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Antonio Langella e Ciccio Esposito esultano dopo un gol | Foto Cagliari Calcio

Langella: “Cagliari, sarà l’anno di Piccoli. Torres, giusto confermare Greco”

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“Settembre è un mese perfetto per ricominciare”, canta Gazzelle nel secondo ritornello di una delle sue canzoni più celebri. Ma in Serie A l’inizio del nono mese dell’anno coincide con la prima sosta per gli impegni delle nazionali. Un’occasione ghiotta per fare un primissimo bilancio dell’inizio di stagione di Cagliari e Torres, le due squadre del cuore di Antonio Langella. Uno che ha vissuto l’onore di indossare la maglia della nazionale, conquistata con il lavoro e le sgroppate sulla fascia. L’ex attaccante con il rossoblù nel sangue (oltre Cagliari e Torres anche quello del Castelsardo) ci ha espresso le sue opinioni su queste prime giornate di campionato tra Serie A e Serie C.

Antonio, iniziamo con il Cagliari: pensa che per il dopo Ranieri la scelta di puntare su Davide Nicola sia quella giusta?

“Penso di sì. Nicola è un grande allenatore, le sue squadre giocano sempre con tanta motivazione e aggressività. Quindi dico che è la scelta ideale per il dopo Ranieri, anche se in questo momento è partito non al massimo, ma essendo un allenatore nuovo ci vuole del tempo per meccanizzare i movimenti”.

Piccoli, Felici, Gaetano e Zortea: quale secondo lei sarà il giocatore che sorprenderà di più? Come giudica il mercato dei rossoblù durante questa estate?

“Reputo ottimo il mercato fatto dal Cagliari. Secondo me la rivelazione sarà Piccoli, un attaccante che ha il fiuto del gol e sono convinto che farà molto bene a Cagliari quest’anno”.

Ci ricordiamo tutti del quartetto d’attacco con lei, Esposito, Suazo e Zola a Cagliari. Com’è stato giocare con una leggenda come Magic Box e secondo lei quel Cagliari nel calcio attuale, dove si sarebbe posizionato?

“Parto nel dire che giocare con Gianfranco è stato un onore. In quegli anni quando è arrivato lui ha completato un buon attacco, mettendoci la ciliegina sulla torta. È stato incredibile, ma soprattutto non era solo un grande giocatore, ma anche una grande persona. Questa è stata una delle esperienze più belle che ho vissuto giocando a calcio. Alla seconda domanda è difficile dare una risposta, ma penso che qualche soddisfazione in più ce la saremo tolta guardando il livello del campionato in questi ultimi 5 o 6 anni”.

Passiamo a parlare di Torres, che ha confermato per il quarto anno Alfonso Greco: giusto continuare con lui?

“Assolutamente sì, visto che la scorsa stagione ha fatto un bellissimo campionato e sfiorato la Serie B. La sua unica sfortuna è stata trovare il Cesena che è stato superiore a tutti: è stato giusto dare un’altra possibilità a un allenatore che ha fatto benissimo lo scorso anno”.

Capitolo mercato: in base alla campagna estiva della Torres, pensa che la squadra sia migliorata rispetto alla scorsa stagione?

“Sicuramente sì, la squadra è più forte rispetto allo scorso anno. Questo significa che la Torres punta a vincere il campionato, anche se in Serie C non è mai facile arrivare primi. Però i rossoblù hanno un ottimo potenziale e possono puntare in alto, come stanno già facendo vedere in queste prime giornate”.

Infine, qual è il ricordo più bello delle sue esperienze calcistiche in Sardegna? E soprattutto che emozioni le ha dato indossare la maglia della Nazionale, lei che è tra i pochi sardi ad averlo fatto?

“Parto con la Torres e dico che l’emozione più grande è stata vincere il campionato di C2 nel 1999-00, anche perché ero al primo anno da professionista. Nessuno si aspettava che vincessimo, teoricamente puntavamo a salvarci e invece abbiamo stupito tutti portando a casa il campionato ed è stata un’emozione bellissima. Per Sassari è stata una cosa incredibile. Per quanto riguarda Cagliari, invece, scelgo la vittoria del promozione in Serie A nel 2003-04, con una squadra incredibile e fortissima, che dava spettacolo. Sulla Nazionale, infine, indossare quella maglia è un’emozione enorme, mai avrei immaginato di indossare la maglia azzurra. Però è successo e la prima partita l’ho giocata proprio a Cagliari. Un’esperienza irripetibile e inspiegabile”.

Flavio Masala

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