Si fa sempre più vicina la sfida tra Perugia e Torres in questo girone B della Serie C. In vista del prossimo turno di campionato, in programma domenica 15 ottobre alle ore 14.00, la squadra di Alfonso Greco farà tappa in Umbria per sfidare la squadra allenata da Francesco Baldini, fresca di retrocessione dalla Serie B e desiderosa di ritornare in cadetteria il prima possibile. In occasione di questo difficile ma affascinante match abbiamo sentito Massimo Demartis, roccioso centrale difensivo che in carriera ha giocato sia con la maglia rossoblù (nella stagione 2005/06) che con quella del Perugia (vestita in 33 occasioni nella stagione 2007/2008). Di seguito le parole dell’ex calciatore originario di Alghero.
Demartis, domenica si giocherà Perugia-Torres una sfida tra due squadre che lei conosce bene. Che partita dovremo aspettarci?
“Spero che quella contro il Perugia sia una bellissima partita, giocare su quel campo sarà molto difficile per i rossoblù. Mi aspetto una sfida ricca di intensità. Quella umbra è una bella squadra che darà il massimo per battere la prima in classifica di fronte al proprio pubblico. Sinceramente non mi aspettavo un inizio così da parte dei sassaresi, la società ha fatto un grande lavoro in fase di progettazione della rosa e adesso si vedono i primi frutti. Questo inizio è stato incoraggiante, ci sono tutti i presupposti per una bella stagione”.
La Torres è partita alla grande in questa stagione, sette vittorie su sette in campionato, battendo anche avversarie blasonate e ambiziose come Carrarese, Lucchese e Juventus Next Gen. Ora c’è un’altra sfida ostica come quella di Perugia. Come si approccia una partita del genere?
“Queste sfide vanno approcciate con la stessa cattiveria agonistica che ha contraddistinto la Torres in queste prime partite della stagione. Grinta ma soprattutto tranquillità, anche perché i rossoblù non sono i predestinati per la vittoria del campionato. Ora è un momento in cui la squadra sta andando bene e sta ottenendo degli ottimi risultati, ma non bisogna dimenticare che le piazze che sulla carta dovrebbero dominare il campionato sono altre. Insomma, decisione ma anche tranquillità”.
Ora tutte le attenzioni del girone sono rivolte verso la Torres, questo fattore può essere un’arma in più per tenere alta la concentrazione o le troppe pressioni potrebbero risultare controproducenti?
“Non credo che questi fari puntati sulla Torres possano essere deleteri per i rossoblù. Deve essere brava la società, ma anche attento l’allenatore, nel far tenere i piedi per terra alla sua squadra. Quello fatto in questa stagione è un inizio storico, però bisogna dare tempo al tempo. Sono solo passate sette partite, ancora ci sono tante sfide da affrontare. Lo snodo cruciale sarà durante la primavera, ora serve mettere più fieno in cascina possibile per arrivare con slancio nei momenti che contano”.
Ci racconti un po’ di Perugia, che piazza è? Lei che in maglia rossoblù nella stagione 2005/2006 ha giocato da avversario in casa degli umbri e allo stesso tempo conosce bene i biancorossi, quali potrebbero essere le maggiori difficoltà per Scotto e compagni?
“Chi gioca nel Perugia è consapevole del fatto che porta sulle spalle il peso di una società importante nel mondo del calcio. Ci sarà un ambiente caldo, gli umbri hanno la necessità di vincere per andar via dal campionato di Serie C il prima possibile, la Lega Pro è una categoria che non appartiene ai biancorossi. Per i loro giocatori questo è un fattore pesante e di fronte al proprio pubblico cercheranno di vincere, in particolare contro la Torres che è prima in classifica”.
Nelle scorse settimane abbiamo parlato con Andrea Luci, suo compagno di quella splendida annata con la maglia della Torres. Ci sono tante similitudini tra quella stagione e questa in corso, tra cui la forte anima sarda della squadra. Quanto può incidere questo fattore in campionato?
“Questo forte senso di appartenenza è un fattore importantissimo, porta a dare quel qualcosa in più che poi in campo si nota. I tanti sardi presenti in rosa, che conoscono meglio l’ambiente, possono aiutare i nuovi compagni nel processo di ambientamento magari anche coinvolgendoli nella quotidianità della città. Questa è un’arma in più, questa forte identità isolana in squadra può portare a qualcosa di positivo”.
Seguendo gli allenamenti della Torres l’intensità la fa da padrona, con il tecnico Alfonso Greco che chiede sempre il massimo sia dell’applicazione che della concentrazione, senza però rinunciare a momenti più leggeri e divertenti. In panchina voi avevate Antonello Cuccureddu, bandiera della Juventus e del calcio sardo, trova delle similitudini in questo senso tra lui l’attuale tecnico dei rossoblù?
“Assolutamente sì. Così come Greco, anche mister Cuccureddu era molto bravo nella gestione dello spogliatoio, era abile nel capire quei momenti in cui il gruppo sentiva la necessità di svagarsi e rilassarsi. A volte concedeva giorni di risposo oppure, quando questo non era possibile, si andava a mangiare tutti insieme in qualche ristorante del posto. In questo senso anche l’attuale tecnico della Torres mi ricorda molto Cuccureddu. Sta gestendo bene questa partenza un po’ inaspettata dei sassaresi. Sta tenendo alta la concentrazione, dando tranquillità non solo alla squadra ma a tutto l’ambiente. Quello che la Torres sta facendo in questa stagione è un qualcosa di speciale, tutto ciò che sta arrivando è tanto di guadagnato. Questo suo modo di gestire la situazione sarà importante anche quando, come è normale che sia, la squadra farà qualche passo falso”.
Lei ha fatto i playoff di Serie C sia con il Perugia che con la Torres, cosa serve durante la stagione per riuscire a centrare questo traguardo?
“Serve tanta costanza, il girone B della Serie C della Torres è un campionato difficile con tante squadre forti, allenate da tecnici importanti e dalla grande esperienza. Sarà importante trovare la continuità senza però mettere da parte l’entusiasmo. In questo senso Sassari si farà trovare prontissima. Quest’ultimo è un fattore importante. In quell’annata con Cuccureddu, vedere lo stadio pieno, la felicità dei tifosi e sentire la loro carica ci ha dato tanta forza. Ci sono tutti i presupposti per fare un gran campionato”.
Andrea Olmeo