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Dinamo Sassari | Le Pagelle: brutta serata per Charalampopoulos, Cappelletti ok

Vassilis Charalampopoulos durante Vanoli Cremona - Banco di Sardegna Dinamo Sassari | Foto Luigi Canu
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Sconfitta in casa della Virtus Bologna per la Dinamo Sassari di coach Piero Bucchi (80-66 il risultato finale). Di seguito i nostri giudizi sui biancoblù.

Whittaker: 6. Parte duro e con alcune buone scelte offensive. Bucchi vuole preservarlo dai falli, poi il buon impatto di Cappelletti lo fa restare in panchina per un periodo più lungo del normale. Le guardie della Virtus mettono tanta pressione sulla palla, a volte forza troppo i ritmi, ma nel complesso, visto anche il tentativo di provare a mettere la giusta pressione difensiva e di prendere qualche responsabilità in più in attacco, è un altro passo verso la crescita.

Tyree: 5,5. Inizia con una rubata e una schiacciata che fanno ben presagire. Poi però la difesa di Bologna sale di livello e malgrado l’aggressività la spia della fiducia si spegne, come si vede anche dal linguaggio del corpo. Nel secondo tempo continua a provare ad azzannare la partita, forza diverse situazioni cercando ossessivamente il canestro, ma i suoi morsi si rivelano quasi sempre ininfluenti.

McKinnie: 5,5. Dopo la palla a due le cose migliori si vedono sporadicamente in attacco, in difesa invece è troppo molle contro una squadra – e soprattutto uno Shengelia – contro cui invece servirebbe più aggressività. Confuso quando Sassari decide di raddoppiare in post, Bucchi lo lascia a lungo in panchina preferendo un quintetto più piccolo. Nel secondo tempo prova a metterci più sostanza ed è il segnale che lascia un pizzico di ottimismo per un giocatore che deve ancora entrare nei meccanismi sassaresi e della pallacanestro europea.

Charalampopoulos: 5. La gara più difficile dal suo rientro. Non riesce a mettersi in ritmo dall’arco, anche le pochissime conclusioni aperte che Bologna gli lascia finiscono sul ferro. Il primo canestro arriva a metà terzo periodo, dopo una stoppata subita da Mickey che è il riassunto perfetto di una serata da mettere presto alle spalle.

Gombauld: 5,5. In attacco fa vedere le cose più positive, muovendosi bene da rollante anche se senza troppa costanza nel complesso della gara. Anche perché Bologna è la squadra che ne mette, per caratteristiche, più in evidenza i lati su cui dovrà migliorare. In primis quello della fisicità, perché la Virtus ne ha in abbondanza e con lui in campo ha più facilità dentro al pitturato. Ci prova, ma al momento, contro avversari da Eurolega e con più muscoli, fa ancora fatica tra letture e semplice questione di forza.

Kruslin: 5,5. Riparte da dove aveva finito al tiro, mettendo subito due triple che inaugurano una gara in cui prova a fare un passo in avanti nella propria metà campo, dove ancora non è riuscito a essere totalmente continuo. Nel secondo tempo perde in lucidità e si ferma anche al tiro, la palla persa sul 57-50 è sanguinosa perché arriva nel momento in cui Sassari sembrava avere la possibilità di rientrare definitivamente in partita.

Gentile: 5,5. La serata dell’ex non va nel migliore dei modi. Prova a dare l’esempio come al solito, ma non riesce a creare vantaggi palla in mano contro le guardie avversarie con continuità e soffre più di qualcosa sull’altro lato complice anche le amnesie del sistema. Gestisce male un possesso delicato nel finale di terzo quarto, un errore non da lui che Bologna fa pagare con la tripla che la riporta in vantaggio di doppia cifra nel momento più positivo per Sassari.

Cappelletti: 6,5. A livello mentale è quello che si approccia meglio alla gara, probabilmente anche spinto dal ritrovare un ambiente che ben conosce. Intenso sul suo lato, attacca con coraggio e ha delle buone letture sul pick anche se le guardie virtussine disseminano qualche trappola pure per lui. Nel secondo tempo Hackett si vendica dei problemi causati nella prima parte di gara e la partita cambia, ma resta comunque tutto sommato positiva.

Treier: 6,5. Duro sin dal suo primo ingresso in campo, caratteristica necessaria in una gara del genere anche se a volte non basta. Bucchi per questo lo sceglie anche nel quarto periodo per provare ad avere una soluzione in più allargando il campo. Chiude in doppia cifra e dando un segnale al proprio allenatore. Anche se dovrà essere lui a trovare maggior costanza.

Diop: 6. L’inizio non è dei migliori, ma è l’unico che può opporre resistenza fisica ai lunghi avversari in un certo modo. Bologna cerca il più possibile di negare i passaggi dentro il pitturato e quando Sassari riesce a farlo nel quarto finale si capisce il perché. L’intesa con i piccoli è ancora da sistemare, più avanti quella con Cappelletti e Gentile, ma servirà tempo per il resto.

Coach Piero Bucchi: 6. La squadra non molla mai, ci prova, ma non dà realmente l’impressione di poterla rimettere sui binari dell’equilibrio, complice la forza dell’avversario e la mancanza di graffio e lucidità nei momenti giusti. Il non abbattersi nonostante gli errori è l’aspetto da portarsi dietro, ancora di più dopo il primo confronto con il doppio impegno, ed è il sintomo di come l’allenatore bolognese sia riuscito a trasmettere prima di tutto una certa mentalità ai propri uomini. Sul parquet però Bologna crea troppi grattacapi quando mette palla in post, con più di qualche concessione di troppo al tiro figlia di un’organizzazione difensiva evidentemente da sistemare. In attacco, con intese da rafforzare sul pick and roll, senza Charalampopoulos e Tyree in serata e in attesa di un impatto maggiore di altri interpreti, da McKinnie a Whittaker, si fa complicata. Ma la gara del PalaDozza servirà ai biancoblù per capire quale impatto mentale e fisico sarà necessario per dire la propria al livello a cui la Dinamo desidera arrivare.

Matteo Cardia

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