La serie D è ai nastri di partenza: domani, domenica 1 settembre le sei compagini isolane, inserite nel girone G, scenderanno finalmente in campo.
Subito, la prima giornata presenta tre derby di fuoco (Budoni-Arzachena, Lanusei-Muravera e Latte Dolce-Torres), per un campionato che si presenta ricco di novità e sorprese. Abbiamo chiesto al mister dell’Arzachena Mauro Giorico di raccontarci le sue impressioni sulla nuova stagione che sta per cominciare.
Mister Giorico, domenica riparte il campionato. Che idea si è fatto durante queste ultime settimane?
Diciamo che ancora non ho un idea ben precisa sul campionato che verrà. È difficile dare un giudizio sulla nuova stagione visto che ci sono molti aspetti da scoprire. A partire dal valore della nostra squadra che chiaramente dovrà essere migliorata perché come effettivi non siamo ancora in numero sufficiente. Stiamo già lavorando con il nuovo direttore (Fabrizio De Poli, ex ds con un passato al Padova e al Cittadella, ndr) per apportare quelle modifiche che servono per migliorare la squadra. E poi il valore della serie D di quest’anno è chiaro che è un’incognita.
Quanto manca per chiudere la vostra rosa?
A oggi siamo rimasti quelli che hanno giocato contro la Torres (nel turno preliminare di coppa Italia, vinto dai sassaresi per 2-0, ndr), stiamo valutando alcuni giocatori che potrebbero fare al caso nostro, ma per il momento non li avremmo in rosa. Speriamo di poterne avere già alcuni dalla prossima settimana.
Avete confermato dei nomi importanti, oltre ad aver acquistato giocatori esperti per la categoria. La promozione rimane il vostro obiettivo?
No, diciamo che la società ci ha richiesto la permanenza in questa categoria, senza soffrire. Sulla falsariga di questo obiettivo, stiamo costruendo una squadra composta da giocatori sardi e non. Ci sono degli innesti importanti come Mannoni e Sirigu, i rientri di Peana e Steri, che avevano già indossato questa maglia, ma anche la conferma di calciatori come Marco e Danilo Ruzzittu. Il valore della rosa non si discute. Siamo partiti molto in ritardo rispetto ad altre squadre, c’è da assemblare questi giocatori che già si conoscevano con altri che possono essere di prospettiva. Ci vorrà un po’ di tempo per amalgamare la squadra.
Sei squadre isolane al via. Come vede le due sassaresi?
Il Latte Dolce, come rosa, penso che possa essere la squadra sarda con prospettive migliori rispetto alle altre. Avevano già una squadra molto competitiva e si sono rinforzati con nomi del calibro di Molino, Nuvoli e Cinque, oltre ad avere dei giovani interessanti. La Torres ha fatto molti cambiamenti rispetto alla scorsa stagione. Ha diversi giocatori di valore, per cui si propone di fare molto bene.
Il Lanusei si potrà ripetere?
Anche il Lanusei, che ha fatto benissimo nella scorsa stagione, è un po’ cambiato. Bisogna quindi vedere cosa riuscirà ad esprimere. Ha mantenuto dei giocatori di qualità come Ladu e Floris, per cui ritengo che possa fare bene anche quest’anno.
Muravera o Budoni, chi può essere la sorpresa?
Il Muravera si è rinforzato con dei nomi che si conoscono bene per la grande qualità, tra cui tre ex giocatori dell’Arzachena come Bonacquisti, Moi e Loi: tre pedine importanti che s’inseriscono in una squadra collaudata che ha vinto il campionato di Eccellenza. Per cui sicuramente potranno fare molto bene. Del Budoni conosciamo meno perché abbiamo pochi dati per poterla valutare. Però, ripeto: i giudizi non vanno dati adesso, ma più avanti nel corso del campionato.
Due settimane fa è stato presentato il nuovo progetto Arzachena Academy CS. Prime impressioni?
Il progetto è importante e ambizioso, fatto da un gruppo molto forte. Non per niente hanno una squadra di pallanuoto, la Pro Recco, che è prima in Italia e una squadra modello che milita in Serie B (lo Spezia), per cui stiamo parlando di un gruppo importantissimo. Pian piano dobbiamo cercare di costruire qualcosa di nuovo e di valore. Quest’anno siamo partiti in ritardo, ma già dalla prossima stagione, la società intende e cercherà di rinforzare la rosa per puntare a vincere. Non ho dubbi che possano lavorare per realizzare questo obiettivo.
Infine da allenatore le manca la C? Oppure non ci sono così tante differenze con la D?
Le due categorie sono molto differenti, perché la Serie C è un campionato con un alto tasso tecnico rispetto alla D. Credo però che alla fine il calcio sia sempre lo stesso. Cioè cerchi di calarti nella maniera migliore nella categoria che dovrai affrontare. La mia speranza è che nel tempo si possa ritornare in alto con questa società forte economicamente.
Matteo Piano