I nostri giudizi sul Cagliari che ha ceduto all’Olimpico 2-1 con la Lazio.
Cragno 8: si scalda con tre interventi in due minuti su Lazzari per poi esaltarsi da grande portiere qual è due volte su Luis Alberto e altrettante su Immobile, la seconda delle quali è da campione assoluto. In mezzo tanti altri interventi che sembrano facili di fronte a quelli citati, mentre è incolpevole sui gol.
Walukiewicz 5,5: partecipa assieme ai compagni al tentativo di far esaltare il più possibile Cragno, riuscendo spesso nell’intento.
Klavan 5,5 – si veste da difensore vecchio stampo liberando ogni pallone che gli arriva vicino, ma da comandante della retroguardia ha più di una colpa nella gestione della linea e non solo sul secondo gol.
Lykogiannis 5: è quello che fa più fatica del reparto arretrato, dalla sua la scusante di non essere aiutato da Mattiello anche se ci mette tanto del suo tra lentezza e insicurezza. Il gol del pareggio nasce da un suo contrasto aereo centrale a servire Savic. (dall’84’ Pisacane SV: il tempo di piazzarsi a destra nel 4213 finale e niente più)
Faragò 5: il cliente che ha di fronte non è in giornata, davanti a Jony non ha chissà quanti problemi. Restano però le due macchie in uscita che provocano le occasioni di Luis Alberto e Immobile e deve ringraziare Cragno se non diventano gol, in più dimostra una certa non belligeranza offensiva. Chiude la gara a sinistra.
Nández 6: nel prossimo vocabolario dovranno trovare spazio per inserirlo al posto di Stakanov. Lavorare come Nández diventerà presto un modo di essere, non si ferma mai e trova anche il tempo di fare il regista se necessario. Per un tempo, perché poi anche lui è umano e alla distanza crolla decisamente.
Ionita 6,5: ottimo il lavoro tattico, aggiunge l’intelligenza nel lavorare il pallone per Simeone che porta al gol del vantaggio. Va perfino vicino al gol di testa che, onestamente, fallisce per sue colpe. Cerca di tenere botta anche nella ripresa nel grigiore generale, pur se è leggero nel contrastare Savic sul gol del pareggio. (dall’84’ Gagliano SV: assaggia finalmente la Serie A dopo tante panchine)
Rog 6: se la calma è la virtù dei forti lui è fortissimo, non perde mai la bussola, non butta un pallone a costo di rischiare qualcosa in più, a volte sembra sparire ma c’è, eccome se c’è. In pieno debito d’ossigeno perde d’efficacia nel secondo tempo fino al meritato cambio. (dal 66′ Birsa 5,5: gioca a nascondino, proprio lui che fresco dovrebbe cercare di cambiare ritmo e provare a portare la squadra più avanti)
Mattiello 5: soffre per venti minuti abbondanti Lazzari, l’avversario ha sotto le gambe una 125 e lui un ciao vecchio stampo. Piano piano prende le misure, cercando anche di aiutare in fase offensiva, per poi ripartire con lo stesso andazzo al rientro dagli spogliatoi. (dal 71′ Ragatzu SV: prova a entrare nel gioco, ma non ha occasione di incidere)
Joao Pedro 5,5: la punizione è un gioiello, peccato che fosse di seconda e Strakosha sembra ricordarsene giusto in tempo. Il resto è un buon lavoro di raccordo, premiato a metà a causa di alcuni errori di misura nel servire il compagno d’attacco. Come tanti fatica nel lungo termine, fino a perdere occasioni per stanchezza mentale e fisica.
Simeone 6,5: torna al gol grazie anche a un po’ di fortuna riscattando un errore clamoroso su azione d’angolo quando di testa spedisce a lato da posizione più che favorevole. Stranamente lezioso, dà il solito contributo di sacrificio anche se mette meno concretezza rispetto ai suoi standard.
Zenga 5: sa che la Lazio non è in un momento facile, in più i suoi hanno due giorni di riposo in più. Eppure, nonostante ciò, lascia il pallino agli avversari e solo un grande Cragno evita un tabellino pesante alla voce gol subiti. La squadra resta sì in partita, ma tra fase difensiva lontano dall’essere organizzata – vedere gol di Immobile – e cambi coraggiosi troppo in ritardo – vedere chiusura con il 4-2-1-3 solo negli ultimi sei minuti più recupero perde la propria occasione di cambiare il suo destino.
Matteo Zizola