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L'esultanza dell'Olbia dopo il gol di Ragatzu alla Reggiana | Foto Sandro Giordano/Olbia Calcio

Gol, perseveranza e pazienza: Olbia, questa è una salvezza da godere

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“Arziati entu e surva comente mai ha’survatu // Entula! Entula su pruere anticu // Inferkittu in su coro de sos pessamentos” (“Alzati vento e soffia come mai hai soffiato // Spazza via, spazza via la polvere antica // penetrata fino al cuore dei pensieri”). Così cantavano i Kenze Neke, storica rockband sarda (di Siniscola, per la precisione), in uno dei suoi brani più iconici e melodici, Entula.

Chissà se in casa Olbia questo inno rivoluzionario è mai stato ascoltato, magari dentro gli spogliatoi dopo una tante gare negative disputate dai Bianchi in questa stagione, che va verso la conclusione. Un’annata da ricordare dalle parti del Nespoli, dopo la sfida interna contro la Reggiana e i contemporanei risultati sugli altri campi che hanno certificato il raggiungimento matematico della salvezza per Emerson e compagni. Un risultato che sembrava pura follia a fine 2022, quando i galluresi chiusero l’anno solare con soli 15 punti, frutto di 2 vittorie, 9 pareggi e 9 sconfitte. Un rendimento che a tanti fece pensare (anche a chi scrive) a un girone di ritorno fatto di piena sofferenza per un’Olbia fin lì incapace di ridestarsi davvero, con una politica dei piccoli passi“Se non puoi vincere, meglio pareggiare che perdere” direbbe Claudio Ranieri – che sembrava più la prova dei limiti tecnico-tattici di una squadra incompleta che della voglia di restare aggrappati alla categoria con tutte le proprie forze.

Lungimiranza

A posteriori – ma così è sempre facile – quei pareggi che sembravano occasioni perse (e lo erano, probabilmente) sono diventati fondamentali per una salvezza storica, grazie a un 2023 da playoff con 26 punti in 17 gare. Da 0,75 punti a partita la media è salita a 1,52, più che raddoppiando il proprio valore e dando ragione alla lungimiranza della dirigenza olbiese, che anche nei momenti più bui ha confermato la fiducia a Roberto Occhiuzzi. Il tecnico calabrese è stato davvero in bilico in almeno due circostanze: la prima nel girone d’andata, a causa di un rendimento a dir poco deficitario. Allora fu il patron Alessandro Marino a buttare acqua sul fuoco, dopo l’11° turno: fin là i galluresi avevano messo insieme solo 1 successo, 4 pareggi e ben 6 sconfitte. Tutti per me sono stati sotto rendimento e penso che la responsabilità sia la mia. Non c’è uno in particolare di loro che sia colpevole. Il mister fa parte del gruppo che ho citato prima. Se avessi identificato un responsabile della situazione staremo parlando di un esonero”, disse Marino nella conferenza stampa indetta dopo la sconfitta interna contro il Gubbio, salvando di fatto il tecnico di Cetraro che, successivamente, ha rischiato l’esonero anche nel nuovo anno, dopo il 2-4 del Nespoli contro la Fermana. In quel caso le acque si mossero ben di più, prima di ritrovare la giusta serenità con la conferma di Occhiuzzi per voce del diesse Tomaso Tatti: Continueremo con Occhiuzzi fino al termine della stagione. La classifica ci dice che siamo in difficoltà, ma per come si sta esprimendo la squadra non ce la sentiamo di cambiare allenatore”. Parole pronunciate lo scorso 2 febbraio. Risultati alla mano, una scelta azzeccata.

I meriti di Occhiuzzi

La perseveranza di Occhiuzzi è uno dei simboli di questa salvezza anticipata dell’Olbia: fin dalle prime conferenze stampa le sue parole sono sempre state improntate a serenità e coesione con la squadra. Un bel rapporto, quello tra allenatore e spogliatoio, confermato dalle dichiarazioni dei vari calciatori tra sala stampa, interviste e ospitate tv. Occhiuzzi ha sempre avuto fiducia nei suoi ragazzi, così come loro l’hanno avuta in lui. Un trattamento mediatico decisamente sbilanciato sull’uso della carota e pochissimo del bastone, che ha poi consentito questa rimonta straordinaria. Dovuta anche, va sottolineato, all’aspetto atletico: lo abbiamo detto e ripetuto, ma il gran lavoro fisico svolto in fase di preparazione e, poi, durante tutta la stagione ha premiato l’Olbia, che è arrivata in gran forma nel momento topico del campionato. Un altro merito da ascrivere a Occhiuzzi e al suo staff, che ora può godersi l’ultima fatica dell’anno contro la Lucchese senza alcun patema d’animo, forse per la prima e unica volta in tutta una stagione passata a rincorrere.

Ragatzu on fire

C’è anche tra i Bianchi chi però non può permettersi di rallentare neanche nell’ultima gara di Lucca. Parliamo di Daniele Ragatzu, andato a segno contro la Reggiana con la 19^ perla del suo campionato, la rete numero 14 del suo 2023. Un gol che lo rende sia il secondo miglior marcatore italiano del nuovo anno – aggiornamento delle 18.20: Iemmello è passato da 13 a 15 – ma pure il capocannoniere in solitaria del girone B, a +1 dal cesenate Corazza. Inutile, banale e ridondante ripetere quanto sia stato fondamentale l’apporto del Pibe de Quartu in questa salvezza dell’Olbia, con il numero 10 arrivato al suo record di gol segnati, cui aggiungere 4 assist. E dire che il 2022 di Ragatzu era stato assai complicato, al di là del rendimento sottoporta. Tutto è cambiato con il ritorno in campo di Nicola Nanni, il panzer di San Marino che ha fatto rifiorire l’attacco gallurese. Lo dicono i numeri, non tanto quelli individuali: il numero 18 classe 2000 ha messo insieme 20 presenze con 4 gol segnati e 2 assist, ma soprattutto con lui in campo l’Olbia ha ottenuto 25 punti, grazie a 6 vittorie, 7 pareggi e 7 sconfitte. E Ragatzu? Semplice, nelle 18 gare giocate in coppia con Nanni l’attaccante quartese ha segnato 12 dei suoi 19 gol. A dimostrazione della bontà delle analisi fatte tra autunno e inverno in casa Olbia, quando si diceva che per vedere pagare il lavoro di Occhiuzzi gli si dovesse dare un centravanti vero, senza costringerlo a sacrificare i vari Contini, Boganini, Sueva e lo stesso Ragatzu nel ruolo di prima punta.

Futuro

E adesso? Beh, intanto i Bianchi dovranno chiudere la stagione contro la Lucchese prima di andare in vacanza. Poi ci sarà tempo e modo di discutere del futuro. Occhiuzzi in sala stampa ha detto la sua: “Non so ancora se si ripartirà da me, sicuramente l’Olbia riparte da questo gruppo di ragazzi e da un’identità che si è creata. Se il percorso lavorativo continua ho un vantaggio io e anche la società. Penso che i percorsi e i progetti devono avere della continuità per andare meglio. A oggi non so il futuro, è stata una scelta mia e della società. Facciamo quest’altra settimana e poi ci vedremo”. Continuità, pazienza, perseveranza e ambizione: sono i valori da cui ripartire in casa Olbia in vista della prossima stagione di Serie C. Una categoria difesa con le unghie e con i denti, al termine di un percorso a ostacoli ma che alla fine fa godere tutti in città: dai tifosi alla dirigenza, passando per lo staff e i calciatori. È vero, l’obiettivo iniziale della società di via Georgia erano i playoff. Non sono stati raggiunti, ma il rendimento nel 2023 di Emerson e compagni lo è stato pienamente. Ecco perché, forse, dare un colpo di spugna sarebbe un vero peccato.

Francesco Aresu

TAG:  Olbia Serie C
 
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