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Alessio Cragno, portiere del Cagliari

LE PAGELLE | Cragno risplende nel buio di San Siro

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I nostri giudizi sul Cagliari sconfitto 3-0 al Meazza dal Milan.

Cragno 7: vera e propria stella della squadra del finale di campionato, a San Siro il suo target diventa un certo Ibra al quale nega il gol prima con l’istinto, poi lo ipnotizza dal dischetto. Non può nulla sul suo missile del 2 a 0 così come sugli altri gol.

Walukiewicz 5,5: soffre tantissimo Leao che gli fa la cortesia di fermarsi per un problema muscolare. Sfortunato sul rigore che, a onor del vero, non sembrava esserci.

Ceppitelli 5: una male, una bene, poi di nuovo male. Crea i presupposti per lo svantaggio con un lancio che è un assist agli avversari, mostra sempre imprecisione. (dal 62′ Carboni 6: pur se favorito da una gara ormai terminata, mette ordine in una difesa fino a quel momento troppo confusa)

Klavan 4,5: prova a cavarsela su Ibra quando passa dalle sue parti, ma il confronto è improbo. L’autogol è un infortunio giustificabile, meno la poca forza sul contrasto perso nella terza rete.  (dal 62′ Ladinetti 6: sarebbe servita prima la sua testa geometrica e la sua capacità di dare un senso ai palloni che passano dalla mediana)

Mattiello 5: parte con due diagonali e una calma olimpica insospettabile, poi paga anche lui la verve di Leao e sbagli diversi palloni in appoggio senza migliorare con l’uscita del brasiliano.

Faragò 5,5: gamba e filtro al servizio del centrocampo, per i piedi buoni cercare altrove. Nella ripresa torna a destra da perfetto mister duttilità. È anche l’unico a impegnare Donnarumma in pieno recupero.

Nández 6: regista, mezzala, filtro davanti alla difesa, non si ferma mai e trova anche lo spazio per giochi di prestigio a uscire da situazioni pericolose. Predica nel deserto di un centrocampo di portatori d’acqua.

Ionita 5: nel primo tempo sembra quasi non esistere, ingabbiato dalla manovra del Milan e impotente nella gestione del pallone. Si riscatta parzialmente nella ripresa mettendoci abbastanza grinta, ma non basta. (dal 79′ Marigosu SV: seconda presenza in A, non ha il tempo per incidere ma resta una bella soddisfazione)

Lykogiannis 5: ha una precisione chirurgica nel colpire l’avversario diretto quando prova il cross, fatica su Castillejo e migliora da terzo di difesa pur se aiutato dal calcio camminato dell’ultima mezzora.

Pereiro 5: alcuni sprazzi di speranza, ma troppo pochi in mezzo al calcio in pantofole che presenta a San Siro. Poca fatica, anche se oggi qualcosa di più l’ha fatta, ma soprattutto la tendenza a rallentare il gioco per la voglia di tenere troppo palla. (dal 62′ Paloschi 5: non sarebbe stato difficile fare meglio del compagno, eppure non ci riesce. Non si vede mai)

Simeone 5: ha l’alibi di non ricevere mezzo pallone giocabile, ci mette del suo con il passaggio a Klavan nel terzo gol.  (dal 90′ Pavoletti SV: bentornato Pavo)

Zenga 5: chiusa la sua esperienza dal presidente nel prepartita, non ha lo scatto d’orgoglio e ci mette tanto del suo per creare la sconfitta. L’assenza di un tessitore di gioco in mezzo al campo è davvero inspiegabile, così come i cambi che non cercano di modificare la situazione fin dall’uscita dagli spogliatoi. Unica nota lieta il minuto promesso e mantenuto dato a Pavoletti.

Matteo Zizola

 
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