Torna alla vittoria la Dinamo Sassari che al PalaSerradimigni supera 86-80 la Vanoli Cremona. I nostri giudizi sui biancoblù.
Jefferson: 7,5. Impatto non positivo, con qualche amnesia evidente a livello difensivo. Poi il ritorno in campo dopo il primo passaggio in panchina causa l’accensione di un fuoco diverso. Due triple in fila nel secondo quarto lo mettono in gara a livello realizzativo, ma la concentrazione, al di là di un misunderstanding con Cappelletti in chiusura di primo tempo, cambia anche in difesa. Nel secondo tempo si sblocca definitivamente, con alcuni canestri pesantissimi che spingono la gara tra le braccia sassaresi.
Tyree: 5,5. Qualche persa di troppo e un canestro che si fa piccolo sin dai primi possessi. Non riesce mai a entrare in partita a livello offensivo realmente, prova a dare il suo apporto in difesa ma la serata è quella che è e nei momenti caldi resta in panchina.
Kruslin: 6,5. Non è precisissimo al tiro, ma l’impressione è che se potesse Markovic lo lascerebbe anche più a lungo dei 33′ passati sul campo per dare l’esempio ai compagni a livello difensivo. Sei punti, ma gran prova di sostanza per il croato.
Charalampopoulos: 7,5. Markovic aveva chiesto aggressività e lui decide di regalargliene tanta sin dall’inizio e su ambo i lati del campo. È lui a far capire ai compagni che la partita è iniziata con una gran stoppata, poi mette in serie soprattutto scelte offensive che si rivelano spesso vincenti sia per sé stesso che per i compagni. Adrian a volte gli gioca qualche brutto scherzo, ma è lui ad avere ragione con un paio di canestri nel quarto finale che indirizzano definitivamente la gara.
Gombauld: 6. Ha ancora una volta qualche problema nell’approccio. Cresce Diop e allora lui deve fargli spazio, ma è bravo tra terzo e quarto periodo a far capire che può dare una mano anche lui. Pecca in più di una situazione nelle tempistiche d’uscita sull’aiuto e recupero, ma nel complesso la sua è una prova sufficiente.
Diop: 6,5. Ha l’impatto giusto in uscita dalla panchina come ha abituato. L’inchiodata nel primo quarto fa alzare il pubblico sassarese, alla stessa maniera è importante quella nell’ultimo periodo. Le due giocate sono unite da un filo conduttore mantenuto per tutti i minuti passati sul parquet, malgrado in alcune situazioni non sia facile per lui stare dietro a giocatori come Zanotti che tentano di portarlo fuori dal pitturato.
Gentile: 5,5. Fa le giocate giuste, che non si tramutano in canestri ma che sono importanti, quando è chiamato al primo ingresso sul parquet. Nel lungo periodo però perde un po’ di lucidità, con il finale di terzo quarto che è la fotografia di un periodo tra alti e bassi.
Treier: 6,5. Toh, chi si rivede. Non metteva piede sul parquet dallo scorso 3 gennaio quando aveva giocato qualche minuto nella gara 1 contro Cholet. Fa vedere che ha fame mettere la propria firma sulla partita, con una cattiveria agonistica e una lucidità in alcune giocate che fanno comodo a una Dinamo che tenta di scappare nel secondo periodo. I tanti applausi riservatigli dal PalaSerradimigni fanno capire l’andamento della serata.
Cappelletti: 6,5. Ritrova la continuità e torna a essere quel giocatore che a Sassari mancava. Dà ritmo alla squadra, spinge la transizione quando può, mette peso in difesa e limita le forzature. Con lui e Jefferson contemporaneamente in campo Sassari trova la chiave per vincere la gara in una serata in cui Tyree è sottotono.
McKinnie: 6. Fuori per gran parte della gara dalle rotazioni, entra sul finire del terzo periodo quando non se lo aspetta più nessuno. Con Markovic che poi lo butta nuovamente dentro nel finale per rispondere alle scelte di Cavina con il quintetto piccolo. Pochi minuti ma meglio sotto il punto di vista dell’atteggiamento rispetto ad altre serate.
Raspino: sv.
Pisano: sv.
Coach Markovic: 6,5. Lo aveva detto nella conferenza stampa dell’antivigilia che l’aggressività mentale avrebbe fatto la differenza. Ci vuole un pochino perché la sua squadra si ricordi di quelle parole, ma quando accade la pressione difensiva e la fiducia che ne consegue in attacco facilitano le operazioni. Il controllo della lotta sotto i tabelloni è l’altro fattore di una serata a cui per essere quasi perfetta manca solo il ribaltamento della differenza canestri, aspetti solo avvicinato. Ci sono aspetti ancora da limare, ma l’impressione è che Sassari abbia dato quel segno di vita che il suo pubblico si attendeva.
Matteo Cardia














