Terza vittoria consecutiva per la Dinamo Sassari che al PalaSerradimigni ferma la capolista Brescia dopo un supplementare con il punteggio di 106-101. I nostri giudizi sui biancoblù.
Jefferson: 7,5. Brescia lo attacca sistematicamente, con Christon ma non solo. Non vive una partita serena, anche se quando gli avversari gli concedono di mettere i piedi a posto lui fa sempre male. Il rapporto con gli arbitri si incrina e sembra la porta d’uscita dalla sfida, poi invece nel finale riprende il filo con una freddezza dai tiri liberi che è uno dei motivi per cui Sassari torna a crederci. Poi, che dire, è night-night time baby. Brescia è vero che nei secondi finali sembra non voler dormire, ma la ninna nanna dai 6.75 in faccia a Bilan alla fine fa effetto.
Tyree: 7,5. Sta maturando e lo si evince dalle scelte offensive meno dettate dall’esuberanza, anche se nel finale con un fallo senza senso fa venire i brividi. È comunque più che promosso. Massinburg lo fa soffrire tanto, ma è bravo a deglutire la qualità dell’avversario e i suoi errori giocando un grande ultimo quarto che diventa decisivo per Sassari per riprendere la gara in mano. La schiacciata dopo lo split del blocco nel pieno dell’overtime è da stropicciarsi gli occhi, ma hanno importanza anche i due liberi a poco più di 20” dalla sirena che poi si rivela quella finale.
Kruslin: 6. Se Della Valle non approccia la gara come vorrebbe è per il suo lavoro. Rimanendogli incollato gli ruba anche due triple nel giro di pochi minuti che sembrano assicurargli un ruolo di protagonista nella gara. Con il copione della partita che cambia Markovic lo lascia a lungo in panchina, ma se Sassari se la gioca e porta a casa la partita una piccola fetta di merito la ha anche lui.
Charalampopoulos: 7. Quando impatta bene in attacco diventa un altro tipo di giocatore, o per lo meno più sereno nel giocare la sua pallacanestro che non ha bisogno della prima pagina del giornale per essere importante. Soffre qualcosa di troppo a rimbalzo e sbaglia almeno due triple aperte, è vero, ma poi in campo nei momenti più importanti c’è sempre con la testa e con le mani fredde. Motivo per cui Markovic disegna l’uscita per lui nel finale di gara per segnare i liberi che allargano definitivamente il divario.
Gombauld: 6. Più preoccupato del contenere Bilan che di metterlo in difficoltà, finisce per soffrirlo in una prima parte di gara in cui si carica subito di due falli. A inizio secondo tempo sembra capire di poter attaccare e di poter approfittare di un passo diverso rispetto al centro croato, lavora meglio, ma la serata ha un livello differente rispetto a quello che lui può infondere.
Cappelletti: 6. La qualità della difesa di Brescia gli rende meno facili le letture. La fiducia c’è e lo si capisce da alcuni tiri presi, come la tripla in step back del secondo periodo, o da alcuni passaggi, come quello per la schiacciata di Diop in apertura di quarto periodo. Qualche scelta è però troppo rischiosa e il conteggio delle perse torna così pericolosamente a salire. Prova comunque sufficiente.
Diop: 8,5. Ventotto punti uscendo dalla panchina, la miglior prestazione in Serie A. Un rebus illeggibile dopo 45′ per una Brescia che in difesa non riesce a trovare mai una contromisura ai suoi roll profondi, agli short roll che aprono il campo e alla sua energia. Bilan non riesce a infastidirlo, solo Akele gli toglie qualche sicurezza in difesa perché le caratteristiche differenti lo aiutano. Alla fine però è in una condizione di fiducia totale, non crolla, anzi rilancia ed è decisivo. Partita per lui da ricordare.
McKinnie: 6. Entra il campo e non fa abbassare il livello della qualità della sua squadra. Ed è questo il suo compito nel momento in cui parte nella second unit. Brescia però appare indigesta su ambo i lati per lui appena l’intensità si fa davvero alta. Markovic però lo sceglie per il finale di partita, fa anche il cinque tattico per qualche possesso, lotta a rimbalzo e sembra improvvisamente connettersi con la sfida. Fa capire però di poter ancora migliorare in scaltrezza quando Akele gli ruba il tempo a rimbalzo per la tripla di Massinburg che fa sudare freddo pubblico e compagni.
Gentile: 6. Nel secondo quarto il suo apporto è simile a una boccata d’ossigeno. Due triple pesanti ma soprattutto una saggia gestione dei possessi che lo portano a stare diversi minuti sul parquet. L’impatto non è lo stesso al rientro sul parquet nel secondo tempo, anche se regala un super assist a Diop che finirà sicuramente tra gli highlights della gara.
Treier: sv.
Raspino: sv. Il tempo di un’azione difensiva in campo.
Gandini: sv.
Coach Markovic: 8. Fa strano pensare che all’andata gli stessi uomini tranne Jefferson finirono contro il muro bresciano, toccando il -50 e finendo per perdere di 45. Da allora diverse cose son cambiate, soprattutto la testa di una squadra che ora è convinta dei suoi mezzi e spinta dal suo pubblico riapre una gara in cui le energie sembravano finite a metà quarto periodo. La Dinamo esegue molto bene in attacco nei primi due periodi, poi cala data la fisicità di Brescia ma riesce a recuperare e stravolgere la gara con le grandi e le piccole cose, complice la sua scelta di cambiare approccio in difesa accettando i cambi con aggressività. Nell’overtime contano spirito, talento e un pizzico di fortuna e anche se i problemi in difesa permangono tanto quanto quelli a rimbalzo alla fine è la sua Dinamo ad aver ragione. E nei biancoblù che rientrano definitivamente in lotta per i playoff c’è effettivamente il suo marchio.
Matteo Cardia
