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Le Pagelle di Milan-Cagliari: si salva Deiola, crollo Sulemana

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I nostri giudizi sul Cagliari che ha perso a San Siro contro il Milan nel terzultimo turno della Serie A.

Scuffet 6: para il parabile, compresa l’uscita che porta in vantaggio il Milan senza sue colpe. Per i miracoli però cercare altrove, perché il suo lo fa e anche qualcosina di più, ma non può nulla sul resto. Cinque gol sul groppone, non una bella serata.

Nández 5,5: spinge poco o nulla per un tempo, cercando di aiutare su Pulisic e non dare grandi chance di attacco a Florenzi. Fa il classico compitino, senza infamia e senza lode per un tempo, mentre nella ripresa conferma i suoi problemi con le diagonali in occasione della traversa di Leao. All’improvviso, dal nulla, s’inserisce per il gol che illude la possibilità di rimonta, unico lampo in una serata negativa.
Dal 75′ Lapadula SV: entra tardi, troppo. Può poco, non ha occasioni risultando ingiudicabile.

Zappa 5,5: dal suo lato c’è l’uomo forse più in forma del Milan, ma il fatto che Pulisic la veda poco è lo specchio della sua prestazione positiva. Un po’ braccetto a tre un po’ terzino a quattro, risponde presente alla chiamata di Ranieri. Poi partecipa al bene e al male dell’ultima mezz’ora: prima regala il pallone del 2-0, poi quello a Nández per l’illusione. Infine imbarca gli spruzzi da surfata di Leao. Peccato.

Mina 5,5: la lotta senza esclusione di colpi e provocazioni con Giroud non è stata nemmeno quotata dai bookmakers. E infatti, come una tassa da pagare per ogni attaccante, anche il francese deve seguire la lezione di Minalogia applicata. Domina, sovrasta, distrugge mentalmente l’avversario. Peccato che Pioli capisca che togliergli il riferimento lo può mandare in bambola e così accade. Fuori Giroud, finisce il suo dominio. E la squadra lo paga.
Dall’88’ Wieteska SV: entra sul 5-1 con l’unico compito di preservare il polpaccio del colombiano.

Dossena 5: tiene bene la posizione dando supporto al collega e cercando di chiudere gli spazi sulle incursioni senza palla dei rossoneri. Lo fa con serenità, in una serata da ritmi blandi che ne favorisce le poche preoccupazioni. Finché non si sveglia il Milan e allora diventano dolori, buchi, mal di testa. E partecipa alla debacle da attore abbastanza protagonista.
Dal 75′ Azzi 5: non è periodo per l’italo-brasiliano, entra e diventa decisivo in negativo su entrambi i gol subiti con lui in campo. Non esegue la diagonale semplice sul quarto, si ripete sul quinto. Insomma, ingresso da dimenticare come contro il Lecce.

Obert 5,5: parte con un po’ di difficoltà e alcune giocate da acqua alla gola, il passo diverso di Chukwueze va capito e ci mette un buon quarto d’ora per farlo. Poi arriva alla pagina finale del libro, studio che porta i propri benefici dando risposte positive nei fatti. I cambi del Milan mettono alla berlina pure lo slovacco, seppur non va in confusione come il resto della truppa.

Sulemana 4: tanta gamba, ma poco, pochissimo fosforo. Non rischia mai la giocata, tiene il centrocampo e aiuta sull’esterno ma senza mai strappare, mai andare oltre il passaggio semplice, senza correre un rischio o proporsi per dare respiro a una manovra abbastanza statica. Insomma, non lo si vede granché e quando si vede sbaglia tutto lo sbagliabile. Serata assolutamente no, peggio difficilmente si poteva immaginare.

Prati 5,5: forse meriterebbe qualcosina in più, ma è leggero nella marcatura preventiva sul gol di Bennacer passeggiando senza pensare troppo alle possibili conseguenze. Per il resto è bravo nella fase di filtro, recupera alcuni palloni interessanti e cerca di gestire i tempi. Pochi gli spunti sopra le righe, uscito Deiola perde anche l’unico che lo aiutava e con il solo Sulemana non può che cadere pure lui.

Deiola 6,5: tatticamente prezioso, è suo il compito di fare da elastico tra la posizione di interno in fase difensiva e di esterno in quella offensiva. Copre un’ampia porzione di campo e a San Siro sbaglia anche poco dal punto di vista tecnico, con un’imbucata nel finale di prima frazione che sorprende perfino il compagno. Esce e non si capisce perché, tanto che il Cagliari sparisce completamente di testa e tatticamente.
Dal 75′ Oristanio 5,5: entra e prova il gol olimpico, ma ha anche sulla coscienza la palla persa per il gol del 5-1 rossonero. La domanda è perché così tardi, come per gli altri cambi entrati assieme all’ex Volendam

Luvumbo 4,5: l’approccio è di quelli che lascia pensare a una serata da protagonista, ma si spegne presto. Gabbia prevede una gara di difficoltà, eppure basta poco per – appunto – ingabbiarlo. Se poi quando ha l’occasione di sfruttare il contropiede – due volte – s’incarta perdendo i tempi per pungere, ecco che la sua valutazione non può che essere negativa. Ti aspetti un minimo riscatto personale nella ripresa, ma se possibile fa perfino peggio sparendo totalmente di scena.

Shomurodov 5,5: si muove tanto, anche troppo e infatti non dà punti di riferimento ai compagni. Però rispetto al collega di reparto almeno ci prova con concretezza, fermato anche da una traversa sfortunata. Non una prestazione trascendentale, ma comunque non estremamente negativa.
Dall’82’ Mutandwa SV: passerella che dà solo un segnale. Ranieri preferisce lui a Petagna. E non è poco.

Ranieri 5: se s’inceppa anche Sir Claudio allora diventano dolori. Senza Makoumbou perde la bussola, i cambi sono tardivi e anche curiosi nelle scelte individuali. Certo, il risultato è elemento che influenza sempre i giudizi, ma non reagire al cambio d’inerzia dato dal 2-1 con qualche mossa offensiva è apparsa scelta troppo conservativa. Quando poi decide per il tutto per tutto ecco l’imbarcata. Distanze, corsa, cattiveria, intelligenza: oggi è mancato tutto. Un segnale brutto, un segnale che non può che lasciare ai risultati altrui la decisione se sarà incubo o sospiro di sollievo. Vero, la sofferenza fino alla fine era stata ampiamente annunciata, ma con questi modi si va oltre ogni ragionevole previsione.

Matteo Zizola

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