I nostri giudizi sul Cagliari che ha pareggiato 0-0 contro il Genoa alla Unipol Domus nel 27° turno della Serie B.
Radunovic 6,5: risponde presente nell’unica occasione quando sul tiro potente di Puscas respinge a due mani, efficace pur se non esteticamente elegante. Il resto sono solo uscite e lanci lunghi come ormai capita con discreta continuità.
Goldaniga 6: controlla la posizione e contiene senza troppi patemi il pericolo numero uno del Genoa Gudmundsson. Unica pecca un giallo abbastanza evitabile per quanto fiscale che potrebbe condizionarlo. Nonostante ciò tiene alta l’attenzione e non rischia nulla comunque. Esce sull’altare della difesa a 4 della ripresa.
Dal 46′ Nández 6,5: entra con il fuoco dentro cambiando ritmo e forza offensiva, ma la condizione è quella che è e si spegne abbastanza presto. Basta comunque un 50% di León per dare un segnale della sua importanza.
Dossena 6,5: gioca da villano con Puscas usando spesso le mani anche in maniera non proprio lecita. Per il resto la solita prova di solidità, governatore della regione difensiva che applica la propria legge speciale. Sfortunato nell’occasione del romeno alla mezz’ora, unica sbavatura dell’ormai poco sorprendente prestazione positiva.
Altare 7: se fossimo in un famoso gioco manageriale lui sarebbe il cosiddetto difensore senza fronzoli. Non rischia a costo di mettere i palloni a distanza piuttosto che giocarli verso i compagni. E fa bene, ché conoscere i propri limiti è un merito e non un difetto. Ispirato nelle lunghe gittate, inventa due palloni dritto per dritto per Luvumbo che portano ad altrettanti gialli per il Genoa. Ritrovato.
Zappa 6: attento e senza problemi di sorta in copertura, timido e con poca precisione in appoggio. Ranieri lo richiama continuamente chiedendogli di stringere quando la sfera è sul lato opposto al proprio, segno che alcune finezze tattiche devono essere ancora acquisite. Ma nel complesso non demerita, pur se con l’ingresso di Haps qualcosa la concede.
Makoumbou 7: migliore dei suoi, cattura un’infinità di palloni grazie alle sue lunghe leve e a un senso della posizione da radar della mediana. Scansiona il centrocampo, gestisce il pallone senza eccessive perdite di tempi di gioco e, soprattutto, viene aiutato dalla presenza di Mancosu con il quale l’intesa cresce a ogni partita. Manca il tiro dalla distanza, ma non è il suo pane e si sa.
Rog SV: dieci minuti, un giallo di sacrificio per fermare una ripartenza pericolosa che gli costa anche l’infortunio. Non il ginocchio ma il polpaccio, per fortuna. Dal 13′ Kourfalidis 5,5: entra a freddo e lo paga per almeno 25 minuti. Spaesato e leggero come non mai, quasi lascia personalità e lucidità vicino alla panchina. Poi improvvisamente si sveglia dal torpore e la squadra accelera con lui. Nella ripresa inverte la tendenza, parte forte per poi piano piano scemare. Sembra in riserva.
Barreca 6: senza infamia e senza lode, fa il compitino provando ogni tanto ad accendersi. Bloccato in una partita bloccata, non ha la chiave per aprirla sulla corsia mancina. Però il suo lo fa, dimostrandosi in crescita.
Dal 72′ Azzi 7: entra benissimo dando frizzantezza alla sinistra e spinta offensiva decisa. Tatticamente non sarà pronto, ma la sua corsa serve. In più salva il pari immolandosi su Sabelli, roba non da poco.
Mancosu 6: non da lui alcuni errori tecnici, resta però la sua importanza che si riflette sia nella manovra – quando parte la scintilla a cascata tutti si attivano – sia tatticamente. Non dà riferimenti, lo spazio è poco e ha difficoltà a trovarlo, però non smette mai di provarci. Meglio nella ripresa, prima della canonica sostituzione.
Dal 72′ Pavoletti 5,5: entra per provare a dare forza aerea all’attacco, ma non la vede praticamente mai.
Luvumbo 6: come in un ballo latino americano va un po’ a sinistra, un po’ a destra, un po’ indietro e un po’ davanti. Il risultato è torna spesso al punto di partenza senza aver creato altro che confusione. Però alla fine le occasioni potenziali sono tutte sue, costringendo gli avversari a raccogliere gialli in successione. Non tantissimo, ma nemmeno poco.
Lapadula 5: inutile dire che l’impegno non è mancato, ma lo si vede solo per i tentativi di scippare la sfera a Martinez e nient’altro. Si sbatte come una mosca dentro un barattolo, con molta volontà di liberarsi e poca aria lasciatagli dai difensori. Certo, se palloni nei sedici metri non ne arrivano non può tanto, ma su quella rovesciata forse qualcosa avrebbe potuto fare di meglio.
Ranieri 5,5: torna alla difesa a tre e ritrova possibilità inesplorate alla voce cambi, prima volta in stagione che ha davvero quasi la rosa al completo e l’imbarazzo della scelta. Il secondo tempo con il cambio tattico e l’ingresso di Azzi – e con le fiammate che ne sono conseguite – dimostra che un po’ più di coraggio non sarebbe male. La difesa è sistemata senza dubbio, inutile ripeterlo, ora con i ritorni in serie è doveroso alzare l’asticella e costruire la casa sulle fondamenta. E, magari, ipse dixit, appendere anche qualche quadro per abbellirla.
Matteo Zizola