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Le Pagelle di Milan-Cagliari: si salva solo Obert nell’imbarazzo generale

Adam Obert durante Milan-Cagliari di Coppa Italia | Foto Valerio Spano
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I nostri giudizi sul Cagliari eliminato dal Milan in Coppa Italia dopo la sconfitta per 4-1 a San Siro negli ottavi di finale.

Radunovic 4: torna tra i pali dopo gli errori che avevano favorito il passaggio di consegne a Scuffet. Prima una parata su Jovic che sembra dare buone risposte, poi il patatrac. Il 2-0 rossonero è in sostanza un suo autogol e come se non bastasse fa anche peggio sul 3-0 per completare la sua serata da incubo. Affossa di fatto ogni speranza di rimonta.

Di Pardo 5,5: il ritmo partita è tutt’altro che rock, provarci ci prova e l’impegno non manca pur se spreca troppo fiato nel chiedere falli piuttosto che nel gestirsi tatticamente. Tenta alcuni cross, ma il piede non risponde. Cerca almeno di restare in partita nonostante tutto, aspetto positivo rispetto a tanti compagni.
Dal 72′ Zappa 5,5: subentrare in una partita del genere non è semplice, sbaglia alcuni appoggi per adattarsi al clima di mediocrità e basta così. Lascia calciare Leao per il 4-1, ma poteva fare poco.

Wieteska 4,5: non dà la sensazione di essere una sicurezza, tutt’altro. Non compie errori che portano al gol, ma è solo per l’aiuto di Radunovic prima e Hatzidiakos poi che si salva. Bucato in verticale diverse volte, statico nella corsa, unico aspetto positivo non dispiace la gestione a terra del pallone. Ma un difensore, prima di tutto, deve saper difendere. Cresce a gara chiusa, non basta.

Hatzidiakos 4: vedi alcune sue chiusure come quella su Jovic al 20′ e pensi che il ragazzo ci sappia fare. Poi, improvvisamente, come capitato in altre occasioni, il black-out. Sbaglia la lettura sul vantaggio del Milan ed è poco reattivo nel secondo tentativo di recupero. In sostanza manca nei momenti topici, perdendo l’ennesima chance per scalare le gerarchie. Un errore grave e decisivo che incide pesantemente su tutta la gara.

Obert 6,5: dei difensori è il più giovane eppure quello che mette maggiore attenzione di tutta la retroguardia. Il suo avversario diretto ha un passo diverso che potrebbe metterlo in difficoltà, lui sceglie sempre bene i tempi di chiusura e di entrata e non sbaglia praticamente nulla. Resta in partita con la testa fino all’ultimo, creando anche i presupposti per il gol della bandiera.

Makoumbou 4,5: gioca in pantofole ma non per una questione stilistica, più per una questione filosofica. Come se non amasse il freddo appare meno brillante, torna a rischiare con inutili fronzoli e rimane spaesato in un centrocampo nuovo di zecca. Oltre a non fare il fallo necessario sul 2-0 rossonero. Avrebbe anche l’occasione per portare i suoi in vantaggio, ma il tiro è debole e fiacco. Ci si aspettava di più essendo il più fresco e l’unico vero titolare scelto.

Deiola 4,5: il teatro di San Siro non sembra il palco adatto per i suoi piedi, si piazza davanti alla difesa senza dare un contributo visibile né in impostazione – nulla di nuovo – né in chiusura. Anche quando ha la possibilità di andare in terra nemica non trova i tempi giusti, quando calcia dalla distanza il pubblico ringrazia per il pallone regalato. In sostanza non si vede mai, prestazione talmente trasparente da essere quasi indecifrabile.

Jankto 4: l’azione che porta al raddoppio di Jovic è l’espressione massima della sua partita. Sempre fuori tempo, sempre fuori posizione, tatticamente sbadato e fisicamente senza mordente. Da mezzala sbaglia tantissimo, da esterno alto del 4-2-3-1 se possibile fa anche peggio. Non è bello dare sentenze sommarie, ma nella serata di Coppa è apparso davvero lontano parente del giocatore da Serie A che fu. E si spiega perché Ranieri non lo utilizzi. Si spiegano meno i 64 minuti in campo, troppi.
Dal 64′ Azzi 6: si piazza sul binario di sinistra, non sbanda e si toglie la soddisfazione di un gol a San Siro. Aiutato dalla deviazione di Luvumbo, ma comunque resta nel tabellino della gara.

Mancosu 4,5: il fisico risponde con lentezza, il piede prova a compensare, l’intelligenza è sempre superiore. Dura però venti minuti e non oltre, esce troppo presto dal gioco dopo un buon inizio. Con quel passo flemmatico difficilmente riuscirà a ritagliarsi più spazio in campionato, il suo recupero si attende con ansia ma non appare dietro l’angolo. E l’atteggiamento dimesso nella ripresa dopo il 3-0 non è affatto un bel segnale.
Dal 72′ Sulemana 5,5: qualche contrasto in venti minuti scarsi più recupero di una gara ormai chiusa.

Luvumbo 4,5: da uno che deve abbandonare la truppa per andare a giocare la Coppa d’Africa ci si aspettava tutt’altro arrivederci. Parte con voglia, esce dai giochi praticamente dopo un quarto d’ora. Solista in maniera eccessiva nonostante non sia in serata. Nella ripresa resta virtualmente negli spogliatoi incidendo se possibile meno che nel primo tempo.

Petagna 5,5: parte bene, resta solo nel nulla della prestazione di squadra, ci riprova e infine esce. Almeno qualche lucina l’ha accesa, anche con un lavoro da pivot che si è fatto piacere pur se raramente. Tanto basta per essere tra i meno peggio, anche perché è lui ad aver impegnato Mirante sia in parata che in preoccupazione. Nel nulla generale qualcosa da annotare.
Dal 64′ Pereiro 5,5: passeggia da par suo, la gara sembra apparecchiata per la sua poca voglia di dimostrare qualcosa.

Ranieri 5: tante parole su un gruppo solido e di valore e su un mercato che non serve poi tanto e poi arriva la prova dei fatti e viene fallita miseramente da quasi tutte le riserve. La squadra approccia bene la sfida, la sensazione è che abbia voglia di giocarla a viso aperto, ma dopo l’errore di Hatzidiakos i suoi si sgonfiano e non si rialzano più. Giusto provare a dare una chance a chi ha giocato meno, non tanto perseverare senza cambiare prima chi non è apparso chiaramente in serata. Non è più il momento dei sorrisi e delle pacche sulle spalle, ma quello dell’azione. Perché contro un Milan imbottito di giovani e non apparso in grande spolvero si poteva fare di più, sicuramente non farlo sembrare più grande di quello che realmente era nella serata di Coppa.

Matteo Zizola

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