La Dinamo Sassari crolla nel secondo tempo e Tortona conquista due punti fondamentali nella lotta playoff battendo i biancoblù 79-62. Di seguito i nostri giudizi sui biancoblù.
Jefferson: 5,5. Approccia molto bene la gara a livello offensivo, si spende anche in difesa nonostante in qualche occasione rimanga un giro indietro. Chiude i primi 20′ a quota 11, nel secondo tempo ne segna solo altri quattro, va troppo a sprazzi e rinuncia anche a qualche tiro che dovrebbe prendere. Ma soprattutto non riesce a trovare il modo di mettere in ritmo i compagni.
Tyree: 5. L’inizio promette bene, poi invece si carica subito di falli e l’andamento della gara con Cappelletti e Jefferson in campo non l’aiuta a prendere ritmo. La Dinamo avrebbe bisogno di lui soprattutto nel secondo tempo, ma sembra più fuori che dentro la partita e al di là di alcuni canestri. E questo è un problema che Markovic dovrà risolvere durante la pausa.
Kruslin: 5. Un passo indietro rispetto alla settimana precedente. Tanta applicazione in difesa, ma troppa confusione in attacco dove a volte la cornice della gara lo costringe a creare dal palleggio – mai stato il suo forte – e lo porta verso diverse perse pesanti. Una situazione che lo rende anche un pizzico nervoso e gli toglie energie utili anche nel secondo tempo.
Charalampopoulos: 6. Non è produttivo in attacco come nella gara contro Cremona complice il grande lavoro di Tortona per togliergli spazio sul perimetro. Prova per questo anche a lavorare meglio spalle a canestro ma non sempre i compagni negli ultimi quarti sono bravi a servirlo. Lavora comunque bene a rimbalzo e a livello mentale sembra quello che riesce a non perdere il filo con la partita a livello difensivo, nonostante qualche amnesia.
Gombauld: 5. Tira giù sette rimbalzi di cui quattro offensivi, però la crescita di Radosevic finisce per farlo eclissare dalla gara e a mandarlo in confusione sul piano difensivo. Non riesce poi a segnare un canestro dal campo: Tortona fa un buon lavoro a protezione del pitturato, ma la mancanza di un certo tipo di pericolosità alla lunga ha un peso per Sassari.
Diop: 6. Quando la Dinamo affanna trova in lui un fattore per risalire la china nel secondo periodo, dalla lunetta e non. In difesa a volte Radosevic e Zerini gli tirano qualche scherzo, ma in qualche modo resiste. Alla lunga perde però anche lui in incisività , anche se resta un fattore di preoccupazione nonostante la Dinamo negli ultimi 20′ non riesce a trovarlo in situazioni di pick&roll.
Cappelletti: 5,5. Se si guardasse solo al primo tempo, il voto sarebbe più che sufficiente. Perché mette intensità e decisione nell’attaccare i cambi e con lui Sassari continua a girare bene specialmente nel primo periodo. Poi però si spegne, esagera con qualche lettura forzata e non riesce più a mettere lo stesso passo sul parquet se non a singhiozzo. Ancora troppe le palle perse (4).
Gentile: 5,5. Stavolta il capitano non porta un reale cambio di passo, ma soprattutto viene quasi sempre punito dagli attaccanti avversari. Ancora una volta il referto dice zero punti e senza una sua striscia a contribuire è normale che Sassari patisca qualcosa di troppo.
Treier: sv. Solo pochi minuti in campo.
McKinnie: 6. Se il campo si apre per il contropiede gioca su un altro campionato come dimostra il primo suo canestro della partita. Sembra in crescita, nonostante ancora manchi qualcosa a livello mentale quando il tasso della lotta fisica si alza e i possessi pesano di più rispetto al normale.
Raspino: sv.
Coach Nenad Markovic: 5,5. La Dinamo ha ancora due facce e da questa doppia identità non riesce a discostarsi nonostante i passi avanti sul piano dell’aggressività difensiva. Troppe le palle perse, frutto anche di un nervosismo a tratti tangibile, troppa la fatica in attacco quando Tortona ha alzato il livello della propria difesa e la squadra è sembrata diventare timida. La pausa arriva nel momento giusto soprattutto per lavorare su quello che non va prima di tutto a livello mentali, lì dove sembrano annidarsi maggiormente i problemi di un gruppo che nonostante le difficoltà evidenti è rimasto aggrappato alla partita sin quando ha potuto.
Matteo Cardia














