B. Così come sarà necessario ripensare il Nespoli a Olbia, o ristrutturare il Frogheri a Nuoro, giusto per stare nelle città. Ma non solo: si pensi agli impianti che ospitano le squadre sarde di Serie D (come dimenticare il pellegrinaggio nei campi del Sulcis del Carbonia qualche anno fa) o di Eccellenza. Come il caso limite rappresentato dal Bosa Calcio, costretto ad allenarsi e a giocare le gare casalinghe da anni in giro per il Nord Sardegna. O alle tante società dilettantistiche, dei vari sport, che fanno i miracoli per dare continuità alle attività stagionali tra settore giovanile e adulti. Impiantistica, trasporti, attività di base: noi vigileremo, cogliendo anche eventuali spunti e segnalazioni dei nostri lettori, perché lo sport sardo non sia derubricato al semplice “panem et circenses”.
Francesco Aresu