I nostri giudizi sul Cagliari che ha pareggiato per 0-0 nella semifinale di ritorno contro il Parma.
Radunovic 7: un lampo unico, solitario, decisivo. Perché se la saetta di Bonny non entra e sbatte sulla riga di porta dopo aver colpito la traversa è perché il serbo – non in grande stile ma efficace – la tocca quel tanto che basta. Non deve fare altro, ma un pezzo di finale è decisamente suo.
Zappa 7: sembra sempre sul punto di vacillare, ma alla fine è solido, efficace e puntuale. Non sbaglia praticamente nulla, ogni tanto cerca anche di dare manforte in avanti ma è la freddezza dietro che deve essere premiata. Dal 57′ Altare 7: entra per alzare ulteriormente il muro, mette i mattoni giusti per eseguire il compito senza sbavature.
Dossena 7: un fallo abbastanza ingenuo che gli costerà l’andata della finale e che lo mette fuori causa per la ripresa, ma dal punto di vista prestazionale non sbaglia praticamente nient’altro. Diga insuperabile. Dal 46′ Goldaniga 7: garanzia assoluta di esperienza e solidità, tiene a bada chiunque passi dalle sue parti e trascina il reparto nei momenti di difficoltà.
Obert 7,5: un Gronchi Rosa edizione limitata, francobollo per ogni avversario. Non lascia prigionieri, sempre pronto ad accorciare, sempre sereno nonostante l’età. Veterano giovane, sorpresa di giornata che giustifica la scelta di Ranieri al 200%.
Azzi 7: si trattiene dalla classiche scorribande dritto per dritto, concentrato sulla fase difensiva non sbaglia praticamente nulla. Qualche difficoltà con il passaggio a 5 a trovare le giuste misure, ma la sostanza resta ed era ciò che serviva nella serata del Tardini.
Makoumbou 8,5: aiutato da un Parma che gli lascia tanto ossigeno, lui ringrazia e fa una regia pulita con alcuni lanci di nuova ispirazione e, soprattutto, la solita diga tentacolare davanti alla difesa. Quando poi il gioco si fa duro diventa dominatore assoluto della mediana del Tardini, prende qualsiasi cosa che passa dalla sue parti, giocatori, palloni, fili d’erba. In sostanza è un professionista della raccolta differenziata sul prato verde. Migliore in campo.
Nández 7,5: queste gare lo esaltano, invita tutti alla calma e corre, corre, corre così tanto e bene che lo vedi dappertutto senza soluzione di continuità. Prova anche a trovare il gol e per poco non ci riesce, ma è il suo essere uomo squadra totale a fare la differenza. Esce stremato dopo aver devastato l’erba da destra a sinistra, da dietro in avanti. Impressionante. Dall’81’ Viola 6,5: pochi minuti sì, ma con un’intelligenza tattica e di scelte che meritano una menzione oltre il semplice SV o 6. Va anche vicino al gol su punizione, prezioso.
Kourfalidis 6,5: non è che giochi una grande partita dal punto di vista tecnico, ma la sua posizione e il suo ruolo ibrido mettono in grande difficoltà gli avversari. Cresce con il passare dei minuti, aiutando tanto Zappa e sostenendo spesso Nández. Esce all’intervallo per cambiare canovaccio. Dal 46′ Di Pardo 7,5: gioca 45 minuti come se da questi dipendesse tutta la sua carriera futura. Grinta mai vista in Sardegna, passo giusto, gamba fresca, attenzione difensiva insospettabile. Mette la museruola a Coulibaly e chiude diverse situazioni pericolose.
Deiola 7: mister equilibrio, uomo della prima pressione e dei tiri dalla distanza. Aiuta il centrocampo, fa tanta legna, resta elemento fondamentale nella bilancia delle due fasi. Capitano di fascia e di fatto, è l’anima silenziosa di una squadra tutto cuore e sostanza.
Luvumbo 6,5: quando parte e brucia gli avversari può essere letale, purtroppo al momento del dunque sbaglia scelte anche abbastanza facili. Potrebbe ambire a un voto decisamente più alto, tante ammonizioni procurate, tanta corsa, tanta fatica. Però quell’errore che avrebbe potuto chiudere la doppia sfida e dare respiro a tutti negli ultimi minuti grida vendetta. Non tanto per il gol mancato, quanto per l’egoismo nel non servire Prelec a porta sguarnita. Però la qualificazione è sua e non lo si può dimenticare.
Lapadula 7: regge da solo il peso dell’attacco e lo fa con la solita grinta ed esperienza. A un certo punto, da vero uomo squadra, lo si vede quinto a sinistra per coprire una situazione di difficoltà e, non a caso, è proprio lui a recuperare palla. Sbatti di qui, sbatti di là, non trova il gol che gli viene tolto giustamente dal Var e da un centesimo di secondo di ritardo nella ripresa su un cross basso. Ma, anche senza mettere il nome a tabellino, è fondamentale. Dal 72′ Prelec 6,5: entra per fare lavoro sporco e tenere su la squadra, ci riesce in parte ma sicuramente ci prova con veemenza e sacrificio.
Ranieri 8: parte come nella ripresa dell’andata, 4-1-4-1 e via di chiusura linee di passaggio e fasce bloccate. Gli riesce lo scherzo, il Parma non capisce la situazione e si perde. L’inerzia della gara lo porta a un cambio a mezz’ora dalla fine, 5-3-2 e squadra che si abbassa a volte pericolosamente. Ma le sostituzioni sono talmente precise e azzeccate che anche il rischio per chi soffre di cuore debole può essere assorbito. Quel cuore che i suoi ragazzi mettono come mai si era visto da diverse stagioni a Cagliari, cuore e sostanza, aiuto reciproco e grinta. E poi c’è una finale raggiunta e che prima del suo arrivo sembrava un miraggio, quindi cosa gli si può dire di più?
Matteo Zizola