I nostri giudizi sul Cagliari che ha battuto il Como nella prima partita del girone di ritorno della Serie B che ha visto il nuovo debutto di Claudio Ranieri sulla panchina rossoblù.
Radunovic 6,5: l’importanza dell’intervento stile pallamano su Cerri che evita lo svantaggio iniziale è direttamente proporzionale alle difficoltà nelle uscite. Non riesce a leggere il maestrale creando così preoccupazioni anche quando non ce ne sarebbero. Alla fine però è lui a tenere la porta inviolata su Gabrielloni, meritando un voto oltre la sufficienza.
Altare 7: pesce fuor d’acqua nel calcio della costruzione dal basso, trova il suo habitat naturale in quello fatto di semplicità e marcature vecchio stile. Cerri deve stargli lontano, ogni volta che passa dalle sue parti non la vede mai. Bentornato.
Dossena 6: tiene la linea con insospettabile carisma, pur se qualche sbavatura non manca. L’occasione di Cerri in apertura nasce da una sua mancata marcatura e anche Gabrielloni nella ripresa gli scappa da sotto il naso. Compensa dominando la zona aerea della Unipol Domus, per una prestazione sufficiente ma migliorabile.
Capradossi 6,5: stile e serenità, simbolo assieme al collega sul lato opposto di una ritrovata tranquillità frutto di un calcio senza troppi sofismi. Va anche vicino al gol, ma sbatte sul muro del Como.
Zappa 7: provoca il vantaggio con un cross pur se deviato, ma è la tenuta fisica e di carattere che sorprende. Non è una novità, se viene sollevato da compiti difensivi eccessivi il suo lo fa. E in cadetteria può essere utile se utilizzato a modo, come dimostrato oggi.
Nández 6,5: trottolino che si fa trovare sempre nel vivo dell’azione, uomo ovunque inesauribile. Certo, c’è la solita confusione tattica e qualche scelta di giocata non esattamente corretta, ma dà ritmo ed energia continui.
Makoumbou 7: l’eleganza resta la stessa di sempre, ma privata di inutili fronzoli così da diventare efficace e non solo bello. Tiene in mano il centrocampo, detta i tempi senza quasi mai rallentarli, compassato il giusto e senza piacersi troppo. Prestazione totale, il vecchio Makou torna solo a sprazzi nel finale rilassato.
Kourfalidis 6: la trasformazione in piccolo nuovo Barella continua senza soluzione di continuità. Energia e tecnica, quantità e qualità, in più con gli stessi piccoli errori per eccesso di volontà della prima versione del suo modello. Da escluso inspiegabile a pedina irrinunciabile, la sfida appare vinta. Sarebbe da 7, non fosse per quel retropassaggio scellerato che Cerri spreca. Peccato di stanchezza e gioventù.
Dal 73′ Lella 6: entra per dare ossigeno alla mediana, svolge il lavoro richiesto.
Azzi 6,5: teoricamente, volendo essere letterali, la prestazione sarebbe insufficiente senza se e senza ma. Però l’alibi dell’essere stato catapultato fin da subito in campo dopo sole 48 ore dall’arrivo è reale, in più al netto di errori abbastanza marchiani si intravede una velocità e una personalità nel dribbling che torneranno utili. E siccome la giornata è di quelle che girano bene, il maestrale diventa suo amico e gli regala anche il primo gol rossoblù all’esordio. Benvenuto.
Dal 78′ Barreca SV: entra bene in partita, ma il tempo è poco per risultare davvero incisivo.
Lapadula 6: prova a legarsi con il compagno di reparto ed effettivamente la copertura dell’attacco è ben gestita da entrambi. Ne vede poche, ma tiene comunque in apprensione gli avversari con la ricerca della profondità e l’attacco dello spazio. Niente di trascendentale, ma sufficienza di stima.
Pavoletti 7: per giocare a due punte serve sacrificio e lui lo capisce fin dai primi secondi. Si spende e si sbatte, fisicamente appare tirato a lucido, prova a leggere il maestrale sui tanti palloni lunghi a volte riuscendoci altre meno. Ma è il gol la vera perla, una rete in acrobazia del Pavo di una volta, una zampata aerea da attaccante vero e navigato. Alla Ibra, per intenderci.
Dall’89’ Luvumbo SV: passerella da ex di giornata, minuti senza possibilità di incidere.
Ranieri 6,5: come si suol dire buona la prima. Centrocampo in linea o a rombo la domanda che lo ha accompagnato fin dall’arrivo, poi tira fuori dal cilindro un inatteso 3-5-2 vincendo la sfida nella sfida con Longo. Pochi fronzoli, quasi nessuna bollicina, ma una compattezza e solidità che non si vedevano da tempo dalle parti di Cagliari. E soprattutto una positività trasmessa all’ambiente che si traduce in episodi che girano dalla propria parte. Perché, di fatto, la serenità aiuta al contrario dei bronci e della tensione. Un aspetto su tutti su cui lavorare, i cali di tensione figli di vecchie paure. Ma il tempo è dalla sua parte.
Matteo Zizola