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Dinamo Sassari | Le Pagelle: Diop e Gentile ci provano, Bendzius in difficoltà

Ousmane Diop durante Dinamo-Trieste | Foto Luigi Canu
Ousmane Diop durante Dinamo-Trieste | Foto Luigi Canu
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La Dinamo Sassari perde gara 1 delle semifinali Scudetto contro l’Olimpia Milano per 95-72. I nostri giudizi sui biancoblù.

Dowe: 5,5. I fischi a favore sono pochi, così come gli spazi in penetrazione lasciati da Milano. Prova a forzare qualcosa, ma non riesce a prendere mai il ritmo giusto e si vede anche in difesa quando qualche distrazione è evidente. Non è contento di se stesso e si vede, ma nell’ultimo quarto ha una reazione d’orgoglio che potrebbe essere un buon segnale per l’avvenire.

Kruslin: 5. Non si vede praticamente mai in attacco, dove Milano gli permette solo una volta di prendere il tiro con spazio. La serata diventa così difficile, complici le difficoltà anche in difesa vissute specialmente in un primo tempo complesso contro le guardie milanesi che fanno un ottimo lavoro sui blocchi eludendone molte volte la guardia.

Jones: 5,5. L’Olimpia si fida sempre di più di Shields e a farne le spese spesso è lui. Lo stesso danese usa le maniere forti anche per non fargli prendere fiducia, con l’ala statunitense che non riesce mai a tirare con spazio nel primo tempo. Negli ultimi due quarti trova finalmente il canestro, ma è solo una piccola fiammata in una serata da mettere da parte.

Bendzius: 5. Il primo periodo somiglia a un incubo in cui il protagonista è Voigtmann. Il tedesco apre il campo per l’attacco milanese e punisce gli aiuti del lituano che poi finisce per soffrire su diverse situazioni per il resto della gara, in cui anche il divario fisico si fa sentire. Peccato, perché dall’altra parte ogni volta che ha pochi centimetri la mano sembra calda, ma alla fine come per tutta la squadra non è la serata giusta.

Stephens: 5,5. Melli è il giocatore più importante di Milano anche se non va a canestro. L’inizio lo dimostra, mentre l’ex Igokea non riesce a oscurargli la visuale con le sue lunghe leve. Manca di aggressività che riesce a trovare nel finire di secondo periodo e a tratti nel terzo, quando è ben servito da Gentile. In difesa però è continuamente attaccato e spesso finisce per soffrire soprattutto sui cambi.

Diop: 6. È l’osservato speciale, Hines e Melli non disdegnano le maniere forti e lo fanno partire un po’ timidamente. Poi però cresce, lotta, e trova scelte lucide per i compagni dal post alto, unico spazio che Milano gli lascia. Nel secondo tempo resta a lungo in panchina, quando rientra sembra affaticato, ma prova comunque a dire la sua, malgrado Hines a volte lo istruisca come solo lui può fare. Chiude con 13, 5 rimbalzi e 3 assist, ma dovrà ritrovare subito la faccia tosta di una settimana fa.

Robinson: 6. Il suo ingresso dalla panchina porta più fosforo in attacco. La Dinamo corre di più con lui in regia, anche se pure il nativo di Nashville a volte non legge bene le situazioni e dà il tempo a Milano di mettersi a posto difensivamente. La prestazione è tutto sommato positiva, chiude in doppia cifra e con 5 assist, ma servirà più decisione da parte sua nelle prossime uscite.

Gentile: 6. Ha le letture migliori nei giochi a due, soprattutto con Stephens che sfrutta le sue abilità per lavorare il suo score personale. A partita ormai chiusa trova quella sfacciataggine chiesta anche da Bucchi nei giorni precedenti alla gara, ma sul lato difensivo non è la serata che vorrebbe.

Raspino: 5,5. Inizia bene la sua partita, con un canestro di pura aggressività contro Voigtmann. Poi però i falli stavolta diventano un fattore negativo anche per lui, non riesce a dare il contributo osservato in altre circostanze.

Treier: 5,5. Tanti minuti per l’estone, che sotto le plance però fa fatica ad arginare lo strapotere milanese. In attacco si vede solo nel finale.

Chessa: sv. Solo pochi istanti di gara.

Devecchi: sv.

Coach Piero Bucchi: 5,5. La sua squadra sbaglia l’approccio alla gara e la montagna si fa ancora più ripida. Milano è dura, mentre i suoi faticano a trovare quella sfacciataggine tanto cara ai biancoblù e che in gare con avversari così forti farebbe tanto comodo. Sassari dovrà ripartire in fretta dalle proprie consapevolezze e dalla piccola reazione d’orgoglio dell’ultimo quarto, ma soprattutto far tesoro di una prima lezione che può essere utile per provare fino in fondo a mettere i bastoni tra le ruote alla squadra di Messina.

Matteo Cardia

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