Sconfitta pesante per la Dinamo Sassari, che al PalaSerradimigni perde 80-97 contro Ludwigsburg, con la squadra tedesca che ribalta il fattore campo e complica il viaggio in Bcl dei sassaresi. Con la squadra isolana che ora sarà costretta quantomeno a ribaltare la differenza canestri con Stettino per accedere ai play-in. Di seguito i nostri giudizi sui biancoblù.
Whittaker: 5. È il giocatore con più occhi addosso, non perché il più pericoloso ma perché sulla bocca di tutti perché ancora al di sotto delle aspettative. L’orgoglio che ha mostrato in altre occasioni arriva solo nell’ultimo periodo quando i discorsi sono ormai chiusi e trova qualche pertugio in penetrazione. Per il resto, non cambia la stoffa dalla partita con Pistoia, dove almeno l’intesa con Gombauld però era sembrata funzionare. Stavolta la fatica è totale e il passaggio a vuoto al rientro nel secondo quarto ne è la prova, malgrado in difesa provi almeno a piegare le gambe quando c’è bisogno. Non risulta però essere abbastanza, anche perché capita più di una volta che Buie e Graves siano accoppiati con lui e lo puniscano.
Tyree: 5,5. Torna in quintetto base e inizia bene, prendendo scelte buone a livello offensivo e con fiducia dall’arco. Diventa quasi l’unico in grado di attaccare il ferro con continuità quando nel terzo periodo per Sassari è notte fonda, poi però Ludwigsburg si adatta e si scontra spesso con l’istinto che lo porta a far tutto da solo. Chiude con 18 punti, ma fini a sé stessi perché arrivano tanti da situazioni di staticità in cui la collaborazione con i compagni è scarsa.
Charalampopoulos: 5,5. Insieme a Tyree offensivamente appare come quello a cui si può chiedere di più. Avrebbe bisogno però di essere messo più volte nelle condizioni di far male soprattutto piedi per terra. Nei quarti centrali, quando più servirebbe, è una situazione che si verifica poco. Prova a fare il suo in difesa ma spesso pecca di energia contro gli esterni avversari.
McKinnie: 5,5. Rimane troppo spesso un giro indietro in difesa, mentre in attacco mostra potenzialità solo quando il campo si apre o la squadra avversaria ritarda un minimo nella transizione offensiva. Qualcosa che accade però molto di rado. Il leitmotiv della sua partita almeno fino al terzo quarto, prima che nell’ultimo mostri finalmente un pizzico d’orgoglio che lo aiuta sia in difesa che a livello offensivo.
Gombauld: 5. Il suo primo rimbalzo arriva a metà terzo quarto. Il dato dice la differenza totale rispetto alla gara d’andata quando scherzò contro Edigin e Childs. I due lunghi si vendicano giocando una gara di energia che lui fatica invece a mettere, senza confermarsi quell’intimidatore d’area che si era visto poche settimane fa.
Kruslin: 5. Non è ancora la stagione del croato. E si capisce dallo sguardo e da come faccia fatica a mettersi dentro la gara offensivamente. Pochi scarichi, pochissimi tiri aperti e le gambe che così girano meno anche in difesa nonostante le intenzioni.
Treier: 6. Una gara di sacrificio. Sgomita, lotta, anche se più volte esce sconfitto dal confronto quantomeno prova sempre a combattare nonostante a volte si risparmi uno scivolamento in più come Bucchi gli dice in uno degli ultimi timeout. Finisce però per essere uno dei migliori in casa Sassari, non per la doppia cifra ma per l’atteggiamento. Malgrado i miglioramenti da fare siano tanti.
Gentile: 5,5. Più bassi che alti come tutta la squadra, ma ha il merito di prendersi alcune responsabilità in attacco con personalità quando ancora sembra esserci partita. È poco, ma è comunque un segnale da capitano.
Cappelletti: 5. Non riesce a cambiare ritmo a una Dinamo che ne avrebbe bisogno nei quarti centrali. Pecca di comunicazione con i compagni in alcune situazioni in difesa soprattutto nel secondo periodo, correggendosi o almeno provandoci nei periodi successivi. Ma non è la serata giusta per lui e lo si nota anche da qualche forzatura di troppo.
Raspino: sv.
Pisano: sv.
Coach Piero Bucchi: 5,5. Ogni timeout è una richiesta di maggior energia e incisività in difesa. Il messaggio però non arriva e solo con la zona nel finale la squadra sembra dare qualche segnale positivo. I minuti di sospensione però sono l’esempio quasi perfetto di una serata in cui Sassari a tratti mostra il suo volto peggiore, perché appare scarica e senza quegli occhi necessari per vincere la lotta contro una squadra arrivata in Sardegna per vendicarsi e imporre il proprio predominio a rimbalzo. La strada in Bcl poteva farsi in discesa, la pendenza invece finisce per aumentare le sue percentuali. Dovrà essere la squadra a capire se si vuole alzare sui pedali o meno, prima che sia troppo tardi.
Matteo Cardia














