La Dinamo Sassari vista a Milano è la squadra che i suoi tifosi vorrebbero sempre vedere. Affermazione scontata direte voi, ma in realtà a nostro parere decisamente pertinente.
È chiaro che vincere contro l’Olimpia – squadra con cui si è consacrata una rivalità dall’anno dello storico triplete sassarese del 2015 – è sempre bello per i sostenitori del Banco, per di più se Milano propone un roster di altissimo livello come quello attuale. Ma non conta solo la vittoria, è una questione di entusiasmo.
Chi ha la memoria lunga, infatti, ricorderà la gara d’andata giocata al Palaserradimigni: la Dinamo perde 106-107 all’overtime, in panchina c’è ancora coach Vincenzo Esposito e Scott Bamforth è il leader dell’attacco sassarese. In una stagione così turbolenta, sembra trascorsa un’era geologica da quel 16 dicembre 2018 ma c’è un punto di contatto: l’entusiasmo della gente che applaude i giocatori a fine partita nonostante la sconfitta, così come ieri il gruppo di tifosi giunti a Milano ha gioito per la vittoria conquistata. È lo stesso entusiasmo, sempre lui, visto a metà febbraio a Firenze durante le Final Eight di Coppa Italia: Sassari cede in semifinale contro Brindisi 86-87, in panchina da pochi giorni c’è Gianmarco Pozzecco, e l’attacco – orfano di Bamforth infortunato – poggia spesso sulle imponenti spalle di Jack Cooley. Anche qui resta sempre un unico comune denominatore: l’entusiasmo. Perso nella parentesi finale della breve esperienza di Esposito sulla panchina del Banco e recuperato da Pozzecco. Figura divisiva, estroversa e a tratti esplosiva, il coach sassarese arriva a Milano fresco di una fiducia rinnovata della società che lo vedrà sulla panchina sassarese sino al 2021, risultati permettendo. Contro l’Olimpia si vedono cambi sistematici, possessi in transizione e attacchi fluidi favoriti dagli esterni. Ma soprattutto si vede una squadra che ci crede, non molla ed è consapevole dei propri mezzi. È questo, per ora, il merito del “Poz”: perché nello sport si vince e si perde, ma alla fine della partita contano la canotta sudata, i colpi presi e il fiatone accumulato per rincorrere gli avversari. Tutti fattori che generano entusiasmo.
Lello Stelletti