Dura due periodi la Dinamo Sassari nell’impegno in casa di Reggio Emilia, che si impone 77-59. I nostri giudizi sui biancoblù.
Cappelletti: 5,5. Spinge bene la transizione ed è aggressivo sin dalla palla a due. Dalla fine del secondo quarto in poi però la benzina comincia a scarseggiare e la luce a poco a poco si spegne, complice una gran botta ricevuta a metà terzo periodo che di certo non lo aiuta.
Tyree: 5,5. Vuole continuare sull’onda della sfida con Stettino. Le scelte sono positive nelle battute iniziali, non solo al tiro. Con il correre dei minuti le percentuali si sporcano, la responsabilità di vedersela contro un veterano Nba come Galloway sembrano aiutarlo a non uscire dalla sfida ma la piega che prende l’incontro lo porta sui binari sbagliati dell’egoismo. Se ne accorge anche lui nel finale, quando chiede scusa ai compagni. La gara però è ormai andata.
Charalampopoulos: 5,5. Mani congelate al tiro, cerca di compensare con gli altri fondamentali. Ma come per gli altri tiratori sassaresi quando Sassari avrebbe bisogno di un canestro è assente nonostante gli sforzi, anche se a metà terzo periodo arriva un canestro più fallo che sembra dar respiro ai biancoblù. Resta però troppo poco e Reggio così può volar via senza troppi patemi d’animo.
McKinnie: 6. L’atteggiamento è cambiato, si vede soprattutto a livello offensivo nei primi due periodi e con qualche segnale in un terzo quarto che avvia la sfida verso le braccia reggiane. La sfida con Hervey sembra quella giusta per crescere ulteriormente nell’importanza dell’economia di gioco sassarese, ma nel momento più importante del duello non riesce a mandare in bianco le armi dell’ex Virtus Bologna, che vince una battaglia sul campo anche psicologica. Peccato.
Gombauld: 5. Reggio Emilia chiude bene l’area, costringe Sassari a servirsi poco del pitturato e lui ne fa le spese. Sono difficoltà che ne complicano la gara anche in difesa, dove soprattutto a inizio terzo periodo, quando la gara è aperta, appare troppo molle in alcune situazioni.
Kruslin: 5,5. Entra carico dalla panchina, con l’attenzione giusta da imprimere sugli esterni avversari. La partita cambia nel secondo tempo e anche lui resta un giro indietro in alcune situazioni. Ma a mancare sono soprattutto i suoi canestri, che non arrivano neanche quando Sassari avrebbe bisogno di risposte dalla panchina.
Treier: 5,5. Come gran parte dei suoi compagni inizia forte, attento soprattutto quando la Reggiana prova a mettere il pallone dentro l’area. Corre e lotta sotto le plance come al solito. Le percentuali dall’arco però restano a quota 0 e anche l’assenza dei suoi punti nel momento più complesso per Sassari si avverte.
Diop: 5,5. Dalla battaglia non si tira indietro, ma come per Gombauld e ancor di più nel secondo tempo, non riesce ad avere mai un vantaggio dentro l’area. Reggio gli nega l’opportunità di essere determinante e ancor di più questa Sassari lo finisce per patire.
Gentile: 5. È il primo a prendersi una sfuriata di Bucchi perché accelera troppo i tempi quando non ce ne sarebbe bisogno. Segno di una serata in cui poi il capitano non sembra riuscire, al di là di alcuni brevissimi passaggi, a connettersi con una gara che si fa via via sempre più complessa.
Whittaker: 5,5. Sembra aver l’attenzione e la voglia giuste aprendo la sua partita con un bell’arresto e tiro. Poi però si carica di falli e l’incantesimo si rompe. Ritorna sul parquet e corre su una montagna russa di alti e bassi, ha il merito quantomeno di prendersi delle responsabilità e non tirarsi indietro da vero professionista nonostante l’arrivo di Jefferson comunicato durante la gara dal club potrebbe significare la fine della sua esperienza in Sardegna.
Raspino: sv.
Gandini: sv.
Coach Piero Bucchi: 5,5. La squadra patisce ancora una volta non solo la trasferta, ma soprattutto il doppio impegno. Al di là dei meriti di una Reggio Emilia che nel secondo tempo stringe in maniera evidente le maglie, Sassari si spegne dal 20′ in poi senza riuscire a mettere quella intensità difensiva che nei primi due quarti aveva fatto immaginare un’altra gara. Inutile dire che senza energia e con una collaborazione via via più scarna, la luce in attacco si spenga anche perché senza la possibilità di andare in transizione la squadra si poggia su tentativi che sfociano alcune volte in egoismi. La società ha deciso di regalargli un nuovo play per Natale (qui la notizia). Solo il campo dirà se con un cambio di un tassello la Dinamo potrà chiedere di più a sé stessa nel prosieguo del cammino in campionato.
Matteo Cardia














