“Perché se vuoi illuderti e cantare
Nell’aria lo spazio c’è
Fino al giorno che avrai canzoni da cantare
La voce non si stanchi mai
La voce non ti manchi mai”
Bertas, Cantare cantare cantare
Cari lettori di Centotrentuno, auguri di buon 2021.
Ve li facciamo subito perché ne abbiamo bisogno tutti, nessuno escluso. Quello appena trascorso è stato certamente un anno indimenticabile e non è necessario ricordarci il perché. D’altronde, ancora mentre scriviamo queste righe, siamo in “Zona rossa” e costretti a starcene chiusi in casa, per evitare inutili rischi. Che qualcuno non sia d’accordo, poi, non importa. E certamente non è questa la sede in cui discuterne. È doveroso, invece, fare gli auguri di buon 2021 anche ai protagonisti dello sport in Sardegna che seguiamo con particolare attenzione, andando ad analizzarne il 2020 appena passato.
Buon 2021 al Cagliari Calcio. Il 2020 è l’anno in cui il club rossoblù ha festeggiato i suoi primi cento anni di vita e i cinquanta dal mitico scudetto targato Riva e Scopigno. Oggi possiamo dire, senza tema di smentita, che è stato un centenario pressoché disastroso. Il Covid-19 ha aggravato una crisi di risultati e di gestione che ha visto tre diversi comandanti sulla tolda rossoblù: Rolando Maran, Walter Zenga, Eusebio Di Francesco. Una gestione tecnica per così dire “variegata”, con un mix letale di moduli e confusione tattica (4-3-2-1, 3-5-2, 4-3-3, 4-3-2-1, di nuovo 3-5-2) che ha prodotto la miseria di 6 soli successi, 12 pareggi e ben 17 ko, per un totale di 30 punti totali. Mezza vittoria (o due punti e mezzo) al mese, fate voi: difficile far peggio nel 2021, insomma. Le ragioni di questo annus horribilis sono tante. Infortuni gravi (Pavoletti-bis, Rog), malumori, divorzi (Zenga, Carli), vicende di mercato gestite in modo discutibile – Juan Jesus, Czyborra, Fazio, il tira e molla per Nainggolan, finalmente tornato a casa – e la questione Olbia, con un continuo viavai di giovani che ancora, a distanza di anni, non ha prodotto risultati – sportivi, s’intende – apprezzabili. Già da gennaio, insomma, bisognerà dare una direzione a questo Cagliari. È tornato il Ninja, con la speranza che possa togliere più di qualche castagna dal fuoco sia a Di Francesco che alla dirigenza. Il tecnico dovrà finalmente dare un’identità precisa a una squadra che, probabilmente, ancora non sente completamente sua e che soltanto il mercato invernale potrà cesellare al meglio secondo le sue esigenze. L’abruzzese è un tipo sveglio e scafato, oltre a essere assistito da uno staff di prim’ordine: il progetto Cagliari ruota attorno a lui, nella speranza che al massimo tra febbraio e marzo si possa finalmente apprezzare una squadra in grado di divertire tutti. Pubblico, club, addetti ai lavori. Perché questo è stato il proclama di inizio agosto e si sa, non per tutti la pazienza non conosce limiti. Anzi.
Buon 2021 alla Dinamo Sassari. La società sassarese ha vissuto un’annata non semplice, tra l’interruzione della stagione agonistica durante la prima ondata Covid e la querelle Pozzecco-Sardara, con il coup de théâtre del possibile esonero di metà giugno prima annunciato dai media nazionali, poi smentito da una conferenza congiunta che tanto clamore ha provocato nell’ambiente del basket e non solo. Di fatto, dopo quell’episodio – chissà se si saprà mai davvero com’è andata – la Dinamo ha saputo ricostruire un’unità che la pone come una delle principali realtà della pallacanestro italiana, che guarda all’Europa con il ghigno pazzo del suo allenatore: una solida mina vagante, capace di scalpi importanti (vero Virtus Bologna?) e prestazioni folli – vedasi la sfida interna di Champions League contro Tenerife – grazie a singoli di sostanza come Bilan e Bendzius, sapientemente guidati dall’enfant du pays Marco Spissu, sempre più leader dei biancoblù. Cosa chiedere al 2021? Sicuramente qualche altro colpaccio sul campo, con un occhio alle competizioni parallele (Coppa Italia, Champions League) e l’obiettivo “playoff alto” in campionato, pur consapevoli delle grosse differenze a livello di budget rispetto a Olimpia e Virtus. E buon 2021 anche alla Dinama di Antonello Restivo, perché il suo gruppo di ragazze terribili riesca a diventare una realtà importante della pallacanestro femminile italiana.
Buon 2021 a Fabio Aru. Il ciclista di Villacidro è all’ultima vera chiamata per tornare a recitare un ruolo da protagonista nel mondo delle due ruote senza motore. Chiuso non senza strascichi polemici il suo rapporto con la UAE, il Cavaliere dei Quattro Mori ha firmato con la Qhubeka-ASSOS: tra fine 2020 e inizio 2021 è stato e sarà il ciclocross, vecchio amore, a vederlo all’opera per tornare a provare buone sensazioni per un riscatto da troppo tempo atteso. Da lui, dai suoi tifosi, da tutti gli sportivi sardi.
Buon 2021 all’Olbia Calcio. L’anno appena trascorso ha regalato ai bianchi emozioni forti: la cura Brevi (fatta di 3 vittorie, 5 pareggi e 3 sconfitte) aveva rimesso in piedi i galluresi, prima dello stop per il Covid deciso dalla Lega Pro. Quando tutto sembrava portare a una salvezza decisa d’ufficio, la doccia fredda chiamata playout: doppia sfida tra Olbia e Giana Erminio per mantenere la categoria. Dopo l’1-0 del Nespoli era sufficiente non perdere, ma sul campo di Gorgonzola il gol di Perna (guardacaso lo stesso autore dell’autogol che aveva deciso la gara d’andata) stava per condannare una squadra fiaccata dal nervosismo e dalla doppia inferiorità numerica. Invece, quando tutto faceva pensare al peggio, ecco la solita rete di Ogunseye – a tempo quasi scaduto – a regalare l’ormai insperata salvezza. Dopo l’addio a Brevi, ecco la rivoluzione mariniana: dentro Max Canzi, reduce dall’esperienza di vice-Zenga a Cagliari e con lui tre dei quattro leader della sua Primavera, ovvero capitan Ladinetti, Gagliano e Marigosu. Qualche acquisto di peso come le conferme di Giandonato e Altare, il ritorno in Sardegna di Emerson e quello di Ragatzu in Gallura hanno poi fatto il resto, per una rosa che al momento ha prodotto appena 18 punti in 17 partite, con sole 3 vittorie e ben 9 pareggi. Il 2021 dell’Olbia dovrà ripartire dall’ultima sfida contro il Lecco, decisa dal primo gol stagionale del Puma: serve coesione in un gruppo diviso quasi equamente tra senatori e giovani. L’obiettivo playoff è coerente con il valore della rosa guidata da Canzi, designato a essere il demiurgo giusto in grado di darle valore. Un concetto che, in un’ottica di squadra satellite del Cagliari, vuol dire soltanto una cosa: far crescere giocatori pronti per la Serie A, perché di talento ce n’è tanto.
Buon 2021 alle sei squadre sarde impegnate nel girone G della Serie D di calcio. In rigoroso ordine alfabetico: Arzachena, Carbonia, Lanusei, Latte Dolce, Muravera, Torres. Il Covid ha sconquassato il mondo dello sport, ma è del tutto evidente che sia stato il calcio dei dilettanti a pagare il prezzo più alto tra protocolli costosi, giochi di potere e, specie nell’ultimo periodo, furbate all’italiana. Il 2020 ci ha regalato la grande stagione della Torres, guastata dalla querelle stipendi – con il botta e risposta tra società e gruppo squadra per il taglio di 3 mensilità, ritenuto iniquo dalla rosa –, conclusasi con l’ennesima rivoluzione estiva in via Coradduzza, già sconfessata prima dal cambio di direttore sportivo – via Tossi, dentro Alessandro Degli Esposti, pupillo dell’ex ds genoano Faggiano – e poi dall’esonero di Aldo Gardini (arrivato dall’ottimo biennio a Lanusei), sostituito da Archimede Graziani dopo aver raccolto un solo punto in 7 gare. Ancora zero vittorie per i rossoblù di Sassari, che chiedono al 2021 soltanto punti per mantenere la categoria, dopo gli iniziali proclami estivi che parlavano addirittura di ripescaggio in Serie C. Se la Torres piange, dall’altra parte della città il Latte Dolce di Stefano Udassi non ride: nonostante acquisti di peso per la categoria (nell’estate 2019 arrivarono Nuvoli, Virdis, Molino e Nino Pinna; quest’anno hanno sposato il biancazzurro Gigi Scotto e Guberti, oltre all’ex Torres Pisanu e al bomber Roberti) i risultati stentano ad arrivare e il 2020 si è chiuso con l’incredibile sconfitta in extremis nel derby di Giba contro il Carbonia. Il 2021 sarà fondamentale per testare le vere ambizioni di un club che ha potenzialità economiche da categorie ben superiori ma che, risultati alla mano, rischia ancora una volta di vanificare.
C’è curiosità, invece, di vedere il 2021 del Muravera: dopo l’ottima stagione passata (mozzata sul più bello dal Covid), il gruppo guidato da Francesco Loi è ripartito da gran parte della rosa del 2019, cui il diesse Sebastian Puddu ha aggiunto esperienza e qualità: nomi come Geroni, Pani e Nuvoli in mediana, Virdis, Demartis e Nino Pinna davanti non si regalano a nessuno e testimoniano le velleità di far bene da parte del club gialloblù. Così come siamo curiosi di valutare la tenuta della favola Carbonia, costruita dall’abilità della coppia Colombino-Mariotti, direttore sportivo e allenatore di un gruppo giovanissimo e apolide: dopo il contenzioso con il Comune per lo stadio Zoboli, il club minerario si è dovuto spostare nei paraggi per potersi allenare e disputare le partite interne. Villamassargia prima, Siliqua, Giba, Narcao e Santadi poi sono state le tappe di Cappai e compagni all’inseguimento di un manto verde, passando dall’erba naturale al sintetico come se nulla fosse. Lo scalpo del Latte Dolce ha sicuramente ricaricato l’ambiente dopo settimane di polemiche extracalcistiche che stavano guastando l’aria buona prodotta dall’esser tornati finalmente in Serie D.
Dopo i due anni targati Gardini, con l’incredibile sogno Serie C cullato fino all’ultimo, per il Lanusei il 2021 sarà l’anno in cui valutare i frutti del lavoro di Alfonso Greco: una sorta di anno zero per gli ogliastrini, che fin qui sul campo non hanno raccolto quanto avrebbero meritato. Chissà che la società guidata da Daniele Arras non decida di tornare sul mercato per regalare a Greco il bomber da 10/15 gol a stagione in grado di concretizzare il gran lavoro prodotto da Arvia e compagni, che hanno chiuso il 2020 con il botto del successo interno per 5-1 contro la Nuova Florida. Chiusura d’anno totalmente diversa rispetto all’Arzachena, colpita dal Covid dopo essere stata a lungo l’unica società sarda di Serie D a continuare a giocare mentre le altre erano ferme. Alla ripresa del campionato mister Cerbone dovrà dimostrare di essere riuscito a tenere alto il morale degli smeraldini, il cui inizio di stagione è in linea con le aspettative iniziali (1 vittoria, 4 pareggi, 1 sola sconfitta), che prevedono un campionato tranquillo con la valorizzazione dei tanti giovanissimi ex Spezia a disposizione.
Buon 2021, infine, al Cagliari Primavera. E soprattutto buona fortuna ad Alessandro Agostini e Daniele Conti, responsabili del progetto, che in questo 2020 non ne hanno avuta tanta. L’inizio dell’anno appena trascorso era stato folgorante: 7 partite senza sconfitte, con 5 vittorie e due pareggi e la consapevolezza di essere la vera mina vagante del Primavera 1. Poi il passaggio di Canzi in prima squadra, l’arrivo del Covid e la sensazione che il campionato dei giovani interessi ai piani alti di chi gestisce il calcio italiano fino a pagina 2. Stop anticipato alla stagione 2019-20, rinvio ad libitum di quella successiva fino all’improvviso annuncio di inizio attività, con tante società (tra cui lo stesso Cagliari) in ambasce. Con Ago in panchina sono arrivate 3 sconfitte e un pareggio in 4 gare, ma la sensazione è che alla ripresa della stagione il gruppo rossoblù possa nuovamente togliersi diverse soddisfazioni. Il talento c’è in tutti i reparti, specie in avanti con i crack Masala (2004), Tramoni jr. e Delpupo (entrambi 2003), guidati dai più esperti esperti Desogus, Manca (entrambi 2002) e Contini (2001). E per Agostini un consiglio: sia forte e solido, liberandosi quanto prima dell’ombra della stagione scorsa, con l’obiettivo playoff Scudetto accarezzato e inseguito a lungo. Quest’anno è tutta un’altra storia, a lui confermare le buone cose che in tanti (compreso chi scrive) hanno sempre detto su di lui.
Buon 2021, poi, a tutte le altre realtà dello sport sardo che non abbiamo qui citato ma che seguiamo comunque con passione. Ma soprattutto, cari lettori, buon 2021 a noi. Alla famiglia allargata di Centotrentuno, che comprende sia chi sta tutto il giorno dietro telefonini, telecamere e computer, sfidando i chilometri e le intemperie, per offrirvi un servizio quanto più preciso e puntuale su tutto quello che riguarda lo sport sardo, chi cerca di far quadrare i conti a livello economico con passione e sacrifici. Ma pure voi che date un senso a tutti questi sforzi, regalandoci ogni giorno un briciolo del vostro tempo e della vostra attenzione. E di questo vi ringraziamo e continueremo a farlo, diretta dopo diretta, articolo dopo articolo, video dopo video. Il 2020 è stato un anno che ci ha privato di amici, parenti, modelli da seguire. Il 2021 sia un’occasione di rinascita e, per quanto possibile, foriero di nuovi entusiasmi. Noi, per quanto ci compete, ci saremo ancora, cercando di fornire ogni giorno contenuti nuovi, di prima mano e a volte scomodi, come ormai avrete capito.
Qualcuno si chiederà il perché della citazione del brano dei Bertas a inizio articolo: “Fino al giorno che avrai canzoni da cantare, la voce non si stanchi mai, la voce non ti manchi mai”. Ecco, noi non cantiamo canzoni (per adesso, ma mai dire mai…) ma facciamo giornalismo. Vogliamo che la nostra voce, alta come da nostro motto, non si stanchi mai e non ci manchi mai. Nel 2020 non ci siamo stancati, non lo faremo neanche nel 2021: di questo potete stare tranquilli.
Francesco Aresu