I nostri giudizi sul Cagliari che ha affrontato il Torino alla Unipol Domus nel monday night del 16° turno di Serie A.
Cragno 5: il rientro non è di quelli sperati e sognati. Il gol del vantaggio granata nasce da una sua respinta centrale, anche con i piedi sbaglia appoggi per questioni più di testa che tecniche. Si riscatta in parte stregando Praet – tocca leggermente – e Baselli restando in piedi fino all’ultimo.
Caceres 5,5: si unisce all’imprecisione che regna in campo aggiungendo di suo diversi appoggi sbagliati e cross o troppo corti o troppo lunghi. La quantità di palloni buttati è impressionante.
Ceppitelli 6: in impostazione si produce in errori banali e lanci fuori misura. È però decisivo in due occasioni evitando che il Torino scappi sul due a zero. E non è poco.
Dal 78′ Godín 6: entra nel momento in cui sparisce il filtro a centrocampo, in tempo per fermare a suo modo un’incursione pericolosa e provare a non imbarcare troppa acqua.
Carboni 5,5: sfortunato in occasione dell’autogol, ma va detto che sulla respinta è in ritardo nel tagliare fuori Sanabria. Prova almeno a dare la carica in avanti, ma anche lì manca la lucidità.
Bellanova 6,5: è l’uomo più fresco, ma viene ben tamponato da Vojvoda. Mette la solita corsa, ma è un po’ confusionario al momento del dunque. Poi però è lui a creare i presupposti per il pareggio, unico assieme a Nández a puntare l’avversario diretto. Senza dimenticare alcune chiusure preziose in difesa.
Nández 6,5: è il simbolo dell’energia e dell’intensità, ma anche quello della confusione. Va avanti e indietro, a destra e a sinistra, in verticale e in orizzontale. Corre tanto, fino a diventare anche troppo, però è anche quello che con Bellanova arma la squadra.
Grassi 5,5: in una puntata di chi l’ha visto sarebbe protagonista indiscusso. Si nasconde troppo spesso tra le maglie del Torino, non si propone e fatica sul piano dell’intensità in una gara che vive solo di quello. Si salva con alcune giocate da filtro che aiutano e con una ripresa con maggiore presenza.
Dal 78′ Pereiro 5,5: il suo ingresso apre le porte ai contropiede granata. Non si vede mai, nemmeno per uno spunto estemporaneo.
Marin 5,5: prova a farsi vedere anche per i compagni di centrocampo, perdendo sicuramente in lucidità al momento del passaggio e delle scelte. Non benissimo sui calci da fermo.
Dalbert 5: inizia male per poi restare sullo stesso livello. L’ammonizione ingenua pesa sulla sua gara difensiva, ma anche dal punto di vista tecnico lascia abbastanza a desiderare. Ha corsa, ma sbaglia davvero troppo tecnicamente.
Dall’87’ Zappa SV: pochi minuti e un’incursione interessante chiusa sbattendo sugli avversari.
Joao Pedro 7: prende tantissimi falli che piano piano lo fanno innervosire, fino a quel piede alto di Lukic che diventa casus belli con l’arbitro fino all’intervallo. Rientra carico, prima è Savic a fermargli l’urlo in gola, poi però s’inventa la rovesciata e pareggia i conti con il portiere avversario.
Keita 5,5: lontano dalla porta, ingaggia un duello rusticano con Bremer che lo vede vincere alcune volte e perdere altre. Di fatto però si vede poco davanti, anche se risulta prezioso il suo lavoro per la squadra.
Dal 63′ Pavoletti 5,5: quando mette piede in campo la squadra magicamente non esegue più un cross. Tipico esempio di avere il pane e non i denti per poi avere i denti e non il pane. Tolto questo, sbaglia troppi appoggi e controlli per raggiungere la sufficienza.
Mazzarri 5,5: va bene il furore agonistico, ma se c’è solo quello e si paga in precisione e lucidità allora le cose cambiano. La sua elettricità in panchina è quella della squadra in campo, ma fine a se stessa. Meglio nella ripresa quando l’intensità diventa più ragionata. I cambi non lo aiutano, anzi, l’ingresso di Pereiro e l’assenza di filtro apre le porte al possibile gol subito. Altro pareggio, altro brodino.
Matteo Zizola