Prma vittoria in campionato per la Dinamo Sassari, che al PalaSerradimigni batte la Nutribullet Treviso per 80-76. Di seguito i nostri giudizi sui biancoblù.
Whittaker: 5,5. Va a sprazzi, troppo ancora, per dare un aiuto concreto e continuo alla squadra. Il tipo di partita non lo aiuta per nulla. Prova a mettere più peso in difesa, ma non basta perché le scelte errate nell’arco dei 40′ superano quelle positive nonostante qualche buona intuizione nei giochi a due soprattutto con Gombauld in campo.
Kruslin: 6. Non è una serata felice al tiro, ma è spesso sulle tracce di Harrison nei frangenti in cui è in campo e complica la gara dell’ex Prometey.
Charalampopoulos: 7. Prezioso, tanto, su entrambi i lati del campo. E questo si era cominciato a capire già dal turno precedente. A macchiare la partita è un rapporto con i falli che lo limita, ma la sua duplice dimensione e la sua intelligenza cestitstica aiutano tanto la Dinamo. Importante l’apporto anche a rimbalzo.
McKinnie: 6. Silenzioso, tanto, dal punto di vista offensivo nel primo tempo. Pensa più al sistema e meno al tabellino personale, prova a dare il suo in difesa, ma quando non va in leggera confusione conferma di sapersi muovere bene senza palla. Nel secondo tempo aumenta i giri del proprio motore, sia a campo aperto che sugli scarichi. Rischia di rovinare tutto con un fallo ingenuo nel finale, ma è in crescita.
Diop: 6,5. Non ha l’impatto sulla gara che vorrebbe e si vede dal suo sguardo un po’ cupo dopo almeno due palloni sprecati sotto canestro. Due bimani consecutive, di cui una sulla testa di Mezzanotte, lo mettono in gara, anche se qualche litigata con il pallone resta sempre. La crescita di Gombauld e i falli gli tolgono un pizzico di lucidità che però è presente nel momento più importante della gara, quando mette dei liberi pesanti che avvicinano Sassari al successo.
Gombauld: Soffre più di qualcosa a rimbalzo nella propria metà campo, mentre in quella avversaria gioca una partita in crescendo trovando il modo di far male non solo in campo aperto ma anche a difesa schierata, lavorando bene specialmente attaccando la profondità del pitturato.
Tyree: 7,5. Piacere, Breein Tyree. Si capisce fin dal suo ingresso perché Sassari lo stesse aspettando. Si presenta con due triple che accendono la squadra sassarese, ma è bravo anche nel trattare il pallone e distribuirlo agli altri. La schiacciata dopo il cambio di mano che manda a terra l’avversario nel terzo periodo rende ancora più chiaro quello che può dare. Nel finale la stanchezza comincia a farsi sentire, ma risulta ancora decisivo malgrado gli errori dalla lunetta. Chiude con 18 punti e dando l’impressione che Sassari abbia trovato finalmente l’uomo in grado di costruire i vantaggi necessari per far male agli avversari.
Cappelletti: 6,5. È una partita sporca, fisica e in attacco anche per lui a volte, non è semplice dare ritmo alla squadra. Fa però un passo avanti in difesa che lo mette più dentro la gara ed è fondamentale per togliere respiro alle guardie avversarie. Motivo per cui resta in campo nella fase più concitata e decisiva della gara, quando segna anche un canestro importante negli ultimi minuti.
Treier: 6. Fa il suo quando chiamato in causa. Qualche piccolo giro a vuoto in difesa, ma aggiunge anche una tripla e una giocata preziosa su una palla che da persa diventa recuperata nell’ultimo periodo.
Gentile: 6. Il ritorno e l’exploit di Tyree gli fanno vedere meno il campo rispetto alle settimane precedenti. Quando entra sul parquet prova a dare comunque il suo apporto e soprattutto nel primo tempo ci riesce.
Gandini: sv.
Pisano: sv.
Coach Piero Bucchi: 6,5. A tratti brutti, spesso sporchi come richiede la gara, ma con la giusta dose di cattiveria. Un equilibrio tra le tre variabili che porta a un successo che non può che significare ossigeno vitale per i biancoblù, che rimangono un cantiere aperto in cui però cominciano a potersi intravedere le fondamenta della propria identità. Servirà soprattutto trovare fiducia nella gestione dei possessi pesanti e non, ma i primi due punti della stagione fanno bene al gruppo, anche in vista della prima gara in Europa.
Matteo Cardia
