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Le Pagelle | Un Cagliari imbarazzante, si salva solo Grassi

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I nostri giudizi sul Cagliari caduto in casa pesantemente contro l’Udinese di Cioffi.

Cragno 4: forte quando non serve, debole quando è necessario. Come sul terzo gol quando si dimentica che un portiere può uscire e lo fa per ben due volte.

Ceppitelli 4: l’insicurezza al potere e una quantità di errori tecnici difficile da calcolare. Sembra quasi provare fastidio a giocare il pallone. Dal 70′ Zappa SV: i cambi sullo 0 a 4 non fanno piacere a chi entra.

Godín 4: tre minuti, due errori gravi, svantaggio e partita in salita. Il resto conta davvero poco.

Carboni 4: copia Ceppitelli in tutto e per tutto ed esce per una scossa che non arriva. Dal 46′ Caceres 4: si presenta con un passaggio molle e impreciso, il riassunto delle sue ultime settimane.

Bellanova 4: non avrà deciso lui di essere secondo in barriera, ma in Serie A non si può avere paura di affrontare una punizione. In più non incide nemmeno offensivamente.

Nández 4: non trova quasi mai la posizione finchélo scontro con Samir lo toglie fuori dalla partita. Dal 46′ Keita 4: si vede solo quando il quarto uomo ne indica l’ingresso in campo.

Grassi 6: predica nel deserto salvando alcune ripartenze e provando a stare sul pezzo.

Marin 4: non si vede mai tranne che per un certo nervosismo. Che culmina con la giusta espulsione, quasi cercata.

Dalbert 4: inspiegabile la conferma tanto che la sua presenza termina dopo soli 45 minuti di nulla. Dal 46′ Lykogiannis 4: non aggiunge nulla, anzi.

Joao Pedro 4: prova a prendere palla lontano dalla porta ma non sa che fare una volta ricevuta.

Pavoletti 4: titolare dopo più di un mese, non riesce a servire un appoggio e perde ogni duello fisicamente. Dal 70′ Deiola SV: mette gamba provando anche a fare falli, ma come per Zappa paga l’ingresso a partita chiusa.

Mazzarri 4: non sarà il maggiore responsabile, ma ci mette tanto del suo. La squadra non va in nessun aspetto, i dettagli – dall’impostazione dal basso a Bellanova secondo in barriera – hanno aggiunto peso a peso. Is this the end?

Matteo Zizola

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