I nostri giudizi sul Cagliari che ha battuto 4-2 il Crotone alla Sardegna Arena.
Cragno 6,5: potrebbe fare qualcosa in più sul tiro di Molina, a sua parziale scusante il mucchio selvaggio che lo copre. Mette però la sua firma riscattandosi da campione quando salva il tre a tre opponendosi alla conclusione ravvicinata di Simy.
Zappa 5,5: c’è l’assist per il tre a due di Sottil, unica proiezione offensiva di livello. Difensivamente soffre tantissimo Reca perdendo il duello e lasciando che il Crotone crei scompiglio solo dal suo lato.Dall’88’ Faragò SV: il tempo di mostrare il suo nuovo look.
Walukiewicz 6: deve sopperire lui, più giovane, alle mancanze del compagno di reparto. Non che faccia chissà che partita, ma almeno non commette errori decisivi.
Godín 4,5: unica nota positiva il gol di Simeone innescato da una sua verticale. Responsabile su entrambe le reti nel primo tempo, tra un intervento mancato sul primo e un colpo di testa modalità assist sul secondo, si fa irridere da Simy e viene salvato da Cragno sul possibile pareggio. Deve uscire dal sarcofago.
Lykogiannis 7,5: cantami, o diva, del greco Lyko l’ira funesta che infiniti addusse lutti ai crotonesi. Non lascia nulla a Pereira, poi si veste dei panni del cecchino e inventa una punizione perfetta che sveglia la squadra. Continua la sua gara perfetta in chiusura fino alla sostituzione. Dall’81’ Klavan SV: si piazza terzino a sinistra, unico aspetto degno di nota dei pochi minuti in campo.
Marin 7: molto più presente di partita in partita, si fa vedere in impostazione e aggiunge un piede niente male nei calci piazzati. Il ragazzo cresce, pulire la manovra il suo mestiere che compie alla perfezione.Dall’88’ Oliva SV: toh, chi si rivede. Importante rientro per il futuro delle rotazioni.
Rog 5,5: al servizio della squadra in un lavoro meno offensivo e di strappi e più di equilibrio, perde alcune sue caratteristiche importanti e non compensa con la lucidità a cui ha abituato. Non guadagna la sufficienza, proprio perché è la sufficienza che mostra per lunghi tratti a penalizzarlo, esempio il passaggio criminale a Cragno che per poco non costa la frittata.
Nández 7: magnetico, attira ogni azione offensiva ed è lui a creare quasi sempre i presupposti per i pericoli. Prova anche a battere Cordaz due volte, la prima a specchio quasi chiuso, la seconda con un destro a giro che grida vendetta. Inesauribile.
Joao Pedro 7: l’assist a Simeone è una perla, reso facile dal brasiliano ma perfetto per tempi e forza impressa al pallone. Si sacrifica molto su Cigarini, ma resta presente quando serve fino a segnare il terzo gol consecutivo e come a Torino da vero e proprio rapace dell’area di rigore. Il Var dà a lui ciò che di norma toglie a Simeone.
Sottil 7: si spende tatticamente, sacrificio e capacità di capire i momenti. A volte appare fumoso, ma è solo un attimo perché in fin dei conti è concreto quando serve. Il gol del tre a due ne è l’esempio, bravissimo a prendere il tempo all’avversario e battere Cordaz. Dal 74′ Ounas 6: ci mette qualche minuto a entrare in partita, quasi indolente nell’approccio. Poi si mette in testa che il suo lavoro deve essere prendere falli e far rifiatare la squadra e lo fa bene.
Simeone 7,5: si era detto a Torino che è una sentenza, lo conferma contro il Crotone. Un pallone soltanto da accompagnare e buttare in rete, lui esegue alla perfezione. Merita mezzo punto in più per il sacrificio, la capacità di tenere botta, la verticalità che imprime al gioco. Dall’81’ Pavoletti 6: entra per fare ciò che sa fare meglio, colpire di testa e fare a sportellate. Causa il gol di Joao Pedro con una zuccata delle sue, sfiora il 5 a 2 sempre con la capoccia. Sembra sulla via del recupero.
Di Francesco 6,5: parte sotto di un gol come ormai da costante, la squadra ribalta, si fa raggiungere e si rialza. La difesa fa un po’ di acqua tradita da Godín, ma il gol di Simeone è l’esempio perfetto dell verticalità che chiede ai suoi, poco palleggio più velocità per arrivare in porta. Deve lavorare sul reparto arretrato e su una certa sufficienza con il Crotone in dieci, ma le due vittorie consecutive danno linfa vitale per correggere gli errori con il sorriso.
Matteo Zizola