Come per uno studente universitario, la seconda metà di settembre e i primi giorni di ottobre sono quelli che ti riportano alla realtà; niente più spiagge assolate e sveglie tardi, ora ci sono libri su cui mettersi sopra e lezioni da frequentare per raggiungere l’obiettivo, lasciando da parte l’estate appena conclusa. Un parallelismo semplice ed efficace che si può fare con una Dinamo Sassari che si è goduta a pieno la preseason agostana e della prima metà di settembre, con buone vittorie e apprezzabili spunti in entrambi i lati del campo, per poi piombare nella dura realtà con prestazioni non brillanti e tre sconfitte nelle prime quattro gare ufficiali.
Vuoto
Bonn, Scafati e Milano. Senz’altro se una partita si poteva lasciare per strada era proprio quest’ultima, ma più che per il risultato in sé, è stata la modalità con cui le Scarpette Rosse hanno ottenuto la loro prima vittoria stagionale in campionato dopo la caduta di Trieste e quella in settimana in Eurolega contro il Monaco. Dopo la sconfitta casalinga contro Scafati di sabato 28 settembre, si attendeva una reazione della squadra di Markovic che ha avuto a disposizione l’ultima settimana di lavoro completa prima del tour de force campionato-coppa. Al Forum d’Assago contro l’ex Diop e compagni la contesa è durata 5′ o poco più: Sassari non è riuscita mai a prendere ritmo, uscendo subito da una partita che ha assunto i connotati di un lungo garbage time molto presto. Alcuni problemi di falli delle pedine fondamentali hanno poi fatto il resto: le infrazioni di Fobbs, l’unico veramente in palla e nota lieta dopo alcune prestazioni leggermente opache come quella contro Bonn, Halilovic e Bendzius hanno complicato i piani di un Markovic che è stato costretto a rivedere le rotazioni, raccogliendo poche risposte da chi è entrato dalla panchina. Udom, Tambone (serata stortissima al tiro con 0/7 dall’arco) e soprattutto Renfro, hanno offerto un contributo quasi nullo, alla pari di un Sokolowski appannato e lontano parente di quello visto contro Scafati. Andamento al tiro ripercorso anche da Bendzius in parte, con il lituano che ha ritrovato il tiro solo nel finale a punteggio definito.
Asse
Capitolo a parte meritano i due ex Nanterre, Halilovic e Bibbins: il pick and roll ben giocato nella prima azione offensiva biancoblù, è rimasto quasi un unicum durante la gara. Mentre il centro bosniaco ha trovato la via del canestro in una buonissima parte di gara, mettendo in mostra tecnica ed esperienza nel pitturato, il playmaker non è mai riuscito a mettere in ritmo i compagni, con il primo canestro dal campo trovato con Milano ampiamente in fuga nella seconda metà del secondo quarto. Fin qui le qualità del regista biancoblù si sono viste a sprazzi e raramente, con gare come quella del Forum in cui inevitabilmente è emersa una certa differenza in termini di fisicità con gli avversari. Per Bibbins e tutta la truppa di Markovic servirà svoltare perché da Milano in poi si giocherà ogni tre giorni fino alla sosta di novembre: una situazione che potrebbe anche compattare la squadra dal punto di vista mentale (visti i tanti viaggi) e mettere in ritmo dei giocatori che ancora faticano a entrare nel vivo, abituati al doppio impegno come Renfro. Già la trasferta in Portogallo a Lisbona e la sfida casalinga nel lunch match di domenica 13 ottobre contro Napoli potrebbero dare le prime risposte a una Dinamo in cerca ancora di equilibrio, serenità e identità.
Matteo Porcu