I nostri giudizi sul Cagliari che ha battuto 2-1 il Brescia alla Unipol Domus nella nona giornata del campionato di Serie B
Radunovic 6: un tiro, una parata. Solo Viviani con una punizione dalla distanza prova a scaldarlo, il resto è un pomeriggio tranquillo al sole di un sabato cagliaritano che viene rovinato dal gol del due a uno nel finale e da qualche mancata uscita a portare calma.
Di Pardo 6,5: conferma il momento positivo con attenzione difensiva e voglia di incidere davanti. Da un suo cross basso – intelligente – arriva il raddoppio di Deiola, ma è la prestazione generale a essere molto più che soddisfacente.
Goldaniga 6: a volte si distrae, ma nel complesso è sicuro e attento nel limitare senza nemmeno troppa fatica un Brescia poco incisivo. Toccato duro da Moreo in chiusura di primo tempo, resta negli spogliatoi.
Dal 46′ Capradossi 6: esordio assoluto in maglia Cagliari, tiene la posizione con calma ed eleganza. Da rivedere in situazioni più complesse.
Altare 6: come Goldaniga, anche se alle distrazioni del compagno sostituisce qualche lancio di troppo. Aye sarebbe un pericolo, non fosse per la sua attenzione nel non lasciargli metri.
Carboni 6,5: al netto di alcune leggerezze sulla linea laterale – due gli stop mancati per disattenzione – si fa piacere e tanto nel voler giocare sempre in avanti e con massimo due tocchi. Dimostra di poter dire la propria mettendo in campo anche personalità.
Dal 63′ Barreca 5,5: ancora in evidente ritardo di condizione, entra in una gara ormai sottotono e si adegua al ritmo. Potrebbe fare di più.
Nández 6: dà ritmo e gamba, gara sufficiente con lo zampino – o meglio, un gol sbagliato – nella rete di Deiola. Sostanza e corsa, ma senza acuti.
Dal 63′ Viola 5,5: mezz’ora per dare tecnica e calma, finisce per sacrificarsi a destra in un 4-4-1-1 di contenimento adeguandosi alla necessità, ma non regalando una gara da ricordare.
Makoumbou 6,5: domina in mezzo al campo dettando i tempi con maggiore velocità e tenendo botta da mediano di filtro. Dopo un periodo difficile torna ai livelli di inizio stagione e il Cagliari ne giova.
Deiola 6,5: gli errori di misura e alcune scelte di giocata sbagliate gridano vendetta, ma poi quando c’è da inserirsi in area e riempire i sedici metri avversari lui c’è sempre. E, al contrario di Genova, non sbaglia davanti alla porta prima e trova un grande Lezzerini dopo. Sfortunato sul gol di Olzer.
Falco 6,5: mi propongo, ricevo e punto. Ancora deve ritrovare la velocità nei primi metri, ma con lui la manovra offensiva prende tutt’altra piega. Tecnica e sfacciataggine, mix vincente per portare al gol del raddoppio. Cala alla distanza quando la squadra lascia il pallino al Brescia.
Dal 76′ Millico 6: solita voglia di spaccare il mondo che coincide con falli un po’ inutili, ma anche con un coast to coast che meriterebbe il gol. Peccato per l’attimo perso, ma dopo 50 metri di corsa può starci.
Luvumbo 7: il gol è un regalo gentilmente offerto dal duo Lezzerini-Papetti, ma la freddezza che un tempo gli mancava è da centravanti di livello. Non solo la rete, ma un lavoro di e per la squadra che apre spazi e concede respiro. Confermato nonostante Genova, dimostra che con la continuità si possono ottenere risultati.
Dal 68′ Pavoletti 6: lavoro sporco e pochi rifornimenti adatti, una storia uguale a se stessa che si ripete ancora una volta.
Mancosu 6: decisivo per gli equilibri offensivi, resta il dubbio che confinato sulla fascia renda la metà di quanto potrebbe. Resta però l’assist a tabellino per il gol che sblocca la partita che lo aiuta nel giudizio sulla prestazione.
Liverani 6: “non è il numero di attaccanti che conta, ma l’atteggiamento”, e così tra il dubbio se schierare insieme Pavoletti e Lapadula e quello di andare avanti con la staffetta sceglie una nuova opzione. Nessuno dei due, Luvumbo da 9 e Falco dal primo. Vince la sfida, il gol arriva subito e la squadra sembra più connessa tra i reparti. Vittoria che dà morale e punti, anche se la strada verso la perfezione è ancora tanta. Il secondo tempo di controllo è infatti scelta eccessiva che per poco non viene pagata cara, ma il bicchiere può essere visto come mezzo pieno.
Matteo Zizola