Una vittoria della solidità e con Nahitan Nández come protagonista assoluto. I tre punti guadagnati dal Cagliari contro la Sampdoria sono arrivati grazie a una prestazione a due facce. Un primo tempo fatto di attenzione e meticolosità, un secondo di azioni verticali e utilizzo degli esterni per aprire la difesa doriana. Certo, l’espulsione di Augello ha messo la partita in discesa, regalando a Di Francesco la possibilità di schierare contemporaneamente Sottil, Ounas, Joao Pedro e Simeone, ma ridurre il tutto alla superiorità numerica come chiave della vittoria sarebbe una forzatura.
Sorpasso a destra – Il Cagliari lo aveva già dimostrato nelle precedenti uscite, ieri la conferma di una squadra che predilige la fascia destra come zona attraverso la quale colpire. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia, Nández spostato davanti alla difesa e Ounas in campo non hanno modificato la chiave del gioco rossoblù. Gabriele Zappa è il grimaldello che con la sua corsa permette di aprire spazi nelle difese avversarie, Lykogiannis l’elemento che aiuta la squadra a non sbilanciarsi con il suo doppio ruolo di terzino e difensore sinistro della linea a tre in fase di possesso.
L’unica vera occasione rossoblù del primo tempo è la prova provata dell’importanza di Zappa nel gioco del Cagliari. La manovra passa da sinistra a destra con la palla che arriva a Ounas, il giovane terzino ex Pescara non esita e si lancia a supporto del compagno algerino. Grazie alla sua spinta, i tre difensori blucerchiati vengono attirati verso la propria area e così Ounas ha tutto il tempo e lo spazio per far partire il cross perfetto per la testa di Joao Pedro.
Inesauribile Nahitan – Prima l’espulsione provocata con un pressing solitario che fa sbagliare Tonelli e Augello, poi il gol del raddoppio. Nahitan Nández è stato il protagonista assoluto della vittoria, ago della bilancia che permette a Di Francesco di muovere le pedine a proprio piacimento. Mister duttilità, dove lo metti sta – parole del mister – garanzia costante di corsa, sacrificio e qualità.
Il gol realizzato dal León è l’esempio perfetto della sua prestazione. Basta osservare da dove lancia la propria corsa, infatti Nández parte all’altezza della panchina rossoblù, vede lo spazio aperto, si butta in verticale chiamando la palla di Simeone e poi guadagna metri su metri sugli avversari fino a battere Audero. La freddezza con cui supera il portiere doriano dopo 60 metri di sprint alla massima velocità è la dimostrazione di un giocatore capace di mantenere freschezza atletica e mentale nonostante i chilometri macinati ogni partita.
L’importanza di chiamarsi Joao – Da equivoco tattico a punto di forza della manovra offensiva. Quando Di Francesco ha provato a cucire su Joao Pedro l’abito di esterno d’attacco il brasiliano si è messo a disposizione, ma non appena l’allenatore lo ha riportato al centro della fase offensiva ecco che il capitano rossoblù ha preso la scena. La sua posizione tra le linee, un’intelligenza tattica superiore, la capacità di fare quasi sempre la scelta giusta soprattutto nei movimenti senza palla sono gli elementi che hanno portato Joao Pedro sulla cresta dell’onda.
Il rigore del vantaggio rossoblù in apertura di ripresa nasce proprio da un movimento di Joao Pedro che detta il passaggio a Ounas – bravo anche l’algerino nella scelta di tempi e forza della palla verso il brasiliano. Partendo da una posizione intermedia Joao Pedro taglia in verticale attaccando lo spazio libero, il resto è il sombrero che costringe Tonelli al fallo.
Ma è nel gol annullato a Sottil per fuorigioco di Ounas che si nota perfettamente il cambio tattico di Di Francesco con il passaggio dal 4-3-3- al 4-2-3-1. Joao Pedro e Simeone devono giocare in verticale, mai appiattirsi e affiancarsi, soprattutto quando la mediana prova la giocata diretta verso l’attacco. Nel gol del possibile tre a zero, poi cancellato dal VAR, si vede proprio la linea tra il Cholito e il brasiliano, quest’ultimo lascia scorrere il pallone per chiamare il passaggio del compagno. Nel frattempo le ali, larghe, aprono la difesa avversaria, Joao Pedro serve Ounas e Sottil partendo dall’esterno chiude verso l’interno come un classico quinto gasperiniano.
La sosta difficilmente aiuterà Di Francesco a far crescere ulteriormente i titolari – tanti raggiungeranno le rispettive nazionali – ma può sicuramente essere d’aiuto per mettere al passo i rincalzi. Contro la Juventus sarà un prova senza nulla da perdere, la solidità mostrata di fronte alla Sampdoria con il primo clean sheet della stagione può essere un ottimo viatico per la difficile partita di Torino.
Matteo Zizola