La Dinamo Sassari tiene aperta la gara quasi sino alla sirena, ma nella volata finale è Cholet ad avere la meglio per 91-95. Si andrà così a gara 3 per stabilire chi sarà parte del girone I del Round of 16 della Bcl. I nostri giudizi sulla prova dei biancoblù davanti al proprio pubblico.
Jefferson: 5. Serata negativa per il playmaker statunitense, mai in partita sin dal primo possesso. Stretto dalla maggior intensità difensiva messa dai transalpini a partire da Campbell, ma anche meno reattivo sia nella pressione sul pallone che nelle letture sul lato debole, ha idee meno chiare e più confuse. Nel quarto periodo sembra poter tornare a esprimersi sui suoi livelli, ma nei momenti decisivi la mente si annebbia e nell’economia della gara questo pesa tanto.
Tyree: 7. Quando vede rosso si scatena. Era successo con Milano, è successo con Pesaro e riaccade con Cholet. Tiene a galla la Dinamo a cavallo tra primo e secondo periodo, le percentuali calano alla distanza ma resta fondamentale soprattutto quando cambia passo e attacca il ferro. Le gambe forti servono anche a placare in parte un Randall infuocato nel quarto finale. C’è ancora una volta lui nel momento in cui Sassari rientra definitivamente in gara e poi si tiene sul filo del rasoio, nel finale però sembra pagare una stanchezza quasi naturale.
Kruslin: 6,5. Mezzo voto in meno perché quell’ingordigia che lo porta a quota quattro falli quando Sassari è lì anche grazie alla sua serata quasi perfetta al tiro sa di peccato. Randall lo fa sudare, spesso lo batte nonostante gli sforzi e la mano sempre messa sul volto e allora torna a vestire i panni del tiratore quasi infallibile. Non basta però il suo 6/7 dall’arco ai biancoblù per avere la meglio dei francesi.
Charalampopoulos: 6. Approccia molto bene, ma dopo alcuni possessi Cholet gli toglie l’opportunità di giocare spalle a canestro negandogli il vantaggio avuto all’andata. Sembra uscire dalla partita, mentre Saloun sale di livello. Da metà terzo periodo in poi però aumenta di colpi per letture e responsabilità offensive. Ha però sul groppone il tagliafuori mancato su Hruban sul tiro disperato di Campbell, che si fa perdonare solo in parte con la tripla che tiene viva la sfida prima dei liberi di Randall.
Gombauld: 5,5. Sembra poter dare una mano importante, però la maggior attenzione e il maggior peso messo da Cholet nel pitturato e la miglior serata di Sako, lo trascinano a poco a poco fuori dalla gara.
Gentile: 6,5. È una partita dura come preventivato e allora diventa la partita adatta a lui. Mette intensità e mette quella sfacciataggine che serve ed è evidente come quando con una tripla da nove metri scrive la parità sul 66 pari su cui si apre il quarto periodo.
Cappelletti: 5,5. L’impegno come al solito non manca e lo si nota specialmente in difesa nel secondo tempo. In una serata in cui Jefferson però non riesce a connettersi con la partita servirebbe qualcosa di più, invece finisce per forzare diverse letture non riuscendo a cambiare ritmo alla squadra quando necessario.
Diop: 6,5. Lotta come al solito come un leone sotto le plance. Motivo per cui Bucchi non ci rinuncia per larghe fasi di una partita più spigolosa. Finisce spesso per forza vittima della capacità di Cholet di sfruttare lo short roll e punire i suoi show, ma tra i lunghi è il più positivo.
McKinnie: 6. Solo undici minuti in campo, frangenti in cui si fa notare soprattutto per due schiacciate che sottolineano le sue capacità atletiche.
Raspino: 6. In campo per qualche minuto per dare una buona mano in difesa.
Treier: sv.
Gandini: sv.
Pisano: sv.
Coach Piero Bucchi: 5,5. Alla fine dei conti sono i dettagli a decidere queste partite. Sassari non demorde, accetta e riconosce i propri errori e prova a rifarsi in un primo tempo in cui le palle perse sono troppe e l’intensità difensiva troppo bassa. Segno che la mentalità sia cambiata come più volte richiesto tra le righe, ma alla lunga il tentativo di rientrare fa perdere energie fisiche e mentali. E i dettagli citati all’inizio finiscono così per fare la differenza, a partire dai 5 liberi sbagliati o alla troppa ansia nei minuti finali soprattutto in difesa, con Cholet che ne ha approfittato non avendo più nulla da perdere. Forse nel finale avere un Kruslin in più vista la serata, malgrado i quattro falli, sarebbe stato un rischio percorribile. La squadra tuttavia c’è e si vede, ma per fare lo step successivo e raggiungere il Round of 16 servirà qualcosa di più alla voce concretezza.
Matteo Cardia














