I nostri giudizi sulla partita persa dal Cagliari alla Sardegna Arena contro l’Udinese.
Cragno 6,5: può poco sul gol di Okaka, ingaggia una sfida nella sfida con De Paul dalla quale esce vincitore.
Pisacane 4,5: schierato da terzino di rastelliana memoria, sbaglia quasi tutti gli appoggi e soffre Sema quando puntato. (dal 54′ Faragò 5: gioca costantemente nella metà campo avversaria, ma nonostante ciò non è in grado di incidere se non sbattendo sull’avversario di turno)
Ceppitelli 4,5: pronti via e perde subito il duello fisico con Okaka, quasi mai dà l’impressione di poter risalire la china. Mette il sigillo sulla partenza in salita che condiziona tutta la gara.
Klavan 5: Lasagna lo sceglie come target sfruttando il passo diverso dell’estone e ha ragione dato che l’ex Liverpool non lo quasi vede mai, anche e riesce a volte a compensare con l’esperienza.
Lykogiannis 4,5: ogni volta che viene puntato non riesce a fermare l’avversario chiunque esso sia, aggiunge una precisione chirurgica nello sbagliare ogni pallone messo in area. (dal 54′ Mattiello 6: entra con un buon piglio ed è il più pericoloso per Musso, segnale di come vadano le cose in fase offensiva.)
Nández 6: nel marasma tattico del centrocampo ci sguazza correndo a vuoto, ma almeno ci mette tutta la grinta di cui è capace. Il giallo finale lo farà riposare per la prima volta nel post lockdown, che fosse stanco era chiaro da tempo.
Ladinetti 6,5: unica nota davvero positiva, dopo un approccio un po’ timido non sbaglia mai una scelta. Viene inspiegabilmente sostituito pur essendo l’unico a mettere ordine in mezzo al campo. (dal 54′ Pereiro 4,5: dovrebbe spaccare il mondo, invece non accende mai la luce. A sua scusante il fatto che nemmeno con il tridente viene messo nel suo vero ruolo e questo, a dirla tutta, non è colpa sua)
Ionita 4,5: prova a metterci corsa, passa da destra a sinistra e cerca di dare spirito al centrocampo, creando però più confusione che altro e venendo sovrastato da De Paul in ogni occasione. (dall’88’ Birsa SV: giusto per fare presenza, che giochi 5 o 30 minuti il suo impatto è sempre lo stesso)
Ragatzu 4,5: non è tutta colpa sua – chiedere a Zenga – ma non entra mai in partita e vaga senza costrutto tra le linee e in fascia non vedendola praticamente mai. Si salva da un’insufficienza più pesante con alcuni recuperi di sacrificio. (dal 79′ Marigosu 6: modi alla Cossu, ci mette personalità nella sua prima presenza in rossoblù e in Serie A.)
Joao Pedro 4,5: perde ogni duello facendosi anticipare costantemente dai difensori avversari e quando ha finalmente la palla buona in chiusura di gara la spedisce in spaccata a lato.
Simeone 4,5: servito poco e niente, quando capita che gli arrivi un pallone difficilmente sa cosa farne. Vittima anche lui della confusione tattica.
Zenga 4: la duttilità tattica può essere un’arma a meno che non diventi confusione totale. Nel suo caso la seconda opzione predomina per tutta la gara, l’unica cosa stabile è la difesa a 4, il resto è un continuo cambio di moduli e posizioni dei giocatori che non fanno in tempo ad abituarsi al nuovo compito che subito vengono spostati altrove. Inspiegabile il cambio di Ladinetti, unico a mettere ordine nel caos, così come con un tridente abbozzato riuscire nell’impresa di non mettere nemmeno in quel momento Pereiro nel suo ruolo. Aveva il compito di ridare linfa alla classifica, sta riuscendo nell’impresa di peggiorarla drammaticamente.
Matteo Zizola