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Le Pagelle di Udinese-Cagliari | Caprile e Borrelli i migliori, Zé Pedro rovina tutto in mezz’ora

Ze Pedro durante Udinese-Cagliari | Foto Valerio Spano
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Queste le nostre valutazioni sulla prestazione fornita dal Cagliari di Fabio Pisacane in occasione della sfida pareggiata per 1-1 sul campo dell’Udinese e valevole per il turno numero 6 del campionato di Serie A.

Le Pagelle

Caprile 8: pronti via e con il piede spizzica sul palo la conclusione di Zaniolo, poi a metà primo tempo il capolavoro quando il tiro di Atta, deviato da Deiola, diventa una parabola che lo vede indossare il mantello e trasformarsi in Superman. Un solo errore con la traversa che lo salva su un’uscita di zenghiana memoria, nulla può sulla frittata dei compagni per l’1-1, Diventa decisivo su Davis al 91′ regalando un punto altrimenti perso, Portiere con la P maiuscola.

Palestra 5,5: che sia distratto lo si capisce fin da subito, un controllo impreciso in uscita si trasforma nel palo di Zaniolo. Soffre la corsa e la fisicità di Kamara, non riesce a spingere come è solito fare e la sua gara è spesso in apnea. Meglio nella ripresa quando spostato a sinistra, controlla Zanoli ma resta troppo timido in fase offensiva.

Zé Pedro 4,5: una piacevole sorpresa per quasi un’ora, poi il dramma. Una prestazione vicina alla perfezione a lungo, pulito con la palla tra i piedi, elegante e attento quando Atta passa dalle sue parti. Poi, all’improvviso, lo sostituisce una controfigura: errore clamoroso sul gol dell’1-1, scivolone che se non ci fosse stato Caprile avrebbe regalato il gol a Davis appena superato il 90′. Dettagli che fanno un’enorme differenza, peccato.

Mina 6: la sua partita dura appena 20 minuti, stringe i denti ma deve alzare presto bandiera bianca. Nel poco tempo a disposizione di fa comunque notare per il duello tutto fisico ed esperienza con Davis dal quale esce, seppur per una porzione di partita, vincitore (dal 20′ Adopo 5,5: entra e si piazza come primo riferimento difensivo su Solet e Atta, rimpiazzando Deiola nei compiti di interno destro in mediana. Mette fisico e corsa a disposizione del collettivo più un tacco galeotto e fortunato che manda il pallone su Borrelli nel gol del vantaggio. Sarebbe da sufficienza piena, ma la cattiveria mancante in occasione del gol di Kabasele pesa).

Obert 6,5: la sua partita è riassunta dal salvataggio su Piotrowski che mantiene il vantaggio a fine primo tempo. Un concentrato di attenzione e pulizia tecnica, sempre preciso e senza mai lasciare spazio a quella deconcentrazione che ogni tanto fa capolino nelle sue gare. L’ammonizione lo penalizza, ma resta sul pezzo e chiude anzitempo una partita positiva (dall’83’ Cavuoti SV: pochi minuti per farsi notare, non ha occasione di incidere anche perché la gara prende una piega più difensiva).

Folorunsho 6,5: una sfida che vive di duelli e fisicità non può che esaltarlo. Vince tanti scontri, strappa e fa salire la squadra, gioca una gara meno di sacrificio ma comunque di estrema sostanza. Da una sua iniziativa parte l’azione del vantaggio, ma è in tutta la partita che la sua importanza nelle sfide uno contro uno si fa sentire.

Prati 6,5: gestisce il gioco con tranquillità e senza eccessi, la sua è una gara soprattutto di equilibrio, materia nella quale il suo dottorato procede con ottimi risultati in vista della cattedra da professore che, di questo passo, arriverà senza alcun dubbio. Cerca anche, quando possibile, di alzare il raggio di azione creando con un tiro respinto i presupposti del vantaggio.

Deiola 6: quando Mina è costretto a uscire pensi che Davis avrà vita facile con lui in mezzo alla difesa. Invece tiene botta e vince il duello con il centravanti inglese sia con esperienza che con fisico, nonostante il gap “muscolare”. Libero vecchio stampo, non disdegna le spazzate quando serve e sarebbe una prestazione di livello altissimo, ma la scivolata che vede Zaniolo non punirlo è grave. Comunque sufficiente.

Esposito 6: corre tanto, forse troppo, pagando con qualche imprecisione al momento del dunque. Però, nel complesso, la sua presenza si sente sia per sacrificio che per qualità quando c’è da pulire l’azione offensiva. Manca il gol, è vero, ma il lavoro è sempre tanto e apprezzabile (dall’83’ Pavoletti SV: ritrova il campo, non ha spazio e tempo per dire la sua).

Felici 6: gara diligente senza spunti di rilievo, ma senza nemmeno imperfezioni nonostante il ruolo da quinto con compiti anche di contenimento. Esce dopo un tempo di sacrificio e corsa, paga un’ammonizione eccessiva con il cambio (dal 46′ Di Pardo 6: sistema la corsia di destra tamponando meglio di Palestra la freschezza di Kamara. Non che faccia cose trascendentali – spreca anche una buona occasione con un ultimo passaggio sbagliato – ma è comunque attento e preciso tra diagonali e chiusure. Insomma, sfrutta la chance mettendo sostanza).

Borrelli 7,5: servono 46 minuti a Kabasele e compagnia per vincere un duello aereo e questo già dà il peso della sua prestazione. Di testa le prende tutte o quasi, utilissimo anche sui palloni da fermo e bravo nel lavorare in appoggio e pulire le uscite dei compagni. Basterebbe questo per essere positivo, aggiunge un gol da centravanti vero che impreziosisce il tutto. Presto per dire che può essere il vice Belotti, ma come prima post Gallo non male, tutt’altro (dal 72′ Luvumbo 6: fare il riferimento in mezzo ai giganti non è esattamente il suo, però ci prova e per poco non riesce proprio di fisico e astuzia a colpire. Rientro positivo).

Pisacane 6: l’approccio non è dei migliori ed è una costante del suo Cagliari. Come se il timore reverenziale della partita a prescindere dall’avversario fosse una caratteristica della squadra, aspetto mentale sul quale lavorare durante la sosta. Sistemato l’atteggiamento, la solidità e la compattezza rimangono segni distintivi, così come il tentativo di giocare in verticale al netto di errori tecnici da correggere. Paga mancanze individuali che solo un grande Caprile non fa sì diventino una sconfitta. Ora due settimane per provare a crescere, ce ne sarà bisogno perché la sensazione è che, almeno oggi, il suo Cagliari abbia raccolto più di quanto seminato.

Matteo Zizola

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