I nostri giudizi sul Cagliari che ha sbancato il Tardini per 3-2 nella sesta giornata di Serie A, grazie alle reti di Zortea, Marin e Piccoli.
Scuffet 6,5: non deve fare gli straordinari, tutt’altro, ma la parata su Mihaila dopo l’ottimo approccio dei compagni evita che la gara regali una botta difficile da superare. Si ripete su un tiro-cross velenoso nella ripresa di Man, per poi non farsi piacere in un’uscita a metà sul romeno poco dopo. Nessuna colpa sui gol, intuisce ma non raggiunge il rigore del 2-2.
Zappa 6,5: solido, attento e perché no, anche propositivo. A destra nella linea a quattro lascia sensazioni maggiormente positive che da braccetto, non una risposta sorprendente, tutt’altro. Ogni tanto anche Bonny prova a vagare dalle sue parti per cercare maggiore fortuna, ma lui risponde presente. Prestazione matura.
Mina 7: un’unica sbavatura che porta all’occasione di Mihaila, il resto è un duello tutto fisico ed esperienza che lo vede vincitore per distacco contro il pericoloso Bonny. Leadership positiva al contrario di altre volte, esce e si sente la sua assenza poco dopo.
Dal 73′ Palomino 5: deve sostituire leadership e attenzione con la stessa moneta, sembra farlo bene finché non si addormenta su una buona chiusura causando un rigore ingenuo. Rischia di rovinare una serata speciale, Piccoli lo salva e bene così. Ma resta negativo nel complesso.
Luperto 7: pulito, ordinato, un Dyson al servizio della difesa che spolvera senza far rumore aspirando palloni senza lasciare tracce. La sua gara è talmente silenziosa nella perfezione che il notarlo poco è un segno più ulteriore nella valutazione generale.
Obert 7: un’apparente partita secondaria di coppa diventa occasione di dimostrare che sì, merita spazio. Nicola chiama, lui risponde canticchiando: “Oh, don’t lean on me Man, cause you can’t afford the ticket”. No, il top player del Parma non può fare affidamento sulle sue ipotetiche carenze, dal lato dello slovacco non si passa. Tanto che nella ripresa viene dirottato sul lato opposto, Almqvist ha altro passo, Obert soffre e dopo il giallo esce.
Dal 64′ Augello 6: mette ordine senza strafare, con esperienza e qualche sgroppata a creare spazio. Come entra lui Almqvist abbassa le pretese, si fa sentire.
Zortea 6,5: parte a razzo con due cross interessanti che sondano subito il terreno franoso dell’area parmense. Poi rallenta, cerca e trova le misure della relazione con Zappa, chiude su Valeri e riparte di scatto. Infine, sciolte le briglie, entra di prepotenza nel deserto dei sedici metri avversari e insacca di testa. Corsa e piede, ha un passaggio a vuoto frutto di stanchezza che porta all’1-1 e a una sofferenza che supera comunque con tenacia.
Adopo 7,5: domina in mezzo al campo per fisicità e attenzione, ma è con il passare dei minuti nella ripresa che sale in cattedra. È il pistone della mediana, mentre il collega fa da schermo lui corre su e giù prendendo possesso del centrocampo, con gli avversari che gli rimbalzano contro e la lucidità di regalare il pallone a Marin prima e a Gaetano poi. Decisivo in ogni aspetto.
Makoumbou 7: un muro a disposizione della difesa, tentacoli aperti e ritrovata serenità che fa prima urlare per fargli liberare il pallone e poi sospirare di felicità quando esce senza problemi dal traffico. Certo, alcune volte potrebbe lanciare, ma è anche vero che appare l’unico a capire i momenti che necessitano pause e quelli in cui accelerare. Metronomo che filtra, fondamentale nel lavoro visibile e soprattutto in quello meno appariscente.
Luvumbo 6,5: tanto forse troppo sacrificio, ché già ha difficoltà a prendere scelte corrette nei momenti topici e se si stanca finisce per perdere anche la poca lucidità della casa. Sbaglia tanto nei primi minuti, poi all’improvviso si ricorda di poter anche assistere visto che concludere non appare il suo forte e così ecco il pallone per Zortea. Il resto è manovalanza pura con intelligenza e voglia di spendersi, merita un encomio solo per questo motivo.
Dal 73′ Marin 7: entro, piazzo all’incrocio, ciao. Il compito sarebbe quello di mettere ordine in mezzo e compensare il crollo fisico di alcuni compagni, lui decide di andare oltre e praticamente da fermo mette in buca d’angolo. Non la palla decisiva, ma comunque un gol che pesa.
Viola 6,5: gioca ai suoi ritmi, ma ha un cervello talmente superiore alla media che può permettersi di trotterellare e comunque dominare per tecnica e posizione scelte. Porta a casa due ammonizioni, diverse giocate di qualità e dispensa fosforo di fronte al tanto decantato – giustamente – Bernabé. Che però oggi esce dal campo con una lezione in regia offensiva del più esperto.
Dal 64′ Gaetano 6,5: mette Piccoli in porta e dici dai, oggi c’è. Poi in porta ci arriva lui, tu per tu con Suzuki e piattone largo che rischia di compromettere tutto. E infatti ecco il pareggio, ma lui non demorde, risorge e offre un secondo cioccolato al centravanti rossoblù e questa volta l’assist entra a tabellino. In crescita, lenta, ma con la tecnica compensa e risulta decisivo.
Piccoli 7: croce e delizia finale. Prima Suzuki, poi lui in prima persona: tre occasioni nitide, zero gol. Maledizione superata quando Gaetano, testardamente, lo rimette in porta e lui non si fa più pregare. Nel complesso gara di enorme sacrificio, voglia, presenza e poca freddezza. Ma alla fine si tiene per il dessert dal gusto di tre punti ed è ciò che conta per il presente e per il futuro.
Nicola 6,5: primo tempo eccellente con il solito problema realizzativo, ma con tanti segnali positivi tattici, tecnici e di risposte da chi ha scelto anche a sorpresa. Obert, Viola, Adopo, tutti fanno capire che sì, ci ha visto giusto. E la difesa a quattro, finalmente, regala equilibrio e sfogo. Poi però rischia di rovinare tutto con un ritardo quasi incomprensibile nei cambi, squadra in debito d’ossigeno e nessuna contromossa. Arrivano dopo il pareggio, pagano e quindi fanno pagare dazio con il passaggio alla difesa a tre. Ma i suoi ragazzi dimostrano di avere la sua elettricità e reagiscono, portando a casa la prima vittoria e dando respiro anche a lui. Ora deve insegnare a capire i momenti, la gestione delle energie e il cinismo. E, soprattutto, non tornare indietro in alcune scelte individuali.
Matteo Zizola