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Nahitan Nandez durante Cagliari-Sudtirol | Foto Luigi Canu

Le Pagelle di Cagliari-Sudtirol: Nández dominante, i cambi deludono

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Pareggio amaro per il Cagliari, che si ferma sull’1-1 contro il Sudtirol che pareggia nel finale con l’ex Larrivey. I nostri giudizi sui rossoblù.

Radunovic 7: la differenza tra un portiere normale è uno determinante è farsi trovare pronto nelle partite con poche sollecitazioni. Lui dimostra di essere della seconda specie, perché la parata su Rover nel recupero del primo tempo vale quanto se non più di un gol. A maggior ragione in un pomeriggio nel quale passa la maggior parte del tempo a osservare il gioco più che a esserne parte.

Zappa 6: spinta e attenzione su quella corsia dove il Cagliari ebbe le maggiori difficoltà a Bolzano. Va vicino al terzo gol consecutivo con un ottimo diagonale, ma sono spirito ed efficacia le vere note positive ancora una volta. Poi, però, quel braccio largo è un’ingenuità che non può non pesare sulla valutazione.

Dossena 6,5: si mette in tasca Odugwu e Mazzocchi, chi passa passa lui è attento sia ad accorciare che a chiudere in recupero. Solido e pulito, simbolo della rinascita della difesa.
Dall’88’ Falco SV: entra per cercare il colpo risolutore, ma il tempo è quello che è.

Obert 6: il rischio sul finire di primo tempo arriva soprattutto perché è lui a staccare la spina, manca la scalata e la chiusura della zona centrale. Per il resto lavora più che bene in impostazione, giustificando la scelta di Ranieri, ed è anche attento nelle poche chiusure alle quali è chiamato.

Azzi 6: spina nel fianco destro della difesa di Bisoli, la squadra aggressiva e offensiva lo aiuta a spingere con indosso il suo classico paraocchi, testa alta e corsa verticale. Meno efficace del solito, comunque.

Nández 7,5: anima e corpo del centrocampo e non solo, ogni palla vagante è di sua proprietà, da ogni contrasto esce vincitore, ogni situazione da pulire arriva lui e la sfera diventa improvvisamente una ripartenza per i compagni. Sfiora il gol con un tuffo di testa plastico, crea i presupposti per il vantaggio con un’altra scelta di tempo aerea notevole, ma è nel complesso che è dominante.
Dal 72′ Kourfalidis 5,5: serve la sua gamba, ciò che porta sono però una serie di cross buttati senza troppo costrutto.

Makoumbou 7: i primi venti minuti sono la versione accelerata del centrocampista visto fino a oggi. Rapido, intenso, non dà respiro agli avversari. Poi tra il bisogno di staccare la spina e rifiatare e alcune lacune note diventa a tratti lezioso correndo anche rischi non necessari. Ma, in ogni caso, è colonna portante senza se e senza ma.

Lella 6,5: quando decide di uscire dal proprio lavoro e provare strade nuove commette gli unici errori della sua partita. Restando sul suo, ovvero da equilibratore che diventa incursore improvviso nel terreno nemico, disputa una gara oltre la sufficienza. Basta guardare le occasioni del Cagliari, in tutte nessuna esclusa lui è lì a riempire l’area. E non è aspetto da poco.
Dal 61′ Deiola 5,5: come il compagno greco, deve mettere fiato ma con lui il centrocampo perde brio.

Mancosu 7: nuovo cinema Marchixeddu, visione periferica e cervello grande schermo che regala calcio e immagini d’autore. Il gol annullato sarebbe stata la perla del pomeriggio, il suo apporto da regista offensivo libero di muoversi su tutto il fronte è notevole oltre che di qualità. Imprescindibile.
Dal 72′ Luvumbo 5,5: fumoso e falloso, manca il gol che potrebbe chiudere la partita e alla fine il Cagliari lo paga.

Prelec 6: la sua importanza, al di là dello zero alla voce tiri in porta, è tutta nell’occasione del gol dell’1-0. Il lavoro per la squadra, per Lapadula, per la fase offensiva. Tutti aspetti encomiabili, anche se il troppo a volte stroppia e quando ha l’occasione per calciare cerca Lapadula, sbagliando. Però la sua prestazione non può non essere sufficiente, anche ampiamente. Dal 72′ Altare 5,5: deve alzare il muro e lo fa, ma in occasione del rigore subito potrebbe chiudere decisamente meglio.

Lapadula 7: alla parola fame il suo cognome appare come sinonimo. Di gol, ovviamente, e quello realizzato a Poluzzi ne è la spiegazione perfetta. A questo aggiunge presenza costante tra le linee nemiche a aiuto alla fase difensiva con abnegazione da leader vero.

Ranieri 6,5: impacchetta la sfida perfettamente confermando l’undici delle due vittorie consecutive e gestendo alla grande intensità e momenti della sfida. Anche il 3-5-2 con impeto cadetto degli ultimi venti minuti non sembra un errore, viene punito da un episodio sfortunato e non dalle proprie scelte. Gara dominata, un solo punto e quel terzo posto che ora diventa complicato. Ma, comunque, la prestazione è stata tra le più positive della sua gestione.

Matteo Zizola

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