Cade ancora una volta in trasferta la Dinamo Sassari di Piero Bucchi, sconfitta alla Vitifrigo Arena dalla VL Pesaro per 81-75. Questi i nostri giudizi.
Robinson: 5,5. Sembra voler inizialmente azzannare la partita, ma finisce per avere troppa fretta soprattutto nelle letture dei giochi a due con Stephens. Subisce una botta nel terzo quarto, ma è lui insieme a Bendzius a sorreggere la Dinamo dopo il non positivo inizio di quarto periodo in attacco. L’energia degli avversari però in alcuni momenti è ancora maggiore.
Kruslin: 5,5. È lui, come prevedibile, a mettersi inizialmente sulle tracce di Abdul-Rahkman durante il match. Il croato sente la responsabilità e prova a non deludere, ritrovandosi per tre quarti della gara anche in attacco sugli scarichi nonostante la guardia avversaria sia in fiducia. Poi però la mano si raffredda e il rapporto conflittuale con gli arbitri aiuta a portarlo fuori dalla gara.
Jones: 5,5. È il giocatore che approccia meglio la partita su ambo i lati del campo. Rivede però l’incubo dei falli, spendendone due in rapida successione che lo costringono ad abbandonare presto il primo quarto. Torna già nel secondo periodo facendo vedere quanto è importante nell’attacco sassarese, ma nel terzo periodo arriva subito un altro fischio a punirlo che finisce per togliergli definitivamente ritmo. Forse uno dei rimorsi più grandi perché nel quarto periodo Sassari avrebbe avuto bisogno di un’altra striscia delle sue.
Bendzius: 6,5. Torna a essere osservato speciale della difese avversarie. Lavora in silenzio fino al terzo periodo quando è lui, non solo dall’arco, a guidare la squadra offensivamente. Riavvicina i biancoblù nel momento più complesso nel quarto periodo, anche lui però è costretto ad alzare bandiera bianca.
Stephens: 5,5. Partita dai due volti per l’ex Igokea. Pesaro prova subito ad attaccarlo e a metterlo in difficoltà a rimbalzo, e nonostante qualche difficoltà lo statunitense risponde inizialmente mettendo sul piatto aggressività e sacrificio. Nel secondo tempo dà il suo apporto, ma Kravic è un osso durissimo e lo fa capire con due canestri fondamentali davanti ai suoi occhi nel momento in cui Sassari sembrava poter rientrare.
Gentile: 6. Conferma l’ottima intesa con Diop e l’atteggiamento è quello giusto entrando in scena dalla panchina. Si alterna su Abdul-Rahkman con Kruslin e prova ad arginare lo statunitense con mestiere e furbizia, e nonostante la verve dell’avversario è tra i migliori per intensità e scelte per larghi tratti dell’incontro. Perde anche lui smalto però con il passare dei minuti nel finale.
Nikolic: 6. Tanti minuti in campo soprattutto nel terzo periodo vista la botta subita da Robinson che costringe lo statunitense a sedersi in panchina. Prova a gestire ordinatamente, è lui a impattare nel terzo periodo dopo il primo tentativo di allungo pesarese. Un passo in avanti rispetto alle ultime uscite ma non basta alla Dinamo.
Devecchi: sv. Solo pochi minuti sul parquet per il capitano biancoblù.
Diop: 5,5. L’asse con Gentile è quello meglio funzionante, lui ringrazia e prova così a mettersi in partita. Diversi i minuti nell’ultimo quarto visto anche le difficoltà di Stephens, ma anche il senegalese subisce Kravic e soprattutto prende in faccia da Abdul-Rahkman la tripla che chiude definitivamente la gara.
Treier: 5,5. L’ingresso in campo non è dei migliori sul lato difensivo, con Cheatam che contro lui si sblocca mettendo due triple in rapida successione. Prova a sbloccarsi in attacco ma l’intensità è troppo alta forse per il suo percorso di recupero completo e resta in campo solo 5′.
Chessa: 5,5. Buttato nella mischia nel terzo periodo, la guardia sassarese risponde presente in uno dei momenti più intensi della gara, anche se stavolta non è preciso dall’arco a inizio quarto quarto, quando forse ce ne sarebbe più bisogno.
Gandini: sv.
Coach Piero Bucchi: 5,5. Sono sempre i dettagli a far la differenza. E quei dettagli nella serata della Vitifrigo Arena, oltre la percentuale ai tiri liberi, sono i primi minuti di un ultimo quarto in cui la squadra perde fiducia su ambo i lati del campo contro l’intensità pesarese. Peccato, perché la Dinamo ha confermato dei passi in avanti e ha avuto di più dalla panchina, soprattutto sugli esterni. Stavolta però energia e freddezza sono mancate proprio nel momento decisivo.
Matteo Cardia














