I nostri giudizi sul Cagliari che ha pareggiato nell’incredibile finale del Benito Stirpe per 2-2 a Frosinone.
Radunovic 6: attento sulle poche conclusioni facili, può poco o nulla in occasione delle reti del Frosinone. I piedi sono quello che sono, ma viene sollecitato poco su questo fondamentale.
Di Pardo 5,5: senza infamia e senza lode, Cotali e Garritano lo mettono spesso in difficoltà e lui prova a rispondere presente. Quasi assente in fase offensiva, ha avuto pomeriggi migliori. Dall’83’ Deiola SV: entra per mettere gamba negli ultimi minuti.
Capradossi 6: tiene bene la linea e nel complesso difficilmente sbaglia letture. Passo in avanti dopo le ultime difficoltà.
Obert 6: prestazione di personalità, bravo nel giro palla e attento in chiusura. Nessuna responsabilità sui gol, a volte mostra peccati di gioventù, ma senza commettere errori clamorosi.
Carboni 5,5: mette la firma sul gol di Luvumbo con un lancio in verticale di ottima fattura, ma è da film horror la diagonale mancata sul gol avversario. Alterna buone cose ad amnesia frutto di poca lucidità, conseguenza del suo essere un 2003. Spende bene il giallo che lo porta a lasciare il campo anticipatamente onde evitare problemi. Dal 56′ Barreca 5: Insigne, così come il fratello più noto, ha una giocata, quella di rientrare verso il centro e provare il tiro sul palo lontano. Esattamente ciò che fa in occasione del gol, con il rossoblù che lo osserva senza fare nulla per evitare il film già visto. Impacciato, nullo, impatto nullo.
Nández 5: Garritano lo mette in serie difficoltà senza che lui faccia altrettanto sul lato opposto. Buon approccio, ma piano piano si perde mancando anche nelle scelte di giocata. Non cresce nemmeno alla distanza, ma l’unico lampo porta almeno all’azione del rigore. Un cross disperato, poco per raggiungere la sufficienza.
Viola 5: direttore d’orchestra nel senso fisico del termine, resta spesso fermo con la bacchetta e quando deve far girare palla senza pressione lo fa più che bene. Poi però ci sarebbe da correre e mettere fisicità e lì manca fin troppo. Esce dopo i primi errori in impostazione, sintomo di stanchezza. Dal 56′ Makoumbou 5: non cambia di mezzo millimetro l’inerzia della partita, tra eleganza poco funzionale e un ritmo compassato che non aiuta né il possesso né il filtro.
Rog 4,5: ancora una volta irriconoscibile, sbaglia quasi tutti i palloni che gli passano tra i piedi non solo tecnicamente, ma anche come scelte. Non da lui, si attende il suo rientro a pieno regime al posto della sua controfigura vista nelle ultime uscite. Dal 73′ Mancosu 5,5: non sembra in condizioni sufficienti, ci prova ma arriva sempre in ritardo. La sua assenza pesa, ma la sua presenza a metà non cambia le sorti della partita incluso il tiro strozzato per il possibile pareggio.
Kourfalidis 6,5: trequartista più di posizione che di estro, gioca a fare da schermo a Boloca riuscendo nel compito ricevuto. A volte si perde al momento del tocco al compagno, ma la ruggine non può non farsi sentire. L’esordio in campionato resta più che sufficiente, cresce alla distanza ed è l’ultimo a mollare andando anche vicino al pareggio nel finale.
Luvumbo 6,5: pronti via e tiro a giro sul quale Turati si supera. Forse la prende sul personale e così mette alla berlina il portiere quando scappa alle spalle di Ravanelli e lo brucia in anticipo prima di depositare in rete a porta vuota. Il solito Zito, effervescente e a tratti fumoso, ma sempre nel vivo. Di contro una ripresa senza spunti, tutt’altro che scintillante. Dall’83’ Pavoletti 6: pochi minuti per provarci, la sua presenza aiuta la densità dentro l’area e illude con il gol della vittoria poi annullato dal VAR.
Lapadula 6: ci mette anima e impegno senza troppi risultati. Non è più solo e sperduto, ma di palloni buoni ne arrivano pochi e l’area di rigore resta per lui una dimensione lontana. E così diventa difficile per lui pungere. Il suo ex compagno Lucioni lo tiene, di fatto, nel taschino. Poi, all’improvviso, si guadagna e realizza il rigore dal nulla e crea anche il gol della vittoria poi sfumata causa fuorigioco.
Liverani 5: sceglie la linea verde con coraggio così come il 4-3-1-2 è una mossa che non va sottovalutata. La squadra sembra messa meglio in campo, per mezz’ora il suo Cagliari è uno dei migliori per efficacia e solidità di tutta la stagione. Poi il classico blackout, la squadra sembra scaricarsi fisicamente e mentalmente e il pareggio diventa logica conseguenza. Nella ripresa c’è un momento nel quale tutto sembra tornare al proprio posto, ma è un attimo prima del crollo. Di fatto il suo Cagliari non ha mezza occasione per vincere. Ultima nota i cambi, troppo tardivi dopo lo svantaggio come dimostrato dal finale folle.
Matteo Zizola