Queste le nostre valutazioni sulla prestazione fornita dal Cagliari di Fabio Pisacane nella sfida dell’Olimpico di Roma persa per 2-0 contro la Lazio di Maurizio Sarri.
Caprile 6: la sua presenza condiziona gli avversari che devono cercare l’angolo per pensare di batterlo. Così prima Basic poi Zaccagni concludono fuori da buona posizione, poi ci mette tanta estetica sopra l’efficacia con il tuffo su tiro bello ma non clamoroso di Marusic. Solita certezza che cade soltanto davanti al sinistro di Isaksen e al destro di Zaccagni, imparabili.
Zappa 6,5: prima della gara si spalma il Bostik, utile per restare incollato a Zaccagni. Come in un calcio che non c’è più, sembrerebbe quasi che il suo compito sia il classico “seguilo anche in bagno” e così fa. Ovviamente la qualità del 10 biancoceleste lo tiene in ansia, ma al netto di qualche spunto fisiologico l’avversario non passa. C’è il suo polpaccio, inoltre, a salvare alla mezz’ora proprio sul suo uomo. Che segna alla fine, ma senza sue responsabilità .
Mina 7: guardi la Juventus senza Bremer ed è un’altra difesa, guardi il Napoli senza Rrahmani e idem, guardi il Cagliari senza il Panita ed è esattamente lo stesso. Lo dimostra all’Olimpico, tra entrate dure, Dia messo nel taschino e la “simpatia” che ispira ai tifosi biancocelesti. La differenza, però, non è tanto nelle chiusure e nelle marcature, ma nella personalità che infonde a tutta la squadra, nella linea più alta, nella tensione agonistica che sprizza da ogni poro. Leader.
Luperto 6: rieccolo, caso rientrato. Semplice questione di prestazioni, ha detto Pisacane. Lui risponde con una reazione serena e senza scomporsi, gioca la sua partita e stop. Non è un caso, forse, che la sua discesa nelle gerarchie sia avvenuta ogni volta che è mancato Mina. Potrebbe forse fare qualcosa in più sul gol, ma Isaksen quando tocca a lui ha già preso il volo. Sul secondo l’uscita dal basso non lo premia, ma la scelta era corretta.
Palestra 5,5: è la chiave di quasi tutte le uscite in terra nemica, il terzino che diventa quinto e quasi ala, ma che allo stesso tempo mette la museruola a Isaksen e non è poco, anzi. Per poco più di un’ora questo il riassunto della sua gara quasi perfetta, poi lascia il sinistro colpevolmente al danese ed è disattenzione decisiva ai fini del risultato. Peccato, ma conta troppo per non influire.
Dal 79′ Idrissi SV: entra bene cercando di dare spinta e freschezza alla corsia, ma il tempo è quello che è.
Adopo 6,5: il momento di flessione è alle spalle, almeno dopo la serata di Roma così sembra. Gara di sacrificio e tenuta mentale, con pochissimi errori se non nessuno nella gestione del pallone e, soprattutto, un aiuto costante a Zappa nei raddoppi su Zaccagni. Lo aspetti interno o magari mediano, lo ritrovi esterno destro di centrocampo e non delude, tutt’altro.
Prati 6: la spiegazione della sua prestazione è semplice. Basti pensare che nel 4-4-2 orchestrato da Pisacane di fianco a lui, lì nel mezzo, c’è Gaetano e quindi il surplus di equilibrio e medianità non deve mancare. E non manca, senza che peraltro manchino verticalità e geometria. Fino al 92′, quando il pallone giocato a memoria serve Zaccagni per il 2-0 e fa scendere la sua valutazione.
Folorunsho 5,5: in una serata che mostra un collettivo compatto e funzionante è difficile assegnare insufficienze. Però, di fatto, a parte la solita abnegazione e fisicità sbaglia tanto, troppo. E diventa difficile premiarlo perché si applica. Il tiro fiacco al 15′ è un segnale, ma in generale sono diverse le imprecisioni al momento del dunque. Pisacane lo aspetta, lo coccola, ma anche lui deve dare lo scatto che serve alla squadra. Realizzativo e di qualità .
Dal 79′ Pavoletti SV: la differenza tra un senza voto e diventare eroe è di giornata è in pochi centimetri. Arriva in leggero ritardo sul pallone di Prati, ma non può essere una colpa.
Gaetano 6: in una posizione da secondo play non dispiace, anzi. Ci mette qualità e anche senso tattico, lo spunto non è dei giorni migliori ma qualcosa s’intravede. Esce dopo un primo tempo che lo vede debilitato, ma presente. Lascia la speranza di un nuovo inizio, sperando non sia l’ennesimo barlume pronto a spegnersi.
Dal 57′ Felici 5,5: l’uomo della provvidenza a Verona e della quasi provvidenza contro il Sassuolo non riesce a ripetersi a Roma. Entra e spende il giallo, poi cerca la giocata ma non la trova praticamente mai. Provarci ci prova, ma non basta. In più con lui a sinistra manca il raddoppio su Isaksen, elemento decisivo.
Esposito 5,5: dovrebbe essere l’uomo della qualità negli ultimi trenta metri, resta solo un’idea. Tanta corsa per schermare e dare opzioni, poca efficacia al momento di dare il suo apporto tecnico e di inventiva. La scintilla del primo gol all’ultima non diventa fuoco all’Olimpico, ci si aspetta di più.
Dal 69′ Luvumbo 5,5: dovrebbe dare verve, il suo è il classico fumo con poco arrosto. Sbaglia quasi tutte le scelte e non aggiunge nulla, anzi toglie equilibrio senza mettere follia.
Borrelli 5,5: una sportellata qua, una sportellata là . Un tocco di troppo qui, un appoggio impreciso là . Tanta voglia, tanta forza, poca tecnica che toglie pulizia alle verticalizzazioni e lascia potenziali occasioni che sarebbero potute essere reali. Insomma, come per altri compagni l’applicazione c’è, ma senza che arrivi anche altro. E non basta.
Dal 69′ Kilicsoy 5,5: tocca pochissimi palloni, non si vede praticamente mai. Non per colpa esclusivamente sua, ma alla fine ciò che conta è che il suo ingresso non cambia di nulla la gara e, anzi, è anche difficile trovarne l’apporto. Si farà , forse, ma per ora è un mistero e tale resta.
Pisacane 6,5: gara preparata bene, interpretata anche meglio con personalità e voglia di aggredire e colpire. Il rientro di Mina dà maggiore solidità e leadership e si vede, la scelta di una squadra più tecnica giusta e premiante. Poi però ci sono le individualità e da una parte ci sono Isaksen e Zaccagni che non sbagliano, dall’altra troppe imprecisioni nel momento in cui si può (e si dovrebbe) colpire. La differenza è tutta qui, perché rispetto al Sassuolo il passo avanti nella compattezza e nella prestazione è evidente. Restano i punti pari a zero, restano i gol che mancano, restano le disattenzioni che pesano. Peccato.
Matteo Zizola














