Intervista all’ex centravanti del Cagliari, ora in Paraguay al Cerro Porteño, tra aneddoti e rimpianti rossoblù.
Il Cagliari corsaro a Napoli, tre punti preziosi e insperati. Erano 12 anni che i rossoblù non sbancavano il San Paolo, nel frattempo tante sconfitte pesanti, qualche pareggio e in mezzo un 6 a 3 per i partenopei ricordato soprattutto per la tripletta di Joaquin Larrivey. Chi scrive era un difensore del Bati, uno che ne ha sempre ammirato la garra, la disciplina tattica, il sacrificio nonostante gli errori sotto porta. Siamo riusciti a contattarlo, lui che ora gioca in Paraguay con il Cerro Porteño dopo un lungo girovagare, uomo dei tre continenti passato dall’Italia, quindi tornato in America in Messico, Spagna, dove si tolse la soddisfazione di un gol decisivo al Camp Nou con la maglia del Celta Vigo, poi Emirati Arabi e Giappone e infine di nuovo in Sudamerica.
Come procede l’esperienza in Paraguay?
Sta andando molto bene, sono molto vicino a casa ed è praticamente uguale all’Argentina, stiamo bene con la mia famiglia e calcisticamente parlando siamo arrivati ai quarti di finale della Copa Libertadores dopo 10 anni e siamo andati fuori contro la migliore squadra del Sudamerica degli ultimi 5/6 anni (Il River Plate, ndr). Abbiamo fatto una buona Coppa, mentre nel campionato Apertura siamo arrivati secondi e in questo di Clausura è un po’ più dura perché ci siamo concentrati sulla Libertadores e ora stiamo piano piano iniziando ad andare un po’ meglio.
Cosa ne pensi del Cagliari versione sudamericana? Castro, Nández, Oliva, Simeone sono stati dei buoni acquisti?
Stanno facendo molto molto bene e che il Cagliari stia puntando oltre la salvezza, anche se il primo obiettivo deve essere restare in Serie A. Credo però che quest’anno sia una squadra più forte e possa ambire ai posti in Europa League. Stanno facendo molto bene, ce la possono fare e dopo tanti anni arrivare in Europa sarebbe incredibile per il Cagliari.
Hai qualche rimpianto in carriera? Perché a Cagliari non ha funzionato quanto speravi?
Non ho rimpianti sinceramente, quando sono arrivato a Cagliari ero forse troppo giovane, comunque sono maturato in Sardegna, ho incontrato molti amici, sicuramente non sono riuscito a dimostrare quello che ho poi dimostrato altrove in carriera, ma comunque sono tutte esperienze che ti fanno crescere. Non ho rimpianti perché ho dato sempre il massimo, ho sempre fatto il meglio che potevo, il calcio è così e tutti i giocatori tranne Messi e Ronaldo hanno degli alti e bassi, quindi credo di aver dato il massimo, ma tante volte le cose non vanno come uno vorrebbe, ma mi restano gli amici, le belle esperienze fatte in Sardegna e resta un ricordo bellissimo nonostante non sia andata come avevo sognato.
Cellino ha sempre puntato su di te, cosa vuoi dire su di lui e cosa ne pensi della sua esperienza a Brescia?
Su Cellino posso solo dire cose buone, anche se poi alla fine prima di partire in Messico avevo avuto delle offerte per rimanere in Italia, ma lui non ha voluto perché voleva che facessi bene solo a Cagliari, non ha accettato nessuna proposta perché lui voleva che giocassi solo a Cagliari in Italia, quindi fui obbligato ad andare in Messico in quel momento. Detto questo posso solo ringraziarlo per la fiducia che ha avuto in me fino alla fine, anche se non sono riuscito a dimostrare il mio valore a Cagliari, ma posso davvero solo ringraziarlo. Sul Brescia posso solo dire che lui è un uomo di calcio, ne capisce moltissimo, ha girato anche lui fra Inghilterra e ora di nuovo in Italia e si vede che lui ha delle cose che solo lui capisce (ride, ndr), ma è un uomo di calcio, lo dimostra giorno dopo giorno anche riportando il Brescia in Serie A.
Nel tuo girare il mondo hai mai sperato di poter tornare a Cagliari?
Sono rimasto tifoso del Cagliari, vorrei tornare in vacanza perché ne parlo sempre con mia moglie di quanto sia bello il posto, uno dei più belli al mondo, ma come esperienza calcistica l’ho sempre considerato un capitolo chiuso da quando sono andato via.
Ultima domanda, c’è qualche ragazzo del Cerro Porteño che consiglieresti al Cagliari?
Qui ci sono dei grandi giocatori, soprattutto giovani, al Cerro Porteño ci sono 3 o 4 ragazzi che andranno sicuramente nel preolimpico, ma credo che ancora debbano crescere tantissimo e fare tanta strada per giocare in un campionato così difficile come la Serie A.
Matteo Zizola