I nostri giudizi sull’Olbia che ha perso contro la Reggiana, matematicamente promossa in Serie B: sconfitta ininfluente per i bianchi che festeggiano la salvezza.
Van der Want 6 – pronti via e si esibisce in due prodezze di puro intuito prima di capitolare sul tap-in di Cauz. Chiude senza colpe con due gol al passivo.
Brignani 6.5 – glaciale e in piena sicurezza: non sbaglia un intervento neanche nei momenti più complicati.
Bellodi 6 – conduce bene i movimenti del reparto e gestisce bene le palle vaganti in area.
Emerson 6 – non concede palle facili agli attaccanti reggiani. (dal 86’ Corti sv)
Arboleda 6 – buona intensità e applicazione, con qualche guizzo interessante sulla fascia destra. (dal 86’ Occhioni sv)
Dessena 6 – muscoli e carisma in mediana, prova a dettare sempre il passaggio verso l’area avversaria.
Zanchetta 5.5 – spesso impreciso in fase d’impostazione, soffre la pressione della mediana granata. (dal 55’ La Rosa 6 – consueta staffetta nella mediana bianca, aggiunge poco all’equilibrio in campo).
Sperotto 5.5 – difende la posizione con abnegazione ma Guglielmotti gli fa vedere i sorci verdi, come certificato dal gol del 1-2 di Guiebre. (dal 73’ Fabbri 6 – entra per spingere e invece è fondamentale nel murare una conclusione di Nardi a botta sicura).
Biancu 5.5 – prova ad ispirare ma senza lasciare il segno sul match.
Ragatzu 7 – la perla del gol su punizione sarebbe una gemma per la maggior parte delle carriere. Per lui sembra normale amministrazione che vale il 19esimo centro stagionale e leadership nella classifica cannonieri.
Nanni 5 – prestazione impalpabile: tanto movimento ma mai al centro di un’azione degna di nota.
Occhiuzzi 6 – non modifica l’impostazione della squadra per la sfida alla capolista sfruttando al meglio la qualità dei singoli permette ai bianchi che permette di restare in partita ma gli ospiti col minimo sforzo portano via i 3 punti. Tardivo il cambio modulo con due punte ma poco male: i risultati degli altri campi permettono di festeggiare la salvezza con un turno d’anticipo e mandare in archivio una stagione su cui riflettere per il futuro.
Claudio Inconis
