I nostri giudizi sul Cagliari pesantemente sconfitto dall’Udinese alla Dacia Arena per 5-1.
Cragno 6: fa il possibile e anche l’impossibile prima che Becao segni il pareggio, non può nulla sui tre gol di Beto. Uniche responsabilità sulla rete di Molina, anche se è il gesto tecnico dell’avversario da segnalare.
Goldaniga 4: sbaglia molti appoggi e non riesce a tenere le incursioni sul suo lato di Udogie e Pereyra. Nella ripresa va completamente in bambola con il passaggio alla linea a 4 perdendo ogni duello e non chiudendo mai la propria zona
Lovato 4,5: buoni i primi trenta minuti, poi come sale in cattedra Beto sparisce. Con la linea a quattro fa la fine di tutti i compagni, pur provandoci la sua prestazione è estremamente negativa. Dal 76′ Walukiewicz SV: il suo rientro è una delle poche buone notizie arrivate dal Friuli. Qualche minuto per riassaggiare il campo.
Altare 4: responsabilità evidenti nei primi due gol, quando Beto e Molina scelgono di attaccarlo va in confusione e non riesce a tenere botta. Soprattutto il portoghese trova nel suo lato terreno fertile per tornare alla rete. Esce per provare la rimonta, ne nasce un’imbarcata imprevista. Dal 55′ Keita 5: entra bene in campo dimostrando di averne. La sua semirovesciata rappresenta le sliding doors della partita, da lì in poi l’Udinese regna e anche lui molla la presa e, alla fine dei conti, la sua gara dura dieci minuti prima di diventare invisibile.
Zappa 4,5: precipitoso è la parola che più gli si addice, sembra sempre sul punto di fare la cosa giusta ma si perde in un bicchier d’acqua. Udogie lo annichilisce, confronto perso senza se e senza ma. Difficile capire perché Mazzarri lo abbia rilanciato vista la prestazione. Dal 65′ Rog 6: dopo oltre un anno il suo rientro è l’unico vero sorriso sincero del pomeriggio. Ogni contrasto fa trattenere il respiro, ma le sensazioni sono positive.
Deiola 5: per mezz’ora è il padrone del centrocampo, lo si vede ovunque e nonostante non gli si possa chiedere di dettare i tempi fa filtro che è una meraviglia. In più è decisivo nell’azione del gol del vantaggio. Si perde con il passare dei minuti fino al tracollo. Perde palloni, sbaglia troppo, serve Beto per il tre a uno. Dal 55′ Baselli 5: si aspettava un cambio di passo almeno tecnico con lui in campo, alla fine si vede poco e quando lo si vede è pressoché nullo.
Grassi 4,5: gioca una prima mezz’ora di ottimo livello, decisivo in chiusura più di una volta e attento – pur se scolastico – in costruzione. Poi scende di intensità e ne paga anche la prestazione fino alla completa sparizione dalla sfida e a quel secondo giallo per simulazione tanto inutile quanto costoso in vista della Juventus.
Bellanova 4,5: troppo troppo timido. Molina lo tiene sulle sue, quando ha l’occasione di attaccarlo torna sempre indietro. Timidezza che si rivede anche in occasione del gol di Becao quando guarda senza mettere la gamba al momento giusto. Lì a sinistra è davvero sprecato, sembra un giocatore diverso.
Dalbert 5,5: il solito giallo che ne segna la partita, ma anche la solita improvvisa capacità di sparigliare. Il suo ruolo tra le linee crea problemi all’Udinese, un’occasione, un assist e molta presenza rendono la sua gara positiva. Poi come tutta la squadra crolla, non si capisce più dove giochi, cresce in imprecisione e sparisce tatticamente. Senza troppe colpe sue, va detto.
Pereiro 4: la voglia di spendersi non gli manca, esempio un recupero nella propria area a fermare Beto. Ma a lui si chiede più effervescenza con la palla tra i piedi e lì indossa più le pantofole che gli scarponi da battaglia. Fino a essere tanto inconcludente quanto fastidioso agli occhi. Fantasma. Dal 76′ Carboni SV: torna in campo quando ormai la gara è chiusa. Forse meriterebbe più considerazione.
Joao Pedro 6: il gol e tutto ciò che lo precede – dalle occasioni alle aperture – sono una rivincita dopo gli ultimi mesi difficili. Il gesto tecnico con cui batte Silvestri è da grande attaccante, ma anche il resto è da capitano che vuole dare tutto per riprendersi. È anche l’ultimo ad arrendersi, ma non basta.
Mazzarri 4: la scelta di Zappa a destra con Bellanova con piede invertito è abbastanza incomprensibile, così come i cambi non fanno altro che sfilacciare una squadra già in confusione. Inspiegabile tenere il classe ’99 ex Bordeaux a piede invertito con Dalbert a destra, inspiegabile l’atteggiamento e il crollo dopo il terzo gol friulano. Non solo, quando sul due a uno lasci campo aperto a Beto chiami di fatto l’imbarcata. Le assenze di certo non lo aiutano, ma lui ci mette tanto del suo.
Matteo Zizola